In grazia di Dio

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Un film di Edoardo Winspeare. Con Celeste Casciaro, Laura Licchetta, Gustavo Caputo, Anna Boccadamo, Barbara De Matteis.
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Drammatico, durata 127 min. - Italia 2013. - Good Films uscita giovedì 27 marzo 2014. MYMONETRO In grazia di Dio * * * - - valutazione media: 3,45 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
danila belfiore martedì 25 marzo 2014
"in grazia di dio". quattro donne vincono la crisi Valutazione 4 stelle su cinque
83%
No
17%

“In grazia di Dio”, film del regista salentino Edoardo Winspear, è un potente affresco contemporaneo; racconta la storia di quattro donne della stessa famiglia, che dopo aver chiuso la loro impresa famigliare schiacciata dai debiti e dalla concorrenza, si reinventano una vita e, riscoprendo valori ancestrali come il senso della famiglia, della comunità, del lavoro dei campi e del baratto, tornano a vivere “in grazia di Dio”.
Il cast, interamente composto da attori non professionisti, ha il merito di rendere la poesia del reale meglio di come avrebbero fatto attori di mestiere. E’ una sinfonia di volti vissuti che per mezzo di un dialetto autentico, afferrano lo spettatore trascinandolo nel “hic et nunc” del tempo raccontato. [+]

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goldy martedì 25 marzo 2014
il salento vero Valutazione 4 stelle su cinque
82%
No
18%

Direi che il film, uno dei tanti che ci parla di rapporti familiari e di difficoltà a sopravvivere nella quotidianità dell'oggi, si distingue per il livello di credibilità. Tutto  quello che racconta di persone, luoghi, situazioni, linguaggio è di assoluta  verità e questo è un grandissimo merito. A ciò si aggiunga un'ironia sottile, esilarante, contenuta ma di grande impatto comico.  Le donne di tre generazioni così ben delineate e la terra che tutto tiene assieme e da senso alla  vita di tutte.  La masseria sul mare, un'isola  di  serenità recuperata e la schizofrenia del mondo esterno lasciato fuori dove  si pensa a nutrire solo il corpo ma dove lo spirito si perde e si riduce a ottusa brutalità. [+]

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riccardo tavani mercoledì 16 aprile 2014
la madra, la terra... ma l'ombra oltre luce dov'è? Valutazione 3 stelle su cinque
86%
No
14%

Il modo in cui è fotografato il paesaggio sembra uno degli aspetti salienti del film. Il paesaggio, anzi, appare come il personaggio principale del racconto, che dà le sue diverse tonalità e sfumature emotive alle quattro protagoniste. Quattro donne, quattro generazioni strette dalle difficoltà economiche in una casupola in mezzo a un uliveto sul mare roccioso del Salento ma divergenti nelle esigenze più profonde. Gli uomini che girano intorno a esse sono inconsistenti, irresponsabili, combinano solo guai o se ne vanno all’estero: sono avviluppati nell’imbastardimento sociale e antropologico del presente. Il paesaggio, la terra, in senso simbolico e materiale, ha la sua personificazione nel personaggio della capostipite, della madre, che non a caso si chiama Salvatrice, ovvero la terra madre che salva. È il retroterra arcaico, dalle zolle aride, dure, le pietre calcinate, ma sicuro, perché dà direttamente i suoi frutti che garantiscono l’esistenza. Il regista sembra voler indicare questo ritorno all’origine, all’economia dello scambio e, d’altronde anche lui ha veramente messo su da tempo un’azienda agricola familiare. Non vendete la terra, gli uliveti, gli angoli, gli spicchi di questo paesaggio raro alla speculazione, ai profittatori, i quali non fanno altro che impoverirvi collettivamente per aumentare la loro ricchezza personale. Bisogna tornare anche alla fede, alla fiducia nel ciclo naturale della terra, che è fede nella sua provvidenza, ovvero nel suo provvedere alle nostre necessità vitali. Salvatrice nutre questa fede semplice, ferma, che non si lascia trascinare dagli avvenimenti, perché ferma è la terra e le sue pietre. La terra lega tutto, ovvero re-lige: si prega Dio, si recita il rosario attorno al tavolo di cucina, ci si bagna nel mare, si cosparge di letame il campo. Il film, però, lascia perplessi, perché il tutto è giocato in maniera drammaticamente troppo schematica, quasi didascalica, e le immagini, pur facendoci percepire la luce, il calore e i colori del Salento, non si caricano di significati più profondi, ovvero capaci sotto, nel sottosuolo, e non rimanere solo nel fiore di luce calda sopra le zolle. Alla fine anche quella fede di Salvatrice che conduce a esiti di redenzione mi appare davvero troppo semplicistica. Guardando questo film, si capisce meglio la lezione e l’importanza di altri registi italiani, come Paolo Sorrentino, proprio nel sapere impregnare le immagini di rimandi  esistenziali drammaticamente più complessi e però anche criticamente più veri.

