La Grande Bellezza ****
Tra le matasse più difficili da sbrogliare va messa la recensione di questo filmone. Urticante quindi apprezzato.
Senza scomodare Fellini : il mondo di Sorrentino e' popolato di ossessioni e di maschere come quello del Maestro ma - diverso- si nutre di un osservazione parzialissima della realtà quotidiana mentre l'altro prendeva forma da sogni, bugie e desideri del Genio. Questo punto di vista così ludico,tipico della commedia all'italiana, incolla i miei occhi infantili allo schermo in attesa del sorriso,della lacrima ,del colpo di teatro. La dissacrazione delle suore,della sinistra finto-impegnata,della chirurgia estetica(tremenda)dei salotti buoni,della citta,dei bambini prodigio(tremendissima),dell'arte,dei preti e del giornalismo valgono più di dieci anni di cinema italiano mucciniano. Manca totalmente l'impegno sociale (quello trito e serioso) e questo mi piace anche di più. Protagonista del film la città di Roma : micidiale potenza capace dopo 3000 anni di annientare ogni velleità artistica dei suoi sudditi. Con la sete di potere(il divo,film sulla romanità),con la misera ambizione(l'amico di famiglia) e con la routine del vacuum. Riciclando la battuta di De Niro/Proust : ' sono andato a letto presto negli ultimi 20 anni 'Jep va a letto tardi ma regala chicche come 'un amico ha il dovere di farti sentire almeno ancora una volta bambino' e altre , almeno 5/6. Il cast e' un'invenzione pirotecnica : alcuni sembrano presenziare come presenziano alle serate ,sgomitando per esserci. Il monologo stronca-radicalchic :Tu esci anche il lunedì sera ...che neanche gli spacciatori di Popper. È stato quello il (mio)momento in cui si sente di essere sorrentiniani : il monologo sulla madre pseudoimpegnata che per riprendersi non si butta dal terrazzo ma in piscina. Acqua purificatrice. Come se nulla fosse nel finale si concedono un ballo insieme :Non siamo stati mai insieme io e te ? Vedi che ci resta ancora qualcosa di bello da fare ? E qui si potrebbe scomodare l'alta letteratura...
E c'entra pure Scola ma incidentalmente : la terrazza e'sfoggio di romanità , grandissimi attori , alcuni inarrivabili, schiavi della fama e stanchi. Anche il regista se ne compiace e il film e' autoreferenziale. Qui invece è il mulinare della nullità , la spinta artificiale (coca) e artefatta (botulino) di questo attuale mix di cocciuti presenzialisti di cattivo gusto. Il distacco del regista e'spietato,freddo,lucido.
Semmai ho trovato come elemento di novità una certa eco cappelliana, di parenti lucani etc...chissà che dal personaggio di Verdone non nasca una collaborazione futura...
Sulla fotografia e la perizia del McEnroe della macchina da presa mi pare superfluo dire. Toni Servillo crea un'intimita' stile Paul Auster e prima di dormire te lo senti ancora vicino. Rimane nelle membra un film possente,barocco,quasi indigeribile. Cosa volere di più ? Un po' di meno forse. Ma ormai abbiamo capito che Sorrentino e' questo : un vulcano in eruzione schiavo dell'eleganza che lo rallenta. A me piace così. Si attendono derive, speriamo in senso monicelliano e non formale.
La folle corsa deve essere senza tregua ma Jep la tregua, la pausa , la riflessione ce l'ha nel sangue; ama confidarsi con l'asiatica colf e guarda il mare(che non c'è'); adora l'odore delle case dei vecchi e piange ,maturo,al funerale. Chiede conforto ad un cardinale ma per risposta otterrà la ricetta del coniglio alla ligure. Italia 2013. La Grande Bellezza fa molto male.
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max.antignano
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venerdì 17 gennaio 2014
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il fattore background culturale
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Mi piace molto la tua recensione, solo mi piacerebbe arricchirla di uno spunto; io sono napoletano e vivo da vent'anni a roma...questo per dirti tieni in considerazione il background culturale di Sorrentino e di Servillo; la napoletanità di entrambi aggiungerà senso a tante cose. L' atteggiamento insieme cinico e sognante, il barocco visto e percepito, l'amara ironia, il mare che ti resta dentro (lo so, questa sembra una banalità, ma credimi chiunque sia nato sul mare sa che il mare non ti abbandonerà mai).Lungi da me rimandare a rivalità Napoli-Roma di vago (e squallido) sapore calcistico, anzi i personaggi più "belli" di questo film sono proprio icone romane doc come Verdone e la Ferilli (e che bello Venditti che appare come una visione) ma purtroppo sono anche, in quanto veri, i più sconfitti.
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Mi piace molto la tua recensione, solo mi piacerebbe arricchirla di uno spunto; io sono napoletano e vivo da vent'anni a roma...questo per dirti tieni in considerazione il background culturale di Sorrentino e di Servillo; la napoletanità di entrambi aggiungerà senso a tante cose. L' atteggiamento insieme cinico e sognante, il barocco visto e percepito, l'amara ironia, il mare che ti resta dentro (lo so, questa sembra una banalità, ma credimi chiunque sia nato sul mare sa che il mare non ti abbandonerà mai).Lungi da me rimandare a rivalità Napoli-Roma di vago (e squallido) sapore calcistico, anzi i personaggi più "belli" di questo film sono proprio icone romane doc come Verdone e la Ferilli (e che bello Venditti che appare come una visione) ma purtroppo sono anche, in quanto veri, i più sconfitti.Solo una cosa: a me i due film hollywoodiani di Muccino sono piaciuti... non c'è paragone, ma sono bei film.
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ricordi
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mercoledì 5 marzo 2014
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salve una persona spaccia per sua una tua recensio
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trovo molto lucida e precisa la tua recensione, ma c'è una persona che su fb la spaccia per sua, non condividendo questo tipo di atteggiamento e volevo segnalartelo, se ti interessa ti do il suo nominativo in privato.
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