rita branca
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venerdì 29 novembre 2013
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il riso amaro di un canto d’amore
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La mafia uccide solo d’estate, film (2013) di Pif, con Pif (Pierfrancesco Diliberto), Cristiana Capotondi, Ginevra Antona, Alex Bisconti, Claudio Gioé, Ninni Bruschetta, Barbara Tabitta, Rosario Lisma.
Film autobiografico, davvero originale, altamente drammatico seppur vestito di commedia.
Questo insolito e assolutamente nuovo approccio al tema della mafia, non poteva che essere svolto da uno che con essa ha avuto familiarità, essendo un palermitano, che per forza di cose, ne ha avuto sentore fin da bambino, nonostante i tentativi genitoriali di smorzarne la credibilità per esorcizzarne la paura, ritenendo, erroneamente, di difenderlo così dai pericoli potenziali che la mafia poteva comportare anche per i cittadini esterni al suo mirino.
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La mafia uccide solo d’estate, film (2013) di Pif, con Pif (Pierfrancesco Diliberto), Cristiana Capotondi, Ginevra Antona, Alex Bisconti, Claudio Gioé, Ninni Bruschetta, Barbara Tabitta, Rosario Lisma.
Film autobiografico, davvero originale, altamente drammatico seppur vestito di commedia.
Questo insolito e assolutamente nuovo approccio al tema della mafia, non poteva che essere svolto da uno che con essa ha avuto familiarità, essendo un palermitano, che per forza di cose, ne ha avuto sentore fin da bambino, nonostante i tentativi genitoriali di smorzarne la credibilità per esorcizzarne la paura, ritenendo, erroneamente, di difenderlo così dai pericoli potenziali che la mafia poteva comportare anche per i cittadini esterni al suo mirino.
Il bravissimo regista, anche piacevolissimo protagonista, esprime il suo dissenso in maniera inequivocabile, quando alla conclusione del film, sostiene, ancora una volta usando divertenti iperboli, che invece la difesa dei cittadini, va fatta attraverso la conoscenza del problema, conferendo dunque alla famiglia e aggiungerei alla scuola, un ruolo fondamentale.
Questa toccante, eppur divertente opera offre con efficacia, attraverso una sapiente alternanza di humour, ironia e serietà, una sincera e sconcertante testimonianza e la narrazione storica di un secolo di mafia in Sicilia con il coinvolgimento dei vertici della classe politica italiana. I ben noti fatti che hanno condotto al sacrificio di numerosi eroi dello spessore di Della Chiesa, Borsellino e Falcone, per citarne solo alcuni, rinnovano l’emozione, l’offesa, la rabbia dell’onesto cittadino che assiste, sconvolto, all’azione arrogante di pochi e all’inattività, o alla complicità, di chi dovrebbe essere preposto alla difesa degli onesti.
Bravi tutti i protagonisti, compresi i bambini, belle la fotografia e la colonna sonora.
Si consiglia una diffusione urgente nella scuola di questo bellissimo film, canto d’amore per la meravigliosa Sicilia, per il suo alto valore educativo.
Applausi!
Rita Branca
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[+] ???!!!
(di pier71)
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[+] hai visto lo stesso fil che ho visto io...
(di giulyfab.65)
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[+] sono sicuro di non essere l'unico
(di epel0)
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mammut
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venerdì 29 novembre 2013
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bellissimo
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veramente simpatico,ben fatto. Se contiamoche è un'operaprima,pif ha talento da vendere
[+] secondo me ...
(di salvatore scaglia)
[ - ] secondo me ...
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francesco cerretelli
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domenica 1 dicembre 2013
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dalla favola alla nostra storia: pif!
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La mafia, chi è costei? Esiste la mafia?
L’opera prima di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, racconta il percorso di Arturo, a cavallo fra gli anni ‘70 e ‘90, verso il sogno d’amore con la compagna di classe Flora e verso la verità: solo facendo emergere quest’ultima otterrà il cuore di Flora. E l’ostacolo inaspettato si chiama mafia.
