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Sacro GRA |
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Un film di Gianfranco Rosi.
Documentario,
durata 93 min.
- Italia 2013.
- Officine Ubu
uscita giovedì 19 settembre 2013.
MYMONETRO
Sacro GRA
  
valutazione media:
2,97
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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SACRO GRA , LA GRANDE BELLEZZA DEL RACCORDO.
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| mercoledì 20 novembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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SACRO GRA , ovvero la grande bellezza del raccordo .Il film di Gianfranco Rosi, regista documentarista, non risente per niente dei limiti del docu-film, cioè del cinema strettamente documentario di informazione o divulgazione.Anche perché non è assolutamente un documentario , anzi, è una vero racconto per immagini con personaggi e storia narrata con la poesia e il linguaggio della migliore narrativa realista italiana , ed è proprio questo il migliore pregio del film . Benfatta la premiazione a Venezia. Ma non è solo questo. Il film racconta con la poetica di un Pasolini o di un Moravia le vite di personaggi vivi e veri, tutte agganciate ad un vero protagonista , anch'esso vivo e vero visibile ed invisibile al contempo, ma con un corpo straordinariamente pulsante , composto da esistenze frenetiche o pacate che lo rendono assoluto , parlo del vero protagonista: il Grande Raccordo Anulare di Roma. Ci voleva il coraggio di un regista come G. Rosi per raccontare la vita di una strada, o meglio le vite vissute su questa particolare strada , che raccoglie bellezze e stranezze, vite semplici o illusorie, ma tutte legittimate proprio dalla strada , poiché quelle stesse vite, viste in un quartiere storico o in un borgo di periferia della stessa Roma non avrebbero la bellezza e il grande significato di una vita vissuta dignitosamente ai margini di una autostrada. Parlo della dignità di tutti i personaggi rappresentati, dalle prostitute anziane e sagge, all'infermiere dell'ambulanza e sua madre ormai alla fine della vita dove i vecchi diventano bambini ,e qui viene raccontato un commovente dialogo tra l'anziana madre col figlio come fosse una moderna pietà e cogliendo il giocare di una madre che proprio non vuole abbandonare il figlio. Ancora personaggi dignitosi sono il vecchio pescatore di anguille e la più giovane compagna ucraina che assaggia le delizie gastronomiche romane come un semplice melone. Personaggi che nella loro eccentricità , il nobile,e la figlia, il principe, il curatore di palme, l'attore di fotoromanzi , e anche le tante donne , madri di famiglia rinchiuse in scatole di cemento, con vista sul traffico , sono figure vere , dignitose identità, che questo film rivela ad un pubblico di spettatori, magari automobilisti, utenti di raccordi, autostrade e tangenziali che mai ne avrebbero sospettato l'esistenza. Un film che figurativamente dialoga con tutte le grandi bellezze di Roma, avendo le carte in regola per avere l'ultima parola. Mauridal.
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