L'arte della felicità |
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Un film di Alessandro Rak.
Con Lucio Allocca, Nando Paone, Jun Ichikawa, Renato Carpentieri, Riccardo Polizzy Carbonelli.
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Animazione,
durata 82 min.
- Italia 2013.
- Cinecittà Luce
uscita giovedì 21 novembre 2013.
MYMONETRO
L'arte della felicità
valutazione media:
3,15
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il "deus in macchina" dell'animazione italianadi jackiechan90Feedback: 7144 | altri commenti e recensioni di jackiechan90 |
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venerdì 30 ottobre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
la nuova via dell'animazione italiana si chiama Alessandro Rak e la sua "Rak&Scop", una vera e propria "factory" dell'animazione nata all'ombra del Vesuvio. E questo film rappresenta bene una città (ma, in parte, tutta una società, quella occidentale) persa tra vecchi e nuovi mondi, tra tradizione e nuove filosofie orientali che sono solo un surrogato per fuggire da una realtà vista come soffocante. In questo scenario vediamo una Napoli perennemente piovosa dove si aggira il taxi di Sergio, un ex-musicista che ha appena perso il fratello ALfredo, anche lui ex-musicista, che aveva in precedenza abbandonato la città e la famiglia per diventare monaco buddista in Tibet. la 'perdita del fratello spinge Sergio a chiudersi nel suo taxi in preda ai suoi fantasmi, con l'unica compagnia di una radio dove uno speaker esagitato parla dell'imminente Apocalisse che dovrebbe sconvolgere la città. Nel taxi-casa di Sergio, novello Caronte nella Napoli-inferno ma anche novello Travis Bickle con le stesse allucinazioni, si avvicendano vari personaggi che raccontano a Sergio le loro storie, ciascuno di loro in cerca della propria felicità. Sergio diventa così, "deus in macchina", recettore e interprete delle voci della strada e confessore di anime, colui che muovendosi, muove tutta la storia, l'unico che può riportare speranza in un mondo sempre più inp reda alla depressione (paradossale dal momento che per tutto il film sembra lui ad essere sempre depresso). Pellicola certamente non facile, che dimostra la presa di coscienza dell'animazione che diventa sempre meno "per bambini" e sempre più grande cinema rivolto agli adulti. Cinematografiche sono, infatti, le inquadrature e lo stile di ripresa e i continui riferimenti al grande cinema d'autore (oltre a "Taxi Driver" di Scorsese anche "La 25esima ora" di Spike Lee e "Apocalypse Now" di Coppola) e i dialoghi che sono palesemente meta-cinematografici (a un certo punto il protagonista si lamenta che la gente lo prende sempre per "un cartone animato"). Un capolavoro che apre una porta aperta nell'animazione italiana con uno stile unico nei disegni e nell'animazione che unisce videoclip musicali e forte connotazione territoriale con il tratto a matita e la computer graphic. Un miscuglio sapientemente dosato che potrebbe riservare in futuro numerose sorprese e fare scuola.
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