A Palermo ci sono tanti morti ammazzati e ancora più numerose sono le dicerie sulla mafia, molte favole per far dormire tranquilli non solo i bambini: c’è chi sostiene che questo strano essere, potenzialmente assassino, assomigli a un cane cui basta non dare noia per essere salvi oppure che il suddetto essere uccida solo d’estate; c’è chi sostiene che questa creatura proprio non esista perché si ammazza per questioni di femmine o ancora chi, autorevolissima voce - ma anche inaspettato ed eroico Cyrano di Arturo- come Giulio Andreotti, ritiene che non esista un problema di criminalità in Sicilia al contrario della Campania e della Calabria.
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La mafia, chi è costei? Esiste la mafia?
L’opera prima di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, racconta il percorso di Arturo, a cavallo fra gli anni ‘70 e ‘90, verso il sogno d’amore con la compagna di classe Flora e verso la verità: solo facendo emergere quest’ultima otterrà il cuore di Flora. E l’ostacolo inaspettato si chiama mafia.
A Palermo ci sono tanti morti ammazzati e ancora più numerose sono le dicerie sulla mafia, molte favole per far dormire tranquilli non solo i bambini: c’è chi sostiene che questo strano essere, potenzialmente assassino, assomigli a un cane cui basta non dare noia per essere salvi oppure che il suddetto essere uccida solo d’estate; c’è chi sostiene che questa creatura proprio non esista perché si ammazza per questioni di femmine o ancora chi, autorevolissima voce - ma anche inaspettato ed eroico Cyrano di Arturo- come Giulio Andreotti, ritiene che non esista un problema di criminalità in Sicilia al contrario della Campania e della Calabria.
Arturo crede, ma non ciecamente e non perché voglia essere cieco come gli altri e inizia a comprendere la grave realtà della sua città, quasi solo nella sua comunità, solo tra i piccoli e solo tra gli adulti.Ma la sua vocazione verso il giornalismo e l’amore per Flora lo portano a incontrare gli Eroi della lotta alla mafia: sono Boris Giuliano, capo della mobile, oppure il suo confidente in amore e dirimpettaio di Flora, il giudice Rocco Chinnici oppure ancora il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, primo intervistato nella carriera del già reporter alle scuole elementari per un premio nel giorno in cui uccisero La Torre.
Crescendo e ritrovando Flora assistente di Salvo Lima dimostrerà, e purtroppo non per merito suo, anche a lei, e non solo a lei, cosa sia la mafia.
Questo di Pif è un piccolo grande capolavoro che tocca le corde della sensibilità col coraggio del sorriso e la durezza dei fatti. Il taglio televisivo e documentaristico, la voce narrante dello stesso Pif, accompagnano con familiarità lo spettatore nella storia che è la Nostra storia.
Nulla è fuori posto e tanto meno eccessivo in un’opera misurata, non di certo per i contenuti, ma per la sua perfetta riuscita che è strutturata su una sceneggiatura di livello che con buon ritmo alterna spaccati di vita quotidiana di Arturo e dei mafiosi che, più che mafiosi, sembrano macchiette.Totò Riina sembra infatti un babbeo tanto babbeo da strappare risate. Solo che in quella quotidianità, in quella normalità domestica, si uccide e si fa uccidere come si installa l’aria condizionata: e allora ti penti della risata.
Ecco un altro esempio della potenza e della genialità de La mafia uccide solo d’estate.
Questa commedia - commedia e tenetelo a mente - apparentemente timida, rispetto alla pompa e al dramma dei film sulla mafia cui siamo abituati, colpisce con maggiore effetto grazie alla sua spontaneità, esaltata dalle interpretazioni dei bambini e di Pif (che proprio attore non è), e soprattutto grazie alla sua, che è la Nostra, verità: la stessa regia lo sottolinea quando ai funerali di Dalla Chiesa e del giudice Borsellino le riprese televisive dell’epoca vedono “entrare in scena” il nostro Arturo.
