I Croods

Domenica pomeriggio. Ore 15,15. Si sale tutti in macchina per andare a vedere I Croods, il nuovo film evento della Dreamworks. I bambini non stanno più nella pelle : nell'ultimo mese il bombardamento mediatico è stato sistematico, fitto, inesorabile. Si arriva al cinema alle 15,50 : coda inverosimile, posti disponibili nel primo spettacolo : 3. Risultato : bambini con gli occhi lucidi, quasi in lacrime, comunque vicini ad una disperata delusione. Papà non molla. Si rimonta in macchina : altro tentativo verso un nuovo cinema. Un multisala. Arrivo alle 16,10 : anche lì stessa scena. Coda, bambini esasperati ed esasperanti, caos. Al confine con la rinuncia-inversione-si torna a casa, il papà si anima di paziente coraggio, incrocia le dita e si incolonna con altri genitori della domenica consumata e consumistica verso la biglietteria. Si avanza stile operai di Metropolis di Fritz Lang. Lo sguardo corre veloce a controllare sul tabellone elettronico i posti disponibili per la visione del film : I° spettacolo, ore 16,30, 3 posti disponibili. Niente da fare. Piccolo passo in avanti della coda su mattonelle ormai consunte e dalla forma di piedi logori. II° spettacolo, ore 17,10, 15 posti disponibili, 9 posti, 7, 4, 3,... Anche qui impossibile. Il papà guarda i suoi figli vicini a lui. Gli chiede con lo sguardo di poter tornare indietro, loro gli rimandano un'occhiata alla Gatto con gli Stivali che gli chiede di resistere. Intorno a lui l'italica calca con tutte le sue sfaccettature : sudore, telefonini a tutto volume, spintoni, piedi pestati, mariti indiavolati, mogli grossolanamente imbelletate dalla serafica espressione. Ma il papà tiene duro, resiste, non molla. E alle 17,20 riesce ad acciuffare 4 biglietti per la proiezione delle 17,25, in seconda fila, laterale, in 3d. Mal di testa assicurato. Quindi dopo una tappa ai servizi igienici otturati del cinema e un'ulteriore coda tra eterni indecisi per acquistare un sacchetto di sale con qualche sparuto pop corn, si arriva con i gomiti sui posti assegnati. Praticamente stanchi morti, quasi svenuti. Il papà pensa che tutto sommato riuscirà a dormire almeno un'ora e mezza. E Invece...e invece parte un film che è subito veloce, accattivante, spiritoso. Un film che cattura l'attenzione del sopracitato genitore per i disegni un po' grotteschi e, soprattutto, per i colori vivaci e entusiasmanti. I personaggi vengono stilizzati egregiamente, ognuno con la propria caratterizzazione distintiva. Gli animali coprotagonisti delle vicende della famiglia, sono belli, diversi, innovativi e, anch'essi, accurati. La trama può sembrare un po' scontata, a tratti banale. Il rapporto conflittuale padre-figlia, la smania adolescenziale di esplorare l'ignoto sono temi più volte trattati anche recentemente ( vedi Hotel Transylvania o L'era Glaciale 4). Ma l'ambientazione diversa e il ritmo della sceneggiatura aiutano a gustarsi un film che intrattiene semplicemente e con spensieratezza. Il rapporto tra padre e figlia è genuino, sincero. Da un certo punto di vista è facile, un po' ingenuo riconoscersi, ma rimane comunque appagante, forse rasserenante. Il ritmo del racconto è abbastanza serrato, agevolato anche da un'iterazione uomo-ambiente e uomo-animale che non scadono mai in una violenza sottesa o in una morale ecologista che, in questo caso, sarebbe stata fuori luogo. Molto belle e poetiche sono le scene di un mondo alla fine (sarà strano ma mi hanno ricordato The Road), di un cammino verso la luce e, soprattutto, di un cielo stellato che è metafora del superamento di tutte le nostre paure verso ciò che non conosciamo. La luce si spegne e dal buio, dall'oscurità, da tutto ciò che colpevolmente non si comprende, appaiono infinite possibilità, innumerevoli potenzialità, incredibili visioni. I clichè comici genero-suocera, figlio tonto, padre-figlia-fidanzato di quest'ultima, sono forse un po' scontati, ma efficaci, divertenti, comunque piacevoli. In particolare il conflittuale rapporto generazionale genitori-figli è significativamente sviluppato, facendo presa sulla contrapposizione tra l'importanza che ha un padre di soddisfare i fondamentali bisogni primari della propria famiglia e la necessità dei figli di una maggiore comprensione del mondo che ci circonda. Lasciano forse un po' a desiderare la scarsa caratterizzazione psicologica della madre : messa un tantino in disparte nello sviluppo della storia, e alcune piccole incongruenze di sceneggiatura ( es.: il padre come fa a conoscere il cucciolo Douglas?). Però è stato nel complesso un bel pomeriggio in famiglia, in compagnia di un'altra famiglia: i Croods. Così simile e così vicina alle nostre, da farcela sembrare specchio ed esemplificazione delle nostre quotidiane lotte per poter tenere uniti i nostri nuclei famigliari.