La grande bellezza |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Pamela Villoresi, Franco Graziosi, Pasquale Petrolo, Serena Grandi, Maria Laura Rondanini.
continua»
Drammatico,
durata 150 min.
- Italia, Francia 2013.
- Medusa
uscita martedì 21 maggio 2013.
MYMONETRO
La grande bellezza
valutazione media:
3,36
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un Servillo magistrale ed un film bellissimodi jacopo b98Feedback: 37256 | altri commenti e recensioni di jacopo b98 |
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domenica 26 maggio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gep Gambardella (Servillo) è un giornalista, ha sessantacinque anni e vive a Roma. Personalità influente e di grande fascino, conosciuto da tutti per le sue sfarzose feste e per un libro da alcuni considerato un capolavoro, da altri un’opera mediocre. Pian piano, passeggiando solo o in compagnia in una città vuota e bellissima comprenderà quanto la sua vita sia vuota ed inutile. Sesto film del geniale Sorrentino, forse il migliore dopo Il divo (2008), scritto dal regista con Umberto Contarello. È la storia apparentemente felice, raccontata con toni da commedia italiana, di un uomo triste e malinconico, incarnato da un Servillo magistrale, in quella che forse è la sua migliore interpretazione. È quindi un film apparentemente calmo e disteso, eppure di grande tristezza e malinconia. La Roma di Sorrentino è bella? Sì, è la più bella Roma mai vista al cinema, ripresa dal regista con inquadrature grandiose, che testimoniano il suo strepitoso talento nella scelta delle inquadrature: fa vedere una fontana vera, e sembra che stia facendo vedere un set da milioni di dollari. È quindi un film grandioso e bellissimo, ma in fondo solo fittizio: il titolo iniziale dove appare? Lontano, dietro le case, un titolo che riporta ad una bellezza assoluta ed inafferrabile. Ma è una grande bellezza o una grande bruttezza? Questa è la domanda di un film complesso, lungo (fin troppo?) ed ambizioso, che racconta di una Roma malata e in fondo così infelice, mascherata dietro un’ombra invalicabile di bellezza e perbenismo. Così appare la grande bellezza di cui parla Sorrentino, che si prende due ore e mezzo per raccontarcelo, realizzando un film dilatato, peraltro giustamente, con alcuni momenti di reale incanto: Servillo che passeggia per le strade, solo e profondamente infelice, accompagnato solo dalla sua sconfitta voce narrante, che descrive un personaggio solo apparentemente semplice: alle feste, in società ride, beve, si ubriaca, fa sesso, ma quando è solo riflette, pensa e soffre: unico a rendersi conto del fallimento di un sogno, un italian dream folle e sciocco. E poi c’è il personaggio, bellissimo e ben interpretato, di Verdone, deluso da Roma, come dice a Gep nel finale. Merita i complimenti anche la Ferilli, che delinea un personaggio non scontato e piuttosto interessante. Splendida fotografia di Luca Bigazzi, strepitosa colonna sonora di Lele Marchitelli, che abbina brani di musica classica a canzoni moderne. Tre cameo importanti: Lillo De Gregorio, Fanny Ardant e Antonello Venditti
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