Father and Son |
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Un film di Kore'eda Hirokazu.
Con Masaharu Fukuyama, Machiko Ono, Yôko Maki, Lily Franky.
continua»
Titolo originale Soshite Chichi Ni Naru.
Drammatico,
durata 120 min.
- Giappone 2013.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 3 aprile 2014.
MYMONETRO
Father and Son
valutazione media:
3,74
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Nove mesi per cambiare la vita di un uomodi ADELIOFeedback: 2528 | altri commenti e recensioni di ADELIO |
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domenica 2 novembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Inaspettato spaccato di un Giappone “normale” che magari noi Europei, occidentali e materialisti, neanche immaginiamo sia così simile a noi (Città, Periferie, Abitudini, Classi sociali e quant’altro..). Conferma dell’esistenza di una cultura maschile incentrata, forse perché tramandata da secoli, sulla figura paterna (a scapito di quella femminile e materna). La storia di uno scambio di neonati scoperto a distanza di 6 anni finisce per raccontare in realtà un confronto tra classi sociali e fra modelli educativi (che caratterizzano le 2 famiglie coinvolte). Percepita sin dall’inizio del film la decisa posizione del regista che propende, senza tentennamenti, sull’assunto che i figli sono di chi li “cresce” si passa immediatamente ad osservare come le incomprensioni tra classe “Alta” del padre Architetto confligga con quella “Bassa” del padre Commerciante, cosìccome i 2 modelli educativi familiari mostrino stridenti differenze che sembra rendano impossibile lo scambio riparatore per riportare, in base al DNA, i figli nelle proprie “case”. Un bellissimo linguaggio cinematografico proposto alla giapponese, i simbolismi usati, magari un poco didascalici, sono molto efficaci nella comunicazione: •la High class vive in città, per “aria” nei grattacieli, dove vigono linee geometriche pulite, rettilinee, dove regna l’ordine, la misura ma anche una vita in “bianco e nero”; •la Low class vive in periferia, per “terra”, sulla strada, dove regna il clamore dei centri commerciali, la confusione, il disordine ma dove la vita ha il sapore del “colore”. La comunicazione non si ferma qui: appresa la notizia dell’errore che ha prodotto lo scambio di figli, le strade curvano decisamente, tutto curva dal rettilineo su cui si muoveva da tempo il tran tran quotidiano, quando la coppia affronta le proprie crisi ha sempre la notte buia come “fondale” dietro i vetri di casa, ma quando si ritrova a scambiare affetti ed emozioni lo sfondo è la luce...sono i ciliegi in fiore all’aperto…quando il padre resta con il figlio a far discorsi su come affrontare il futuro che lo aspetta, il regista ci mostra un torrente dall’acqua cristallina fluente (la vita) che lambisce una roccia monolitica inamovibile in mezzo all’alveo (i valori). Cosa dire poi delle aspirazioni delle 2 “classi” a confronto: quella “bassa” gioca con i figli facendo volare aquiloni, guardando in alto...sognando (l’aspirazione), quella “alta” fa giocare i figli con le canne da pesca, guardando in basso...raccogliendo i frutti (la conservazione). Pregevole risulta il percorso di crescita dell’Architetto che ha più strumenti culturali per farlo rispetto al Commerciante,...Lui ama ed educa il figlio come sa fare, come ha appreso, forse sbaglia ma… ad un certo punto si ravvede … scende a terra e riparte dai fondamentali per ricostruire..teme solo ci voglia troppo tempo (vedi scena del botanico nel bosco) ma ci prova …. e alla fine il padre ritrova suo figlio (non quello biologico …bensì quello cresciuto) entrambi alla fine di 2 percorsi…2 sentieri rispettivamente in salita ed in discesa che idealmente si ricongiungono riunendo la famiglia. L’Architetto è il vero eroe di questa storia raccontata tanto delicatamente (come solo i giapponesi sanno fare)…è il vincitore..si libera anche del complesso vissuto con suo padre…ritrova una vera identità…grazie ai propri strumenti culturali raggiunge la felicità. Questo cammino di cambiamento dura da Novembre ad Agosto…9 mesi…come la gestazione dell’uomo. Bel film.
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