Concludo con un invito, con un appello: andate a vedere questo film, guardatevelo ora e negli anni futuri e non dimenticate di farlo vedere ai vostri bambini affinché possano conoscere quella favola che insegna a capire e a riconoscere la malvagità.
E a ricordare i Nostri Eroi.
Grazie Pierfrancesco Diliberto.
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giulyfab.65
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venerdì 13 dicembre 2013
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assolutamente da brividi!
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Premetto che la mia votazione esula da quello che può essere la cifra stilistica, l'uso delle luci, la colonna sonora da brividi, le performance attoriali e via dicendo che normalmente guidano i più accaniti cinefili.
Qui conta solo ed esclusivamente la Storia e come viene presentata.
Se La vita e bella è stato un esempio di come, con leggerezza, si possa far conoscere la tragedia delle deportazioni nella II Guerra Mondiale, questo è un altro esempio di come, sempre attraverso l'ingenuità della fanciullezza, si possa parlare del mostro mafia.
Un raro esempio di cinema in equilibrio tra storia e "sorridente" leggerezza.
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Premetto che la mia votazione esula da quello che può essere la cifra stilistica, l'uso delle luci, la colonna sonora da brividi, le performance attoriali e via dicendo che normalmente guidano i più accaniti cinefili.
Qui conta solo ed esclusivamente la Storia e come viene presentata.
Se La vita e bella è stato un esempio di come, con leggerezza, si possa far conoscere la tragedia delle deportazioni nella II Guerra Mondiale, questo è un altro esempio di come, sempre attraverso l'ingenuità della fanciullezza, si possa parlare del mostro mafia.
Un raro esempio di cinema in equilibrio tra storia e "sorridente" leggerezza. Per chi ha senso civico e sente il "peso" della storia, un mirabile tributo a tutti i "Santi Laici" visti nella vita di tutti i giorni.
Pif ci racconta la propria esperienza di vita, il film e' apertamente autobiografico, ma anche la realtà della vita di Palermo negli anni della sua infanzia/adolescenza e della personale crescita verso la capacità di conoscere il male e di denunciarlo.
Sicuramente la frase emblematica cuore del film, ma soprattutto inizio della Scena FORTE e più classicamente riferibile allo stile del regista, è "I genitori hanno due compiti fondamentali: difendere i propri figli dalla malvagità ed aiutarli a riconoscerla."
Da qui si parte per lo splendido finale, dove Arturo (Pif) "presenta", negli anni, al proprio figlio tutti gli eroi, i VERI servitori della Patria (ma soprattutto di uno stato che colluso con la Mafia ne ha avallato le sistematiche eliminazioni), i Santi Laici, che sono caduti sotto i colpi del "potere mafioso": da brividi! E da applauso!
Voglio ricordare un altro passaggio terribile, quando Arturo parlando con giornalista "scomodo" Francesco ricorda di quando si fece accompagnare dal padre, come regalo di compleanno, ad un comizio di Andreotti e sentendo dire dai presenti che il Presidente del Consiglio era un "amico degli amici", afferma "io voglio essere come Andreotti ed avere tanti amici..." emblematico lo sguardo sconcertato del giornalista di fronte a tanta ingenuità!
ASSOLUTAMENTE DA VEDERE, DA FAR VEDERE NELLE SCUOLE, MA SOPRATTUTTO DA PORTARE AD ESEMPIO DI COME SIA POSSIBILE RACCONTARE LA STORIA CERCANDO DI SOSTITUIRE L'ANGOSCIA CON UN SORRISO... Anche se c'è ben poco da ridere...
Concludo con quanto e' accaduto alla fine del film... Uno spontaneo Minuto di Silenzio seguito da un applauso che altrettanto spontaneamente e' cresciuto nella sala.
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[+] geniale
(di bartimeo)
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maria f.
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sabato 14 dicembre 2013
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evviva i buoni film!
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E’ vero i bambini sono delle spugne, assorbono tutto nel bene e nel male.
