La vita di Adele |
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Un film di Abdellatif Kechiche.
Con Léa Seydoux, Adèle Exarchopoulos, Salim Kechiouche, Mona Walravens, Jérémie Laheurte.
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Titolo originale La Vie d'Adèle.
Drammatico,
durata 179 min.
- Francia 2013.
- Lucky Red
uscita giovedì 24 ottobre 2013.
- VM 14 -
MYMONETRO
La vita di Adele
valutazione media:
4,04
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una gigantesca storia d'amore e solitudine!di jacopo b98Feedback: 37256 | altri commenti e recensioni di jacopo b98 |
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domenica 3 novembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Adele (Exarchopoulos) è una sedicenne normalissima, frequenta il liceo, ama terribilmente leggere, è bella, un po’ timida e sta passando la tipica tempesta ormonale. Fino a quando, per caso, non conosce Emma (Seydoux), studentessa dell’Accademia di Belle Arti ben conscia della propria omosessualità. Le due iniziano una relazione amorosa fatta di amore profondo e sincero e passione. Adèle termina gli studi e diventa insegnante d’asilo, Emma diventa pittrice e sceglie spesso la compagna come soggetto per le proprie opere. Tutto sembra andare bene. Finché le paure di tradimenti, ecc. ecc. non fanno naufragare la convivenza. Le due si separano e mentre Emma non fatica a trovare una nuova compagna, Adèle diventa sola e sconsolata, incapace di dimenticare il loro grande amore. Tratto dalla graphic novel di Julie Maroh Il Blu è un Colore Caldo, l’ultimo film di Kechiche ha vinto meritatamente e senza contestazioni la Palma d’Oro al Festival di Cannes, che è stata attribuita non solo al regista ma anche alle due protagoniste che quindi fondamentalmente si sono portate a casa anche il premio alle loro interpretazioni. È un romanzo di formazione fiume: centosettantanove minuti di film, che includono un arco di tempo di vari anni (e che passano in un batter d’occhio). È un film che fa girare la testa, che provoca un vero e proprio colpo di fulmine nello spettatore: come si può non innamorarsi di questo film bellissimo, dolce, triste e malinconico allo stesso tempo. È una celebrazione dell’amore. Non è un film sul lesbismo, preso come esempio, e comunque la sessualità di Adèle rimane un mistero, bensì un melò sotto il segno della solitudine. L’amore è visto come rimedio alla cosa peggiore che possa capitare: essere soli. E se Emma prima sta con Adèle e poi si consola con la sua nuova compagna; la protagonista non riesce a trovare rimedio alla sua eterna solitudine. Come dice nella tristissima scena del litigio che porterà alla separazione delle due: Ti ho tradito perché mi sentivo sola. Film lungo, non troppo prolisso, ma insistente e spinto, specie nelle lunghe sequenze erotiche tra le due interpreti, ma gli atti sessuali, di cui Kechiche non ci risparmia nulla sono visti come una celebrazione dell’amore e un antidoto alla solitudine; proprio per questo non c’è volgarità nella rappresentazione della passione femminile, ma solo una sincerità disarmante che non può non commuovere. Non è un film per ragazzi, proprio per le lunghe e ripetute scene di sesso spintissime ed estreme, ma è un’opera che forse proprio gli adolescenti dovrebbero vedere, per capire la vera essenza dell’amore e la violenza del distacco che porta alla solitudine, la malattia peggiore. Infine non si può non parlare delle due interpreti, Adèle Exarchopoulos, esordiente ventenne assolutamente STRA-OR-DI-NA-RIA, che ci regala la più grande performance femminile dell’anno e non solo; e Lea Seydoux, già apprezzata in altre pellicole francesi come Sister, molto brava, anche se non al livello della partner. Da vedere, rivedere, apprezzare e adorare. Andate a vedere La vita di Adele: vi resterà nel cuore.
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