La vita di Adele |
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Un film di Abdellatif Kechiche.
Con Léa Seydoux, Adèle Exarchopoulos, Salim Kechiouche, Mona Walravens, Jérémie Laheurte.
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Titolo originale La Vie d'Adèle.
Drammatico,
durata 179 min.
- Francia 2013.
- Lucky Red
uscita giovedì 24 ottobre 2013.
- VM 14 -
MYMONETRO
La vita di Adele
valutazione media:
4,04
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Le passioni della giovane Adeledi Matteo CalvesiFeedback: 713 | altri commenti e recensioni di Matteo Calvesi |
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venerdì 8 novembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Cibo e Sesso. Si, sono questi i particolari e le immagini che rimangono impresse dopo aver visto “la vita di Adele”, film del regista tunisino Abdellatif Kechiche. Un binomio sempre attuale nella storia del cinema, due bisogni che diventano piacere, ma soprattutto due temi che ci riportano alla parte più semplice e vera della nostra vita. La passione e il desiderio sono sempre vivi negli occhi della protagonista. Adele, una ragazza di soli quindici anni che si interroga su ciò che desidera e che scopre la sua omosessualità, ma lo fa nella maniera più naturale e vera possibile, senza preconcetti. Il film riesce ad esser infatti molto originale e sorprendente, una piccola gemma di emozioni da non farsi sfuggire. La durata complessiva del film è di quasi tre ore, ma che scorrono con estrema leggerezza. Non ci sono genitori autoritari, esperienze di vita difficile o i comuni stereotipi del tema dell’omosessualità durante il periodo adolescenziale; c’è solo una ragazza che conosce il piacere e lo vuole vivere pienamente, insieme ad un’altra ragazza più grande e disinibita. La relazione tra le due sembra perfetta, unica e piena di piacere carnale, ma poco dopo i contrasti e le incomprensioni affiorano. La naturalezza e la semplicità di Adele si scontrano con le ambizioni e i pregiudizi di Emma, artista e “femme-fatale” dai capelli blu, che ha stregato gli occhi della giovane liceale. La passione e il desiderio tra le due è un continuo godimento fisico, la relazione arriva però ad un punto critico. Emma, pittrice contemporanea, trasporta il suo amore sulla tela, Adele diventa il soggetto centrale di tutti i suoi ritratti come voler elevare ad arte quello che prima era spontaneità e semplicità. Emma desidererebbe che la sua compagna diventasse anche lei un’artista, che pubblicando i suoi diari o intraprendendo degli studi artistici e lasci da parte la sua vita semplice; ma Adele non è così, non ha sovrastrutture e preconcetti, inizia a lavorare come maestra di asilo e si sente pienamente realizzata, anche in cucina o nelle cose semplici di tutti i giorni. Emma adora le ostriche mentre Adele durante tutto il film divora i suoi amati spaghetti, come in un film del neorealismo italiano. Le inquadrature e i primi piani del regista sono continui sul viso di Adele, mentre lei mangia, ama o piange, così da risaltare tutte le sue passioni completamente. Il rapporto si deteriora fino in fondo, i tradimenti iniziano a insinuarsi nella relazione, fino ad arrivare alla rottura. Anni dopo le due si rincontrano ad una mostra di Emma, l’amore è ancora vivo, ma Adele è ormai una donna, che ha deciso comunque di continuare la propria vita e di convivere con la sofferenza di un amore andato in frantumi, le strade della vita infatti, viaggiano ormai su rette parallele. Matteo Calvesi
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