Sembra che stiano lì, buoni buoni giocando per fatti loro, o ascoltando qualcosa alla TV e intanto la loro mente inconsapevolmente capta, s’imbeve, fa propria tutta una gamma di segnali straordinariamente vasta, ricca, sterminata per poi farne uso, lasciando a bocca aperta noi grandi , che sistematicamente, nel sentire le loro espressioni, o nell’assistere a certi loro comportamenti, ci sbalordiamo, e puntualmente cadiamo dal pero.
Arturo ne è un esempio. Intelligente, vispo, arguto, osservatore.
Vive a Palermo in un periodo in cui un’organizzazione criminale meglio conosciuta come mafia, domina, governa, controlla, spadroneggia, uccide in modo efferato, per avere il controllo economico della città, poi dell’isola tutta, e il fenomeno si propagherà per la penisola e oltre, aiutata da uomini potenti e autorevoli i quali apparentemente sembravano affidabile e perbene.
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E’ vero i bambini sono delle spugne, assorbono tutto nel bene e nel male.
Sembra che stiano lì, buoni buoni giocando per fatti loro, o ascoltando qualcosa alla TV e intanto la loro mente inconsapevolmente capta, s’imbeve, fa propria tutta una gamma di segnali straordinariamente vasta, ricca, sterminata per poi farne uso, lasciando a bocca aperta noi grandi , che sistematicamente, nel sentire le loro espressioni, o nell’assistere a certi loro comportamenti, ci sbalordiamo, e puntualmente cadiamo dal pero.
Arturo ne è un esempio. Intelligente, vispo, arguto, osservatore.
Vive a Palermo in un periodo in cui un’organizzazione criminale meglio conosciuta come mafia, domina, governa, controlla, spadroneggia, uccide in modo efferato, per avere il controllo economico della città, poi dell’isola tutta, e il fenomeno si propagherà per la penisola e oltre, aiutata da uomini potenti e autorevoli i quali apparentemente sembravano affidabile e perbene.
La facciata era rassicurante, ma purtroppo la sostanza avrebbe rivelato poi trattarsi di uomini politici che sostenevano mafiosi e i mafiosi a loro volta foraggiavano i politici procurando loro falsi consensi elettorali. Squali, tutti squali.
Arturo cresce in un clima di omertà inconsapevole, nel quale cerca a tastoni di capire e muoversi.
Molto attento, lo vediamo diventare fan di Andreotti del quale possiede un poster che troneggia sul suo lettino e un altro che ha addirittura collocato all’interno della porta della cabina al mare, insomma è un tifoso sfegatato del senatore fino a fissare un appuntamento alla sua Flora per dichiararle il suo amore, al cimitero luogo in cui come aveva dichiarato Andreotti in un’intervista, un po’ di anni prima lui stesso aveva proclamato eterno amore alla sua futura moglie.
Ragazzino molto intraprendente lo vediamo intrufolarsi nell’ufficio del generale Dalla Chiesa per intervistarlo circa una dichiarazione fatta dal suo idolo rispetto all’ubicazione della mafia che secondo il noto parlamentare esisteva solo in Campania e Calabria.
Il film è faceto e acuto.
Pif presenta gli esponenti della malavita proprio come sono: macchiette acefale, caricature, uomini senza anima che hanno procurato e tuttora procurano solo dolore e morte tenendo sotto scacco famiglie, città intere, il nostro Paese. Criminali che si sono sostituiti alle istituzioni e che hanno tinto di rosso strade, case e hanno reso un inferno le vite di chi non sottostava o non era compiacente ai loro disegni empi, scellerati, delittuosi.
Solo il sacrificio di numerosissime vite di eroi noti e meno noti, che hanno combattuto e continuano a combattere questo tumore maligno, questo fetido carcinoma, ci ha fatto finalmente svegliare e prendere consapevolezza che il male può essere curato se cominciamo a far conoscere ai nostri bambini i nomi e le storie di vite spezzate, di questi uomini e donne che hanno reso con il coraggio, la determinazione e tanta generosità un servizio alla collettività e all’intera umanità.
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m.barenghi
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venerdì 29 novembre 2013
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grande impegno civile!!
