L'ipnotista |
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Un film di Lasse Hallström.
Con Tobias Zilliacus, Mikael Persbrandt, Lena Olin, Helena af Sandeberg, Jonatan Bökman.
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Titolo originale Hypnotisören.
Thriller,
durata 122 min.
- Svezia 2013.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 11 aprile 2013.
MYMONETRO
L'ipnotista
valutazione media:
2,33
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Trama piatta, fotografia accattivantedi *Finnicella*Feedback: 100 |
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mercoledì 1 maggio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nonostante la gestione piuttosto piatta, con scappatoie narrative che rievocano gli echi di qualche classico thriller di quelli al limite del paranormale, e le ambientazioni lente e cadenzate di un paio di serie tv recenti, come "The Killing", la pellicola potrebbe avere i suoi lati d'effetto. L'ambientazione nordica e la caratterizzazione particolare di una società diversa da quella a cui è avvezzo il consumatore di cinema mordi e fuggi, donano a questo film sfumature particolari e spaccati culturali desueti. Il cupo grigiore in cui tutta la storia si svolge sembra avere un sapore diverso dal tetro abituale a cui ci hanno preparato le pellicole più tradizionali. Fotografia interessante e accattivante, purtroppo non sempre supportata dal movimento. La trama risulta spesso troppo lenta e cadenzata e i personaggi eccessivamente insulsi. Il fulcro della pellicola, il famoso medico ipnotizzatore, alias Mikael Persbrandt, pur riuscendo benissimo a incarnare il personaggio del bel fascinoso, non ha l'incisività che si richiederebbe a tale personaggio, e i conflitti personali che lo affliggono, legati a un passato scandalo e a problemi coniugali avrebbero potuto essere sfruttati ed esplorati decisamente di più. Avrebbero sicuramente configurato un personaggio con uno spessore emotivo diverso. Dell'investigatore di turno si intuisce poco e si sa anche meno, nessun flashback come da tradizione ma neanche motivi che alimentino il pensiero dell'osservatore verso l'appoggio o il distacco dal personaggio e dal suo agire. Jonatan Bökman sembra invece una scoperta interessante, il ragazzo in questione, il testimone intorno a cui si stringe la faccenda, riesce a esprimere in buona parte una serie di conflitti e una personalità ai limiti del borderline che danno corpo al fulcro centrale dell'azione, quando finalmente si definisce chi è responsabile per cosa, regalando anche qualche momento puramente sinistro, sembrando per un istante ai confini tra sovrannaturale demoniaco, e umanamente folle. Delude Lena Olin, pur costruendo qualche momento di drammaticità genitoriale funzionale, e definendo discretamente i tratti essenziali del suo soggetto; non si nota la sua abituale espressività e l'impatto generale del suo personaggio risulta vacillante. Nel complesso merita di essere visto, se non altro per gustare le atmosfere e i colori di un mondo diverso, la bella fotografia e per saggiare di persona le capacità di questi attori, molti dei quali assolutamente sconosciuti sui nostri schermi, giudicate voi.
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