mericol
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domenica 14 luglio 2013
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3 vecchi malandrini e 3 vecchi attori in forma
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Rivedersi dopo 28 anni produce una sicura emozione tra 2 vecchi amici. La singolarità del film di F. Stevens è che si incontrano all’uscita di un carcere. Val (Al Pacino) ha finito di scontare una pena di 28 anni e Doc (Christofer Walken) amorevolmente lo aspetta e lo accoglie. Altro,e più singolare particolare, è che Doc, l’amico affettuoso, ha l’incarico, dettato dal capobanda del tempo ma ancora in attività, di uccidere Val entro il mattino successivo.
Ci si aspetta quindi un noir in piena regola, nell’attesa dell’ora fatale. Tuttavia la colonna sonora (nomination ai Golden Globe), inserita sui titoli di testa, poteva già far sospettare che si tratterà di un noir in commedia.
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Rivedersi dopo 28 anni produce una sicura emozione tra 2 vecchi amici. La singolarità del film di F. Stevens è che si incontrano all’uscita di un carcere. Val (Al Pacino) ha finito di scontare una pena di 28 anni e Doc (Christofer Walken) amorevolmente lo aspetta e lo accoglie. Altro,e più singolare particolare, è che Doc, l’amico affettuoso, ha l’incarico, dettato dal capobanda del tempo ma ancora in attività, di uccidere Val entro il mattino successivo.
Ci si aspetta quindi un noir in piena regola, nell’attesa dell’ora fatale. Tuttavia la colonna sonora (nomination ai Golden Globe), inserita sui titoli di testa, poteva già far sospettare che si tratterà di un noir in commedia.
Val ritrovando il suo vecchio compagno di baldorie e di misfatti, vuol recuperare il tempo perduto, in amore,bevute,pranzi, ma anche negli stessi misfatti. Doc viceversa, che si considera ormai pensionato, si preoccupa soltanto della sua salute,dipinge paesaggi, ha cura di una giovane donna,Alex, che si rivelerà alla fine sua nipote.
Tanto vale associare alla prevista notte di baldorie un terzo complice della vecchia banda, Hirsch (Alan Arkin), ricoverato in gravi condizioni in ospedale.
Tanti anni sono passati, ma i vecchi componenti della combriccola non hanno dimenticato una consumata abilità criminale. Nel rapinare una farmacia di pillole blu (per Val), e di antipertensivi (per Doc); nel rubare auto di lusso, nel fare a pugni(con successo), nello sparare (abilmente). Nel fare sesso: Val (pur con l’ausilio delle “pillole blu”) e Hirsch (menage a trois: il sogno della sua vita).
Si confermano anche le caratteristiche di “onore “ dei malandrini nell’affermare il senso della solidarietà e dell’amicizia, la difesa dei più deboli (vendetta sui sequestratori e violentatori di una giovane donna).
Potranno restare delusi quanti si attendevano un noir in piena regola o, all’opposto, una classica commedia. Ma il film di F.Stevens preferisce l’”umorismo nero”. Induce a qualche tenue sorriso,a volte amaro, più che al sorriso franco. Basta pensare ad alcune felici battute disseminate durante il percorso del racconto o al mutar d’abito , in nero,dei 2 protagonisti,nelle scene finali, quasi ad anticipare un loro possibile funerale.
Non mancano difetti nella vicenda, come nell’episodio di Hirsch, morente in una stanza d’ospedale, che ,stimolato dai 2 compari, compie straordinarie evoluzioni alla guida di un’auto e straordinarie performance sessuali in un menage a trois : difetto palese della sceneggiatura.
La vicenda dei 3 vecchi criminali, ancora abili nel loro mestiere, si coniuga alla abilità dei 3 interpreti (Pacino,Walken,Arkin) anch’essi, come attori, alla fine di una carriera di successi, ricca di film noir. Il regista mostra spesso di volere anteporre la maestria degli attori alla vicenda narrata. Può apparire un difetto del film. Compensato,alla fine, dalla considerazione che se nella fiction i 3 malandrini non hanno dimenticato il loro vecchio riprovevole mestiere, nella vita reale i 3 vecchi e noti interpreti continuano a mietere successi nella loro ammirevole carriera professionale.