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"La mafia uccide solo d'estate" è la frase che il padre della "voce parlante" -lo stesso Pif- dice al figlio per tranquilizzarlo sulle sue angosce di morte: siamo all'inizio di un percorso di circa 40 anni attraverso la vita dei palermitani, costellato da una serie impressionante di cadaveri di mafia. La leggerezza con la quale i cittadini di Palermo liquidavano alcuni decenni or sono questi cadaveri (erano sempre questioni di corna, o sgarri, o quant'altro servisse a nascondersi la triste verità di essere di fatto una città sotto assedio) è la stessa con cui Pif rievoca la propria infanzia in modo fresco e ingenuo. Abilissima, al proposito, la sceneggiatura che chiama in caso il grande burattinaio, il defunto sen.
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"La mafia uccide solo d'estate" è la frase che il padre della "voce parlante" -lo stesso Pif- dice al figlio per tranquilizzarlo sulle sue angosce di morte: siamo all'inizio di un percorso di circa 40 anni attraverso la vita dei palermitani, costellato da una serie impressionante di cadaveri di mafia. La leggerezza con la quale i cittadini di Palermo liquidavano alcuni decenni or sono questi cadaveri (erano sempre questioni di corna, o sgarri, o quant'altro servisse a nascondersi la triste verità di essere di fatto una città sotto assedio) è la stessa con cui Pif rievoca la propria infanzia in modo fresco e ingenuo. Abilissima, al proposito, la sceneggiatura che chiama in caso il grande burattinaio, il defunto sen. Giulio Andreotti: viene preso da Pif a modello di vita, al punto da spingerlo ad appendere un suo poster sul letto o all'interno della cabina balneare, o a sceglierlo come travestimento per una mascherata carnevalesca (dove vincerà il primo premio senza però essere riconosciuto da nessuno, nonostante la fedeltà del travestimento stesso!). Mano a mano che la trama si dipana a furia di funzionari dello stato che saltano per aria (tutti, in qualche modo, abilmente legati alla vicenda esistenziale di Pif) la connivenza del senatore con la mafia diventa addirittura imbarazzante: tanto per ricordare meglio a una certa parte d' Italia che il sen. Andreotti non è stato assolto nel processo di mafia, bensì riconosciuto colpevole ma prescritto per trascorrenza dei termini. Da questo film la figura del senatore esce triturata molto peggio che da "Il divo"! Una sola battuta a conferma: intervistato sul perchè dell'assenza dalla cerimonia funebre per il gen. Dalla Chiesa Andreotti rispose che .."preferiva recarsi ai battesimi che ai funerali!!"
Così dal tono leggero (e per la verità a tratti anche un po' noioso) degli anni infantili, dove la recitazione dei piccoli interpreti è talora un pochino ingenua ed enfatica, il film decolla librandosi sempre più in alto mano a mano che si succedono i morti e prendono piede sempre più impellentemente la presa di coscienza ed il senso di ribellione del popolo palermitano. Fino alla stupenda frase finale:"Quando sono diventato padre ho capito due cose: la prima è che avrei dovuto difendere mio figlio dalla malvagità del mondo. La seconda è che avrei dovuto insegnargli a distinguerla". E da qui via libera alla commovente carrellata (La Torre, Chinnici, Dalla Chiesa, Falcone, Borsellino e tutti gli altri) di lapidi con tanto di singole motivazioni alla necessità di doverli ricordare imperituramente e a tenere sempre alta la guardia contro la criminalità organizzata. BRAVO PIF!!!
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lukek
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venerdì 29 novembre 2013
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divertente, educativo, intelligente. da vedere!
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Pif realizza un film molto bello, divertente (ma per nulla banale),riflessivo, a volte serio (ma mai noioso), intelligente, educativo e , nel finale: prima serio e dal forte impatto emotivo poi dolce e commovente.