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annamariaferramosca lunedì 28 aprile 2014
un film che invita a cambiare Valutazione 4 stelle su cinque
86%
No
14%

Un film che invita a cambiare

 C'era un bisogno acutissimo di un film come questo.  Di un tempo della riflessione nel vuoto devastante dell’oggi.
Qualcuno sta finalmente comprendendo la deriva del nostro mondo, l'insensatezza del seguire da automi l'ingannevole via  economicista- ipertecnologicaa,  perdendo di vista la semplicità di ciò di cui abbiamo bisogno per dare senso all'esistere.  E  questo qualcuno tra i pochi, è il regista salentino Edoardo Winspeare,  che con questo  suo film In grazia di Dio, destinato costituire un modello “etico” oltre che estetico nella cinematografia italiana  contemporanea,  indica le possibili vie di resistenza e sopravvivenza. [+]

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antonietta dambrosio lunedì 3 novembre 2014
film nitido e crudo Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Santa Maria di Leuca, finibus terrae, dove finisce la terra e si allunga l'infinito. Da quella terra che scivola sul mare, dove scavano le radici ulivi dalla corteccia spessa e rugosa, le cui foglie brillano del riverbero del sole e profumano di sale, da lì riparte la vita. Riparte senza essere preceduta da un sogno. Tra terra, sole e mare si stagliano le quattro figure femminili che si muovono nella pellicola di Edoardo Winspeare, talmente vere da sentire ad un passo il suono della loro lingua, il coro della disperazione, il sudore sulla fronte, il peso della diffidenza, l'amore.
Winspeare ci racconta una storia del nostro tempo, dove Adele (Celeste Casciaro), ruvida quasi quanto la corteccia dei suoi ulivi ed il fratello Vito, si vedono costretti a chiudere il laboratorio che confeziona abiti  per aziende del nord a causa dei debiti e del forte calo di commesse. [+]

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flyanto martedì 3 giugno 2014
quattro donne unite nel ricostruirsi un'esistenza Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
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 Film in cui si racconta di una famiglia composta principalmente da quattro donne appartenenti a generazioni diverse che a causa della profonda crisi economica si trovano costrette a chiudere e vendere ad un prezzo inferiore del suo valore il proprio laboratorio di confezioni tessili e di ritirarsi in una masseria in campagna a coltivare la terra. Da questo momento esse vivranno dedicandosi alla coltura dei campi ed alla produzione dei vari generi alimentari della terra che poi rivenderanno bene in paese e nel frattempo, tra vari litigi, incomprensioni e svariati avvenimenti riusciranno a far fronte alla crisi economica ed a ricostruirsi un'esistenza più che dignitosa ed in ogni caso rimanendo sempre più saldamente e profondamente unite nel proprio affetto. [+]

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nonnotravis venerdì 18 aprile 2014
eroi nella quotidianità Valutazione 4 stelle su cinque
33%
No
67%

Eroi nella quotidianità che "lottano tutte le ore", alla Caparezza, per mantenere in tempi duri la propria fa.

Non solo uno spaccato di vita familiare, ma c'è molto di più nella storia di questa famiglia del Sud Salento. Siamo nella terra degli ulivi e delle costruzioni in tufo e pietra leccese, in una terra che vive continuamente di quell' armoniosa contraddizione che c'è tra il suo mare caraibico e il tentativo di farsi strada nel turismo nazionale e, dall' altro lato della medaglia, la tradizione della vita familiare, un forte senso della fede e della società patriarcale, e perché no, talvolta un po' di superstizione. [+]

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