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gioxd
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giovedì 18 luglio 2013
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ottimo film
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Un film ben fatto, dove Al Pacino (dopo tanti recenti film discutibili sul piano della trama) ritrova il suo splendore, complice anche una trama degna del miglior Tarantino. Già, perché alcuni personaggi richiamano in qualche modo quelli tarantiniani, come il boss o i due sicari alle calcagna di Doc. Si potrebbe dire che questo è una sorta di Pulp Fiction...della terza età!
L'interpretazione di Christopher Walken (non a caso attore non protagonista in Pulp Fiction) è eccellente, a tratti grandiosa. E' un film d'azione, ma con diversi tempi "morti" che, però, non pesano, anzi, danno al film un tocco di "riflessione sulla vita" che non guasta, soprattutto se si considera che è un film interpretato da anziani e quindi, per definizione, saggi.
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Un film ben fatto, dove Al Pacino (dopo tanti recenti film discutibili sul piano della trama) ritrova il suo splendore, complice anche una trama degna del miglior Tarantino. Già, perché alcuni personaggi richiamano in qualche modo quelli tarantiniani, come il boss o i due sicari alle calcagna di Doc. Si potrebbe dire che questo è una sorta di Pulp Fiction...della terza età!
L'interpretazione di Christopher Walken (non a caso attore non protagonista in Pulp Fiction) è eccellente, a tratti grandiosa. E' un film d'azione, ma con diversi tempi "morti" che, però, non pesano, anzi, danno al film un tocco di "riflessione sulla vita" che non guasta, soprattutto se si considera che è un film interpretato da anziani e quindi, per definizione, saggi. Alcune scene del film, infatti, mi ricordano "C'era una volta in America", dove la riflessione si prende lo spazio di cui necessita, senza appesantire la trama.
Inoltre un'altra chicca è che l'intero film si svolge in una giornata. Altro aspetto che un regista come Tarantino avrebbe preso in considerazione...
Fischer Stevens è veramente un bravo regista, ma, a onor del vero, il suo lavoro è stato facilitato da tre grandi interpreti: Al Pacino (tanto di cappello), Christopher Walken (in una delle sue migliori interpretazioni) e Alan Arkin (un mostro sacro del cinema statunitense). Insomma, è un film da vedere. Dopo centinaia di film per cui si sprecano soldi, questo è l'unico per cui vale la pena spendere (e rispendere) i soldi del biglietto...
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muttley72
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sabato 20 luglio 2013
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film sull'amicizia
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Tre delinquenti un tempo compagni di scorribande si ritrovano ormai molto anziani dopo anni. Il primo esce di prigione (dopo decenni), il secondo (che finora si è arrangiato) lo va a prendere in carcere e poi lo "assiste" mentre il primo cerca di togliersi qualche sfizio (sessuale e gastronomico). Il terzo invece (un tempo specialista nella guida veloce) è recuperato dai primi due in uno spizio, gravemente ammalato. L'occasione di tornare in azione ai tre è fornita dal ritrovamento (in un'auto da loro rubata) di una donna legata che ha subito una violenza di gruppo: i tre la aiuteranno a vendicarsi (uno del trio morirà). Il film però offre un'altro ulteriore sviluppo della storia: il primo amico è ricattato da un boss e deve uccidere l'ex detenuto entro un giorno dalla scarcerazione, non lo farà e insieme attaccheranno il boss.