Recitazione, tutto sommato, più che buona (A parer mio: tranne qualche perplessità sull'accento siciliano usato, persino la Capotondi risulta convincente e firma la sua migliore interpretazione fin ora), ben scritto e soprattutto ben girato ma non privo di difetti (per fortuna, poco rilevanti)
Uno dei pochi (anche se non credo sia uno vero e proprio difetto, ma una cosa fatta appositamente) è l'eccessiva presenza della voce fuori campo: l'ho ritenuta poco cinematografica.
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Pif realizza un film molto bello, divertente (ma per nulla banale),riflessivo, a volte serio (ma mai noioso), intelligente, educativo e , nel finale: prima serio e dal forte impatto emotivo poi dolce e commovente.
Recitazione, tutto sommato, più che buona (A parer mio: tranne qualche perplessità sull'accento siciliano usato, persino la Capotondi risulta convincente e firma la sua migliore interpretazione fin ora), ben scritto e soprattutto ben girato ma non privo di difetti (per fortuna, poco rilevanti)
Uno dei pochi (anche se non credo sia uno vero e proprio difetto, ma una cosa fatta appositamente) è l'eccessiva presenza della voce fuori campo: l'ho ritenuta poco cinematografica.
Mi spiego: i fatti accaduti sono quasi sempre commentati dalla voce narrante , la parola sostituisce ciò che l'immagine dovrebbe spiegare.
Ripeto, non che sia un difetto rilevante, anzi , probabilmente non lo è, visto che sembra essere il marchio di fabbrica che Pif si porta dietro da "Il testimone", il suo programma su MTV(che adoro).
Nel complesso, il film mi è piaciuto moltissimo, consiglio vivamente di andarlo a vedere, sia in compagnia di amici sia in famiglia (come detto prima, ha anche un lato educativo).
Come opera prima (e speriamo non l'unica) è davvero ben fatta, complimenti!
Voto in decimi: 8 su 10.
P.S. ommioddio...ma quante parentesi ho usato?!?!
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concetta melchiorre
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giovedì 12 dicembre 2013
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un film che è una lunga dichiarazione d'amore
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ho visto il film e devo dire che oltre a essere molto poetico è per me pure una dichiarazione d'amore verso quella parte dei siciliani che non si arrende alle regole della mafia;è un film che è come un romanzo di formazione per il piccolo Arturo che man mano che diventa adulto si rende conto di quello che è veramente la mafia e gradualmente cresce pure il suo impegno per opporsi a essa;l'aspetto più convincente del film è rappresentato proprio dal fatto che tutto quello che accade ci viene mostrato usando il punto di vista del piccolo Arturo che racconta il tutto in prima persona e questo mi ha ricordato il romanzo "Le ceneri di Angela".Per concludere per me è un film da non perdere
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fra2213
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sabato 30 novembre 2013
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definirlo un "film" è quasi blasfemo!
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Seguo Pif dal suo esordio su MTV e vederlo arrivare sul grande schermo per me è stato magnifico,ma quello che mi ha sbalordito di più è stata la sua opera. Il mio titolo può sembrare un pò aggressivo,ma è un aggressività positiva."La mafia uccide solo d'estate" è un film-documentario che percorre la storia della mafia,la storia che fino a poco tempo fa era silenziosa.Io da siciliana vedo ancora,nel mio paesino,la Palermo di tempo fa perchè qua è ancora tabù parlare di mafia,perchè qua si crede che essa non esista nonostante le evidenti vicende che dicano il contrario. La mafia è il mio tasto debole quando iniziano a citarmi personaggi come il Gen.Della Chiesa o Il Giudice Falcone o Paolo Borsellino mi si stringe lo stomaco e quasi piango,perchè vedere queste persone che per me sono EROI combattere per sconfiggere qualcosa di più grande di loro e crederci mi da la forza di dire che noi popolo italiano adesso siamo "una montagna di merda" come diceva Peppino perchè noi sappiamo quello che la mafia ha fatto,quello che fa tutt'ora,ma dov'è il popolo italiano?Perchè non si combatte per avere un Italia migliore?Forse perchè loro sono riusciti a spaventarci come volevano e adesso taciamo!
