La vita di Adele |
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Un film di Abdellatif Kechiche.
Con Léa Seydoux, Adèle Exarchopoulos, Salim Kechiouche, Mona Walravens, Jérémie Laheurte.
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Titolo originale La Vie d'Adèle.
Drammatico,
durata 179 min.
- Francia 2013.
- Lucky Red
uscita giovedì 24 ottobre 2013.
- VM 14 -
MYMONETRO
La vita di Adele
valutazione media:
4,04
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un nuovo modo di raccontare una storia al cimena.di Aloisa ClericiFeedback: 500 | altri commenti e recensioni di Aloisa Clerici |
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martedì 12 novembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Abdelatif Kechiche è un regista di origini tunisine che già accese l’attenzione di pubblico e critica per La schivata e Cous Cous( Grand Premio della Giuria a Venezia 2007). Poi, l’atteso Venere nera, deluse le aspettative. Oggi, Kechiche torna a volare alto con La Vie d’Adele (Capitoli 1 et 2), dove si conquista saldamente la Palma d’Oro 2013 di Cannes. Un capolavoro del cinema destinato a cambiarne la storia. Nella trama nessuna novità, è una storia d'amore quasi banale, come se ne sono viste tante nel nostro mestiere di spettatori troppo spesso annoiati. Un amore tra donne, d’accordo, ma il tema sessuale finalmente non si sofferma sulla questione omo/etero, non diventa oggetto politico, né è giudicante; è più un binario narrativo dove si svelano raffinatissimi dettagli.Adele, (Adele Exarchopulos) è un’adolescente che vive le sue prime esperienze con i ragazzi, ma nonostante il rapporto con Thomas, sente mancare qualcosa. Vive con tormento e confusione la scoperta della sua identità sessuale tipica dell’età fiorente e non afferra ancora con esattezza cosa sia il desiderio, finché non rimane letteralmente folgorata dal fascino di Emma (straordinaria interpretazione di Lea Seydoux), una ragazza dai capelli blu. Sullo schermo scorre il pulsare viscerale della vita, dove il vero protagonista è il corpo di Adele, le sue labbra, i suoi occhi, e lo spettatore cammina sulla sua pelle, è portato a ricercare un contatto nei primi piani, a scostare con un gesto il ciuffo di capelli che le cade insistentemente davanti agli occhi, ad asciugarle le lacrime e perfino le mucose che si espandono sul viso dopo il pianto, a pulirle la bocca imbrattata di sugo al pomodoro… Una continua sfida alla partecipazione di un realismo sincero e diretto e a tratti davvero struggente. La sensorialità amplificata pone l’accento su rumori, sussurri, e le scene di sesso, (mai gratuite), sono le più lunghe ed esplicite che la storia del cinema abbia mai proposto. Anche qui massimo realismo, nessuna finzione. La grande opportunità sta anche nel sensibilizzare un pubblico benpensante e pudico all'uso di un linguaggio filmico diverso, più ardito ma autentico, più esplicito e mai volgare, che non manca di profondità e sentimento.L’eleganza del film sta soprattutto nella minuzia, nella delicatezza con cui sono trattati alcuni particolari, come per esempio, le citazioni pittoriche, chiari riferimenti a celebri icone della storia dell’arte che gli spettatori più virtuosi sapranno identificare. Il colore blu (il colore della sessualità sacra), che dall’incontro con Emma, scorre lento lungo la pellicola, denso come un liquido che si espande in ogni angolo della superficie. Il gioco degli opposti: la divisione in due parti del film, (passato e presente), due tipologie caratteriali differenti (introvensione/estroversione); due culture (modestia/ambizione), Adele è di famiglia semplice e vuole fare la maestra, Emma proviene dal mondo intellettuale, è una emancipata e promettente artista. La vita di Adele è un tributo all’arte, come coraggiosa portatrice di bellezza e verità. Un inno alla vita, attraverso la perpetua trasformazione dei sentimenti umani, dove la tenerezza riesce ancora a commuovere. Aloisa Clerici
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