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Tre delinquenti un tempo compagni di scorribande si ritrovano ormai molto anziani dopo anni. Il primo esce di prigione (dopo decenni), il secondo (che finora si è arrangiato) lo va a prendere in carcere e poi lo "assiste" mentre il primo cerca di togliersi qualche sfizio (sessuale e gastronomico). Il terzo invece (un tempo specialista nella guida veloce) è recuperato dai primi due in uno spizio, gravemente ammalato. L'occasione di tornare in azione ai tre è fornita dal ritrovamento (in un'auto da loro rubata) di una donna legata che ha subito una violenza di gruppo: i tre la aiuteranno a vendicarsi (uno del trio morirà). Il film però offre un'altro ulteriore sviluppo della storia: il primo amico è ricattato da un boss e deve uccidere l'ex detenuto entro un giorno dalla scarcerazione, non lo farà e insieme attaccheranno il boss. Prima però il secondo amico avrà recuperato il rapporto con la sua giovane nipote. Film commedia (per via di situazioni e battute in cui l'ironia di Pacino la fa da padrone), ma anche a tratti drammatico (quando per es. si accenna alla vecchiaia con i suoi inconvenienti ed all'amicizia sincera, in questo caso tra uomini). Effettivamente il film è un film sull'amicizia (in questo ricorda lontanamente il più goliardico e diverso "Amici miei"). film con Attori realmente vecchi e pluri-premiati, che recitano come sanno fare, ma col rischio di auto-citarsi o di "giogioneggiare" un pò troppo (come accade anche a DeNiro). Film comunque decente e da tre stelle, che a tratti fa ridere, ma che al tempo stesso può essere commuovente.
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eugenio
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martedì 5 novembre 2013
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uno strampalato trio in un noir riuscito solo a me
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D’accordo, il periodo è quello estivo e la qualità delle pellicole, è noto, generalmente tende a essere di livello inferiore a quelle in programmazione da settembre in poi, fatta eccezione di alcune rare eccezioni (Blood e Il fondamentalista riluttante ne sono buoni esempi). “Uomini di parola” purtroppo non è la mosca bianca in questo triste panorama malgrado costituisca il ritorno di una coppia “forte” e consacrata come gigante del cinema: Al Pacino e Chistopher Walken. Il primo sembra aver rimesso in campo movenze e caratteristiche che il pubblico si augurava avesse abbandonato dopo il deludente Righteous skill (Sfida senza regole con Robert De Niro) mentre il secondo, autorevole vampiro ed ex agente di Prova a prendermi, si trova invece invischiato in un personaggio a tratti poco convincente e scarsamente denotato in una vicenda che dovrebbe richiedere un certo grado di attenzione e precisione come il genere noir.
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D’accordo, il periodo è quello estivo e la qualità delle pellicole, è noto, generalmente tende a essere di livello inferiore a quelle in programmazione da settembre in poi, fatta eccezione di alcune rare eccezioni (Blood e Il fondamentalista riluttante ne sono buoni esempi). “Uomini di parola” purtroppo non è la mosca bianca in questo triste panorama malgrado costituisca il ritorno di una coppia “forte” e consacrata come gigante del cinema: Al Pacino e Chistopher Walken. Il primo sembra aver rimesso in campo movenze e caratteristiche che il pubblico si augurava avesse abbandonato dopo il deludente Righteous skill (Sfida senza regole con Robert De Niro) mentre il secondo, autorevole vampiro ed ex agente di Prova a prendermi, si trova invece invischiato in un personaggio a tratti poco convincente e scarsamente denotato in una vicenda che dovrebbe richiedere un certo grado di attenzione e precisione come il genere noir.
Noir che il cast stellare cui fa parte anche Alan Arkin, altro bel tomo, non fa emergere ma anzi contribuisce a compromettere pesantemente la fama che i due attori avevano giustamente guadagnato con illustri esempi passati, sfruttando un insieme di gag dal dubbio gusto aventi come comune divisore l’uso di Viagra,collante della prima mezz’ora della pellicola la cui trama sembra essere stata scritto da uno sceneggiatore di scarsa inventiva ( e ci si stupisce visto che Noah Haidle è abbastanza famoso in ambito teatrale ma poco convincente, cosi’ pare negli action-movie).
