Snowpiercer |
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Un film di Bong Joon-ho.
Con Chris Evans, Song Kang-ho, Ed Harris, John Hurt, Tilda Swinton.
continua»
Titolo originale Seolguk-yeolcha.
Azione,
durata 126 min.
- Corea del sud, USA, Francia 2013.
- Koch Media
uscita giovedì 27 febbraio 2014.
MYMONETRO
Snowpiercer
valutazione media:
3,95
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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SPETTACOLARE E RIFLESSIVOdi giorgio47Feedback: 2098 | altri commenti e recensioni di giorgio47 |
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martedì 4 marzo 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un buon film che nelle oltre due ore di proiezione non ti annoia, anzi ti tiene incollato alla poltrona. Non ci sono molti effetti speciali ma una buona dose di violenza. La storia, che vuole essere una metafora sul potere, narra la lotta aspra e senza esclusione di colpi che, all’interno di un treno che trasporta i sopravvissuti di una glaciazione della terra, conducono gli ultimi occupanti i vagoni di coda per giungere alla locomotiva. A parte la spettacolarità del film c’è da rilevare che la decimazione del genere umano è dovuto alla correzione che gli scienziati avrebbero apportato al riscaldamento della terra rendendola di fatto inabitabile, quindi quasi un messaggio a non prendere per buono tutto quello che la scienza ci propina, d’altronde la storia ci insegna che non sempre questa si è dimostrata dalla parte dell’umanità. Sul treno, dal fondo, dagli ultimi vagoni ovvero dai derelitti sfruttati e repressi brutalmente, scoppia la rivolta che procede verso la testa del treno, attraverso una serie di scontri brutali e violenti. Anche in questa fase è bene rilevare che mentre è normale vedere la violenza del potere, brutale, spietata e spesso gratuita, si resta in un primo momento un pò disorientati dalla risposta, a mio parere giustissima, altrettanto violenta e fredda da parte dei diseredati. In effetti ci accorgiamo che mentre siamo abituati ad accettare la violenza del potere, siamo molto meno preparati ad accettare la violenza di ribellione, di risposta. Per essere chiaro, è come se il potere, in ogni caso, proprio nell’espletamento di questa sua funzione, ovvero di controllo, abbia in una qualche maniera la legittimazione della sua violenza, mentre l’altra sia una forma di violenza alla stato puro, senza giustificazione, almeno quella fredda e brutale. Insomma siamo abituati ad accettare o quanto meno ci è familiare la violenza del potere, meno quella dei rivoltosi. Invece nel film ci sono più di un’azione, in cui alla violenza brutale del potere, si risponde con la violenza brutale dei rivoltosi. Per finire due piccole osservazione. I vagoni di mezzo, che verosimilmente vogliono rappresentare la classe media, rimangono indifferenti agli scontri, troppo presi dai loro agi per capire quello che sta accadendo intorno a loro; ed in ultimo il tentativo, da parte del detentore del potere supremo, di ammaliare il nemico con promesse e lusinghe, che è l’ultimo tentativo di mantenere la situazione inalterata. Insomma un film che avvince e nello stesso tempo lascia riflettere su vari argomenti di cui alcuni da me non accennati, ma sicuramente rintracciabili nel film, come la funzione della scuola e della religione nel mantenimento di una situazione di stallo in cui, come dice un protagonista “ognuno ha il suo posto assegnato”!
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