Philomena

Sento soprattutto il bisogno di ringraziare il regista, gli sceneggiatori e i meravigliosi interpreti di questo film. Ne abbiamo visti altri di film in cui la protagonista cerca il figlio perduto, ma direi che in questo c'è molto nolto di più. Ho insegnato 20 anni filosofia all'Università di Firenze come C.M. conosco bene i giovani e col passare dei corsi di 5 in 5 anni ho visto spengnersi sempre più la speranza nei loro occhi. I film che vediamo, anche i migliori come qualità, ci convincono sempre di più che questo mondo è un'immensa discarica e la sensibilità dei giovani è sempre più corrosa da questa forma di cinismo non sempre disinteressata. Questo è un film che più degli altri ti costringe a un'immedesimazione a volte contro la tua stessa volontà. Di fronte alla frase della protagonista : "Io la perdono",mi sono sentita dapprima insorgere contro una simile, grande e dignitosa bontà, poi è stato come se nella mia mente, molto prima che nella mia sensazione, si fosse aperta una grande porta. Quella parola "perdono" era in effetti la massima grandezza della Fede che la protagonista possiede e che le sue innocenti letture non le tolgono, come non gliela toglie la crudeltà del mondo che rappresenta la sua Fede. Che dire? Credo che tornerò più e più volte a rivederlo, il mio lavoro di saggista e scrittrice mi lega al bisogno di capire e capire, la mia sensibilità m'impone di voler provare e riprovare quella meravigliosa sensazione di pace che questo film mi ha lasciato. Credo che dovrebbe essere obbligatorio per legge farlo vedere ai ragazzi dai 15 ai 25 anni.