Il soggetto muove i suoi passi in una prigione dalla quale, dopo ventotto anni di espiazione, Val (Pacino), è tornato ad essere finalmente un uomo libero. Lo attende Doc, suo migliore amico ex galeotto, assoldato segretamente dal vecchio boss allo scopo di eliminarlo a causa di un antico torto mai scontato legato alla morte di suo figlio boss ad opera dello stesso Val. I due decidono di festeggiare il ritorno dell’antica banda ripercorrendone prosaicamente le tappe in un crescendo di follia tra bordelli, rapine e imbrogli a mafiosi polacchi, il tutto con la complicità del terzo elemento (il sopraccitato Arkin) fatto evadere dall’ospizio per l’occasione. E’ chiaro dunque che il contesto si fa rilassato,lontano dai classici noir d’annata (un esempio? Touch of evil di Welles del 1956 che andrebbe insegnato alle scuole di regia specie ai cineasti che intendono affrontare tematiche poliziesche), venato di una comicità che almeno esula da squadre speciali, muscoli da body-guards o patetismi da melò con classica belloccia da salvare. In Uomini di parola si descrive la corsa verso l’ignoto mare dell’annegamento dei sensi di un trio scoppiato e purtroppo prossimo alla fine di cui Al Pacino ne è metaforicamente degno esponente.
I temi del genere sono presenti (onore dei malandrini, solidarietà tra bande di quartiere, unione verso un nemico comune) anche se confusamente inseriti all’interno di una cornice farsesca ma acquistano solidità grazie alla bravura di Walken che recitando sopra le righe riesce a comunicare la sofferta amicizia, la durezza di un microcosmo, quello della criminalità in cui sembra non esserci possibilità di redenzione, dove le taverne malfamate sono in non luoghi di un habitat americano privo di riferimenti e sentimenti. Sotto questo punto di vista, l’assoluta mancanza di doveri, la sporcizia psicologica che ognuno dei tre si porta dentro (permeata da una vena di ironia macabra nel caso di Alan, di comica farsa in Val e di finta dignità in Doc), lo squallore e la fatiscenza dei bordelli, sono lo spettro di un’America abbandonata a cui gli stessi delinquenti sentono purtroppo di non appartenere più. Resta soltanto vivo il furto di farmacie di quartiere per accaparrarsi quante più pillole blu e antiipertensivi possibili per cercare di guadagnare una frazione di quell’esistenza oramai totalmente dissipata. Stand up guys!
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jonnylogan
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martedì 18 maggio 2021
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quanto è bella giovinezza
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Dopo quasi trent’anni di carcere, nel quale non ha mai confessato complici e crimini, Val, un vecchio gangster affiliato alla cosca del boss Claphands, esce di galera e ad accoglierlo trova il suo fraterno amico Doc al quale proprio Claphands ha dato l’ingrato compito di giustiziarloentro le dieci del giorno seguente.
Il ricordo dei vecchi tempi declinati in una commedia dalle tinte drammatiche e noir, questa la veloce sintesi della pellicola scritta da Noah Haidlee diretta dal regista e attore Fisher Stevens, noto per essere stato fra i protagonisti dei due Corto circuito. Sulle spalle solide di tre attori di grande classe e fama: i tre premi Oscar Christopher Walken e Al Pacino, amici di vecchia data che ricordano come sia stata appagante una vita trascorsa assieme, e il terzo sodale Hirsch, ormai ospite fisso di una casa di cura, impersonato da Alan Arkin, caratterista che ancora una volta colpisce per l’indolenza con la quale affronta le ultime curve di una vita criminale, ci si specchia nei ricordi di tre operai del crimine che non rinnegano nulla di quello che hanno fatto in passato e che rivendicano non solo i tempi andati ma anche la morale con la quale la loro generazione era capace di muoversi.