Pif tu sei un grande,questo film è un capolavoro.
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Seguo Pif dal suo esordio su MTV e vederlo arrivare sul grande schermo per me è stato magnifico,ma quello che mi ha sbalordito di più è stata la sua opera. Il mio titolo può sembrare un pò aggressivo,ma è un aggressività positiva."La mafia uccide solo d'estate" è un film-documentario che percorre la storia della mafia,la storia che fino a poco tempo fa era silenziosa.Io da siciliana vedo ancora,nel mio paesino,la Palermo di tempo fa perchè qua è ancora tabù parlare di mafia,perchè qua si crede che essa non esista nonostante le evidenti vicende che dicano il contrario. La mafia è il mio tasto debole quando iniziano a citarmi personaggi come il Gen.Della Chiesa o Il Giudice Falcone o Paolo Borsellino mi si stringe lo stomaco e quasi piango,perchè vedere queste persone che per me sono EROI combattere per sconfiggere qualcosa di più grande di loro e crederci mi da la forza di dire che noi popolo italiano adesso siamo "una montagna di merda" come diceva Peppino perchè noi sappiamo quello che la mafia ha fatto,quello che fa tutt'ora,ma dov'è il popolo italiano?Perchè non si combatte per avere un Italia migliore?Forse perchè loro sono riusciti a spaventarci come volevano e adesso taciamo!
Pif tu sei un grande,questo film è un capolavoro.Nel cinema italiano ci vorrebbero più film che parlano e fanno vedere fatti veri e non certi film o serie che elogiano la mafia.DOBBIAMO DENUNCIARE QUESTO SISTEMA!
Un ultima osservazione è che i ringraziamenti sono messi all'inizio ed è una cosa importantissima,perchè diciamoci la verità chi si legge i titoli di coda e i ringraziamenti quando il film finisce?
"Film" stupendo.Consigliato a tutti e soprattutto a chi vuole farsi un pò di cultura giusta e non vivere nel mondo dei sogni!
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bluombra
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domenica 1 dicembre 2013
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stupendamente diverso dai cliche' del genere
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Certamente chi ha vissuto emotivamente la stagione terroristica mafiosa potrà apprezzare maggiormente il messaggio finale del film, ovvero che si può evere una Sicilia migliore educando sin da piccoli alla legalità.
Ma Arturo, il protagonista, non ha avuto questa sorte.
La prima parte del film è dedicata all'infanzia di Arturo che si muove in un contesto sociale e famigliare caratterizzato dalla silenziosa adesione alle regole omertose.
Stupendi e toccanti i momenti in cui il piccolo protagonista e la sua piccola amata vengono casualmente in contatto con gli uomini dello stato che in quegli anni guidano una impari battaglia contro cosa nostra.
La seconda parte del film vede Arturo ormai più che adolescente alla ricerca di un definitivo approccio con la donna della sua vita che approfittando delle sue conoscenze "politiche" gli offre anche la possibilità di un buon lavoro.
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Certamente chi ha vissuto emotivamente la stagione terroristica mafiosa potrà apprezzare maggiormente il messaggio finale del film, ovvero che si può evere una Sicilia migliore educando sin da piccoli alla legalità.
Ma Arturo, il protagonista, non ha avuto questa sorte.
La prima parte del film è dedicata all'infanzia di Arturo che si muove in un contesto sociale e famigliare caratterizzato dalla silenziosa adesione alle regole omertose.
Stupendi e toccanti i momenti in cui il piccolo protagonista e la sua piccola amata vengono casualmente in contatto con gli uomini dello stato che in quegli anni guidano una impari battaglia contro cosa nostra.
La seconda parte del film vede Arturo ormai più che adolescente alla ricerca di un definitivo approccio con la donna della sua vita che approfittando delle sue conoscenze "politiche" gli offre anche la possibilità di un buon lavoro. Al film non manca nulla: scene di pura comicità, tenerezza, insomma ha tutti i presupposti per essere considerato tra i migliori film italiani della stagione.
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