Mi rifaccio vivo |
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Un film di Sergio Rubini.
Con Emilio Solfrizzi, Neri Marcorè, Pasquale Petrolo, Vanessa Incontrada, Sergio Rubini.
continua»
Commedia,
durata 105 min.
- Italia 2013.
- 01 Distribution
uscita giovedì 9 maggio 2013.
MYMONETRO
Mi rifaccio vivo
valutazione media:
3,38
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La commedia di Sergio Rubini nello stile Capra
di Paolo D'Agostini La Repubblica
Della presentazione alla stampa di Mi rifaccio vivo, decima regia di Sergio Rubini, è stato messo molto in risalto quanto lo stesso attore-autore ha dichiarato per offrire una chiave di lettura del film: «una storia di pacificazione, in linea con il governissimo». Che sarà pure utile a creare richiamo in un mercato in cui se non si cattura immediata attenzione si passa subito a quello dopo, da friggere secondo lo stesso criterio, ma forse non giova all'autonomia del film e allo spirito universale del suo messaggio. Tanto universale, e questo invece nessuno lo ha rilevato, da essere una citazione di un celebre film del 1943, Il cielo può attendere del maestro assoluto della commedia brillante Ernst Lubitsch. Insomma, dovrebbe essere un onore per Rubini dichiarare la fonte anche perché indicativo di una benvenuta ricerca da parte della commedia italiana verso dimensioni poco battute, un po' astratte, "sofisticate". Mentre di smanie, per lo più perdenti, di correre dietro all'attualità e di sfornare pamphlet travestiti da commedia - cotti, mangiati e dimenticati - non si sente la mancanza. Detto questo, Sergio si conferma artista intelligente, inquieto nel senso di esploratore, eclettico nel senso di curioso senza paletti e pregiudizi, disponibile sempre a misurarsi e provare. Con parecchi anni (ed esperienza, per forza di cose) in meno e anche con qualche condizionamento autorale in più (essere nato sotto la stella felliniana in un certo senso lo ha segnato), è un po' come Michele Placido, di cui condivide la doppia anima di regista e attore. Lillo è Biagio Bianchetti, Neri Marcorè è il suo eterno e invidiato rivale Ottone Di Valerio, Vanessa Incontrada è la moglie di Biagio e Margherita Buy la moglie di Ottone, mentre il vero mattatore del film è Emilio Solfrizzi nei panni di una specie di guru dell'alta finanza chiamato Dennis Rufino. Dopo una vita spesa a rodersi per i successi di Ottone e per i propri speculari fallimenti e sfortune, Biagio la fa finita. Ma dato che il suo corpo non è stato trovato, è semplicemente dato per scomparso. Uno stravagante tassista (Enzo Iacchetti) lo conduce in un luogo dove ritrova quello che aveva già incontrato come barbone (Rubini riserva a sé questo piccolo ma decisivo ruolo) ma in realtà è un angelo - proprio come quello di La vita è meravigliosa di Capra con James Stewart, altra citazione classica - il quale accanto a Carlo Marx smista i defunti ai vari piani secondo i meriti e demeriti collezionati in vita. Ma a Biagio invece toccano i tempi supplementari. Tornerà per un certo tempo in vita, sotto le spoglie che egli stesso potrà scegliere e sceglierà quelle di Dennis, per approfittare della possibilità di correggere gli errori compiuti per invidia. E da qui si parte. L'intenzione segretamente maligna di usare l'identità del guru ascoltatissimo da Ottone per danneggiare il rivale e non certo per mettere riparo alla rivalità, si rovescerà. Il congegno c'è (e alla sua scrittura Rubini è stato affiancato da Umberto Marino con il quale torna a collaborare dopo tanti anni) anche se c'è anche un po' di sottovalutazione della sua macchinosità, tipica e necessaria in un congegno così ma dalla quale non è poi così facile emergere. Il "funzionamento" delle interpretazioni non è omogeneo. Solfrizzi non si risparmia, tra i piccoli ruoli si segnala l'avvocato mafioso di Gianmarco Tognazzi, ma di Buy che abbiamo appena lodata senza riserve per il film di Maria Sole Tognazzi possiamo lamentare l'impaccio.
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