L'ipnotista |
|||||||||||||
Un film di Lasse Hallström.
Con Tobias Zilliacus, Mikael Persbrandt, Lena Olin, Helena af Sandeberg, Jonatan Bökman.
continua»
Titolo originale Hypnotisören.
Thriller,
durata 122 min.
- Svezia 2013.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 11 aprile 2013.
MYMONETRO
L'ipnotista
valutazione media:
2,33
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
|||||||||||||
|
|||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
soporifero e disomogeneodi carloalbertoFeedback: 51365 | altri commenti e recensioni di carloalberto |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
domenica 9 agosto 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La commistione di generi agli antipodi, nella fattispecie thriller e drammatico, non è semplice da mettere in scena e spesso delude gli appassionati di entrambi i filoni cinematografici. Nel caso del L’ipnotista la mancanza di una decisione preliminare e di una scelta netta circa lo stile da adottare conduce ad un alternarsi di due stili opposti per i due generi ed il film risulta disomogeneo e scoordinato, metà carne e metà pesce. Si inizia con una strage familiare truculenta, attribuita ad un presunto serial killer, si prosegue con un dramma familiare bergmaniano, per poi terminare, riprendendosi da un torpore snervante di circa due ore, con una classica scena d’azione al cardiopalma. Due ore di lentezza spasmodica con sequenze che si dilungano sul nulla per interminabili minuti, inanellando inquadrature immerse nella penombra di edifici poco illuminati, anche di giorno, o in esterni notturni, panoramiche plumbee di una Stoccolma ammantata di grigio, che fanno da interludio tra una scena e l’altra, con l’unico sprazzo gioioso del biancore di cumuli di neve e poi, finalmente, quando mancano tre minuti alla conclusione liberatoria, c’è l’unica scena soddisfacente di tutto il film, in cui azione e suspense e tecniche di ripresa eccellono e mostrano che tutto quello che noiosamente è accaduto prima e ne ha costituito l’antefatto era voluto e non dovuto a mancanza di “arte” o di maestria. L’intento era, dunque, quello di rappresentare in primo piano il dramma di una coppia in crisi e collocare sullo sfondo una città ordinata e ipercivilizzata sotterraneamente percorsa da impulsi irrazionali e carichi di violenza repressa. Non basta, tuttavia, avere a disposizione una delle attrici di Bergman, Lena Olin, per mimare adeguatamente, anche se in forma ridotta, Scene da un matrimonio, così come non è bastato avere un plot tratto da un best seller svedese per realizzare un film interessante. Le dosi massicce di sonnifero che assume il protagonista, Mikael Persbrandt, per avere un po’ di tregua dai sensi di colpa che lo attanagliano per un presunto errore professionale commesso nel passato, non servono purtroppo allo spettatore, narcotizzato quanto basta per arrivare riposato e pacificato in fondo alla pellicola.
[+] lascia un commento a carloalberto »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ultimi commenti e recensioni di carloalberto:
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Recensioni & Opinionisti | Articoli & News | Multimedia | Shop & Showtime |
Pubblico (per gradimento)
1° | *finnicella* 2° | onufrio 3° | wolvie 4° | carloalberto 5° | ultimoboyscout 6° | filippo catani 7° | renato volpone |
|
Link esterni
|