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Nato dalla penna e l'immaginazione di Irvine Welsh, il Lercio approda sul grande schermo e il compito di dare un volto a questo controverso personaggio tocca a James McAvoy. Un McAvoy in gran forma e come non lo abbiamo mai visto: eccentrico, eccessivo, odioso, meschino, egoista, misogino, razzista amorale e corrotto fino al midollo. Un'nterpretazione unica, dunque, quella che il versatile McAvoy ci regalea nei panni dei lercio agente scozzese Robert "Robbo" Robertson in un film unico nel suo genere. Caotico, surreale, travolgente, perverso e contorto. Una sorta di roller-coaster o trip allucnogeno che per quanto all'inizio si e' inclini a storcere il naso, alla fine ci si lascia totalmente travolgere dalla potenza di questa pellicola, e dalla sublime interpretazione di McAvoy.
La storia, leggermente modificata e accorciata segue le vicende di questo agente alla deriva mentre cerca di rosolvere il caso di omicidio di uno studente orientale e aggiudicarsi una promozione. Ma l'aspirante detective dovrebbe cercare di risolvere il caso di omicidio, mentre le sue vere intenzioni sono quelle di scivolare a velocita' rapida nelle sue dipendenze da alcol, sesso e droga. Un trip totale, allucinato e distruttivo dentro la mente di un poliziotto psicotico e bullo, che mentre esagera con le sue dipendenze nn si tira indietro nel cercare di infangare il nome dei suoi colleghi per rovinare le loro reputazioni e ovviamente scacciarli dalla fila degli aspiranti alla promozione.
Perdendosi momentaneamente in un mix di ricordi e allucinazioni che riportano viva nella sua memoria l'ex moglie e la loro bambina, Robbo sembra piu' impegnato ad autodistruggersi che a fare altro. Ecco dunque la carta vincente del film. Quella di concentrarsi esclusivamente sulla personalita' borderline di questo psycho scozzese e costruire la trama a forma di pazzle i pezzi del quale progressivamente si incastrano l'uno nell'altro e danno un'immagine piu' completa di questo rozzo bastardo inglese. Un unico pilastro regge la pellicola e si tratta esclusivamente di Robbo, attorno al quale tuttavia girano una decina di personaggi piu' o meno bizzari ed emblematici: i colleghi, le prostitute, le amanti, il miglior amico di Robbo, Bladesey.
Supportato da una collona sonora veramente grandiosa (e doverosamente british, inclusa la cover di Creep dei Radiohead), Filth, pur tracciando un percorso diverso e distaccato dal romanzo, riuslta un film graffiante, politicamente scorreto, ricco di azione e geniale. Regia molto valida anche se volutamente esagerata, caotica e a tratti confusionale. Sceneggiatura a tratti ludica che non lascia un'attimo di tregua allo spettatore, ameno nella prima mezz'ora, tentando di tutto per trascinaro nel caos che rappresenta l'esistenza di Robbo e restando costantemente in bilico tra il grottesco, la commedia e il drammatico.
Non mancano i colpi di scena, su tutti quello finale che porta il protagonista alla risoluzione definitiva della sua sgangherata esistenza.
In altre parole non manca proprio nulla a questo film che nel suo genere si classifica abilmente come un mini cult. Un abile e ben costruito mix di pulp, dramma, commedia, psichedelia che forse inciampa in alcuni punti ma senza mai perdersi d'animo si risolleva, ti prende per mano e continua a trascinarti nell'inferno distruttivo insieme a questo lercio polizzioto.
L'interpretazione di McAvoy e' travolgente, nonche' l'elemnto che riesce a donare vita e spessore a questa pellicola. Si cala cosi bene nel ruolo di R. Robertson da risultare odioso e fastidioso quanto il personaggio che interpreta.
Un film che non credo sia adatto a tutti i palati ma che sicuramente sa farsi apprezzare e merita di essere visto.
Consigliato.
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