Benvenuto Presidente!

Eh si, accollandosi solo il costo del biglietto del cinema si ha la possibilità di ascoltare, in una sala buia e con la massima concentrazione, la ramanzina di Claudio Bisio rivolta al popolo italiano. La comicità è abbastanza spicciola, quasi da cinepanettone, salvando qualche scena. Il film non è terribile alla partenza e, per un po’, l’esasperazione della malapolitica del nostro paese, forse, purtroppo, molto più realistica di quanto si possa pensare, risulta anche divertente, ma il film comincia subito la sua fase discendente, a partire dall’improbabile personaggio di Kasia Smutniak, assistente del segretario generale del presidente della repubblica, ligia al dovere, ma poi, in realtà, figlia dei fiori che, ciliegina sulla torta, sposerà Garibaldi. E proprio questo matrimonio sarà l’assurda e improbabile conclusione del film, con la segretaria-sposa che pesca le trote in vestito bianco e l’ex presidente che forse è stato eletto anche papa. La cosa più interessante è, di certo, il discorso di dimissioni finale, rivolto, con abilità, direttamente allo spettatore. Dopo aver mostrato nel corso del film le pecche della cattiva politica, affondando in un tema presente e davvero poco comico in Italia, si riescono a mettere sullo stesso piano, con una disinvoltura e una faciloneria raccapriccianti, i rapporti mafia-politica e il negoziante che non rilascia ricevuta fiscale. La morale è: basta lamentele cari cittadini, se l’Italia è in queste condizioni la colpa è anche vostra! Passatemi lo scetticismo, ma non mi sento di dire che nel nostro paese vige il concetto “piove, governo ladro”, forse il governo è ladro davvero, perché piovono sciagure e molti cittadini, per niente colpevoli, affrontano problemi che, di sicuro, non potrebbero essere rappresentati in una commedia.