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Dopo quasi trent’anni di carcere, nel quale non ha mai confessato complici e crimini, Val, un vecchio gangster affiliato alla cosca del boss Claphands, esce di galera e ad accoglierlo trova il suo fraterno amico Doc al quale proprio Claphands ha dato l’ingrato compito di giustiziarloentro le dieci del giorno seguente.
Il ricordo dei vecchi tempi declinati in una commedia dalle tinte drammatiche e noir, questa la veloce sintesi della pellicola scritta da Noah Haidlee diretta dal regista e attore Fisher Stevens, noto per essere stato fra i protagonisti dei due Corto circuito. Sulle spalle solide di tre attori di grande classe e fama: i tre premi Oscar Christopher Walken e Al Pacino, amici di vecchia data che ricordano come sia stata appagante una vita trascorsa assieme, e il terzo sodale Hirsch, ormai ospite fisso di una casa di cura, impersonato da Alan Arkin, caratterista che ancora una volta colpisce per l’indolenza con la quale affronta le ultime curve di una vita criminale, ci si specchia nei ricordi di tre operai del crimine che non rinnegano nulla di quello che hanno fatto in passato e che rivendicano non solo i tempi andati ma anche la morale con la quale la loro generazione era capace di muoversi.
Un inno alla vita che fu, vista attraverso tre attori, all’epoca, over 70 che sanno rappresentare anche un inno alla vita e soprattutto a un’amicizia dura e inscalfibile come una roccia.
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vincenzo iennaco
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martedì 16 luglio 2013
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uomini di parola e attori di razza
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Dopo aver scontato 28 anni di carcere, Val trova ad attenderlo all'uscita il suo vecchio amico e compare Doc. Ma questi ha anche l'incarico di ucciderlo per conto del loro vecchio boss, che vuole vendicare la morte del figlio. E dovrà farlo entro le 10 della mattina successiva, pena la sua stessa vita. Con questo peso sul cuore Doc esaudirà, come concedendo gli ultimi desideri ad un condannato a morte, le voglie e quella "fame di vita" cui l'amico è stato privato nella lunga detenzione. Si trascineranno così in un peregrinaggio notturno fatto di trasgressione e sregolatezza, all'insegna dei vecchi tempi, ma anche percorso di disinganno e non-ritorno dove anche confessare i propri peccati non lascia spazio alla redenzione.
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Dopo aver scontato 28 anni di carcere, Val trova ad attenderlo all'uscita il suo vecchio amico e compare Doc. Ma questi ha anche l'incarico di ucciderlo per conto del loro vecchio boss, che vuole vendicare la morte del figlio. E dovrà farlo entro le 10 della mattina successiva, pena la sua stessa vita. Con questo peso sul cuore Doc esaudirà, come concedendo gli ultimi desideri ad un condannato a morte, le voglie e quella "fame di vita" cui l'amico è stato privato nella lunga detenzione. Si trascineranno così in un peregrinaggio notturno fatto di trasgressione e sregolatezza, all'insegna dei vecchi tempi, ma anche percorso di disinganno e non-ritorno dove anche confessare i propri peccati non lascia spazio alla redenzione.
Costruito su un plot essenziale e alquanto stereotipato, questa commedia noir assume tutta la sua potenza nella "vis" iconoclastica del duo Pacino- Walken: l'appeal mimico-gestuale del divo Pacino ed il fascino freddo e più sottomesso dell'anti-divo per eccellenza Walken. E, sebbene intrappolato in ruoli secondari, non sfigura nemmeno quel "vecchio" marpione di Arkin.
Ed è proprio in virtù di questi mostri sacri che siamo disposti a sorvolare con timido disappunto su certe falle narrative (Arkin attaccato all'ossigeno in un nosocomio che si esibisce in una guida spericolata; la sepoltura indisturbata dello stesso Arkin nel cuore della notte con tanto di escavatore mastodontico) ed anche per quel pacato umorismo che rende ancor più agrodolce il tramonto della vita.
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