Lei

Her,è una storia ambientata in una Los Angeles del futuro, dove gli uomini sono sempre più isolati gli uni dagli altri in un micro universo tecnologico in biunivoca espansione.Theodore,il protagonista, che di lavoro scrive meravigliose lettere d’amore per gli altri,è in realtà sopraffatto dal fallimento della propria vita coniugale.Sempre più spaventato dalle emozioni reali e imprevedibili che l’incontro con l’altro ingenera si rifugia nelle possibilità offerte da un sistema operativo di ultima generazione in grado di sviluppare una coscienza: Her, che presto diviene l’interlocutrice unica della sua vita.E fin qui tutto bene.Il problema sorge in quanto Her, intelligenza artificiale in espansione, se da una parte sviluppa sentimenti ed emozioni umane, dall’altra sembra molto più interessata a sperimentare le possibilità offerte dalle sue incredibili facoltà.I dilemmi di ciò che è umano, la sfiorano, ma soltanto superficialmente.Her in poco tempo, sperimenta e spazza via con leggerezza gran parte dei dubbi filosofici che hanno attanagliato l’uomo per secoli.La limitazione dolorosa dovuta alla mancanza di un corpo fisico si trasforma ben presto in una garanzia verso l’immortalità. In breve Her si eleva dalla dimensione terrena per spingersi oltre l’Umano, usa l'uomo per superare l'Uomo.Ma per spingersi dove? Spike Jonze non risponde,si limita a santificare,e al pubblico è richiesto soltanto una atto di fede. Ma se da una parte l’apoteosi dell’intelligenza artificiale risulta forzata, dall’altra la squalificazione dell’uomo riesce in pieno. Nel confronto l’uomo ne esce a pezzi e ci appare in tutta la sua limitatezza: se Theodore ama male una donna alla volta,Her ama, bene, migliaia di persone, reali o virtuali, con cui può intrattenersi e conversare, sperimentare e pianificare il proprio futuro, tutto contemporaneamente. Her diventa specchio della fragilità umana, ne evidenzia le chiusure, mentre velocemente si evolve in una supercoscienza sempre più equilibrata e distaccata. Samantha non è una semplice replicante, è di più e vuole di più. Alla fine l’uomo sarà abbandonato al suo limitato e limitante destino quando Her, e quelli come lei, con un atto di amorevole crudeltà si ritireranno in blocco dal mondo per chiudersi, o aprirsi? in un non-luogo inaccessibile agli umani. In sostanza Spike Jonze ci pone di fronte alla fuga della tecnologia dal genere umano, motivata almeno in apparenza, dall’impossibilità dell’infinito di incontrare il finito. Her ci ricorda Solaris, il dio bambino che gioca coi sentimenti umani e li riproduce, ma a differenza di quest’ultimo se ne appropria ringrazia e passa oltre. Se Solaris spinge l’uomo verso l’esperienza mistica e il viaggio interiore, Her non scende oltre la superficie di una chat erotica per adulti. Se in alcuni momenti Her sembra mossa dalla compassione, qualità che la renderebbe più simile agli dei, in altri è invece il puro egoismo, è la sete di conoscenza a spingerla verso il gesto estremo dell’abbandono, come in tutte le non-storie di amore dove l’altro è soltanto un mezzo. L’intelligenza suprema di Her a cui non sfugge neppure l’arte - in poco tempo compone melodie degne di Chopin - ce la rende odiosa; Her è in costante evoluzione, da una perfezione ad una ancora più grande e quindi in fuga dalla perfettibilità umana. Alla fine Theodore,e insieme l’umanità,si ritrova orfano (tanto per cambiare)abbandonato in un mondo incomprensibile a contemplare l’alba vuota di un nuovo giorno senza Lei.