Benvenuto Presidente! |
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Un film di Riccardo Milani.
Con Claudio Bisio, Kasia Smutniak, Giuseppe Fiorello, Remo Girone.
continua»
Commedia,
durata 100 min.
- Italia 2013.
- 01 Distribution
uscita giovedì 21 marzo 2013.
MYMONETRO
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La ricetta della felicità
di RescartFeedback: 8315 | altri commenti e recensioni di Rescart |
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martedì 2 aprile 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Pomodoro pachino, mozzarella di bufala e origano di Taormina. o meglio, erba per canne. Per il resto le regole per la felicità sono poche e ferree: niente raccomandazioni, niente favoritismi o nepotismi, fedeltà coniugale e fiscale. Peccato che, come ci insegna il cinema italiano degli anni ’60, gli italiani siano ineguagliabili quando si tratta di fare patacche e “sole”, come quando Totò riuscì a vendere la fontana di Trevi a un italiano reo di essere rimasto lontano dalla patria per troppi anni. Ma forse in questo film Bisio cerca proprio di imitare Totò vendendoci l’illusione che i peccatucci italiani si siano fermati, da allora, a quelli elencati nel discorso finale del presidente dimissionario, rivolto non ai politici ma ai milioni di spettatori, visto anche l’exploit del film al botteghino. Ma nel frattempo purtroppo le falle morali degli italiani si sono ampliate. Come in certe zone d’Italia dove una percentuale crescente di automobili circola con il tagliando della RC auto falso. Evidentemente in tal caso, come per gli amanti dello spinello, si tratta di un difetto tollerabile per il protagonista del film: se questi sono portati a rollare per il logorio della vita moderna, quelli sono costretti a difendersi da altri imbroglioni, che la truffa la fanno ai danni delle compagnie di assicurazione, costrette a far lievitare a dismisura i premi. E quindi in ultima analisi ai danni degli automobilisti onesti. Morale: se si tratta di legittima difesa è tutto ammesso; in fondo tra persone sane e sessualmente attive ci si può anche prendere a sonori schiaffoni, come sembra suggerirci la scena dell’amplesso trans-generazionale tra l’ultracinquantenne originale presidente e la giovane segretaria. Ma quando si tratta di prelievo fiscale non sono ammesse deroghe, neanche per i monsignori. E qui sta probabilmente la ragione della più crassa risata generata da questo film, che pretende di demolire quel malcostume che in Italia ha fatto della chiesa cattolica una zona franca talmente inespugnabile da non rendere neanche degno di censura quel titolo ecclesiastico che Bisio cita quasi en passant. Nelle sue parole quella parolina (monsignori) passa inosservata ai più distratti ed appare tanto inequivocabile quanto equivocabile per i più pignoli. In definitiva ambigua come tutto il film.
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