La vita di Adele |
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Un film di Abdellatif Kechiche.
Con Léa Seydoux, Adèle Exarchopoulos, Salim Kechiouche, Mona Walravens, Jérémie Laheurte.
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Titolo originale La Vie d'Adèle.
Drammatico,
durata 179 min.
- Francia 2013.
- Lucky Red
uscita giovedì 24 ottobre 2013.
- VM 14 -
MYMONETRO
La vita di Adele
valutazione media:
4,04
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Predestinata a quell'incontrodi Donatella GrassoFeedback: 100 |
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domenica 27 ottobre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“La vita di Adele” non è un film su una storia omosessuale. In realtà,rappresenta l’universalità di certe esperienze interiori che compongono il cammino amoroso. La storia è quella di un’adolescente inquieta che, ad un certo momento, vede trasformare la sua identità dall’incontro casuale con uno sguardo, quello della “ ragazza dai capelli blu”. Da quel momento, tutto cambia per lei e, il sogno erotico fatto dopo l’incontro con la sconosciuta, le svela altro di sé. Predestinata quasi a quell’incontro, Adele viene catapultata nella vita vera dove sperimenta una vasta gamma di sentimenti: l’amore travolgente fisico e mentale, l’importanza del caso e del destino fino al senso di separazione e al dolore che ne deriva quando la storia d’amore naufraga nelle differenze sociali e culturali delle due protagoniste. Emma, raffinata, artista, intellettuale e Adele che ambisce al “posto sicuro” e reclusa al ruolo di "moglie e massaia" in una vita di coppia. Lei che mangia spaghetti caserecci al sugo, ingurgitandoli avidamente, leccandosi le dita e innaffiandoli con un dozzinale vino rosso ed Emma che, invece, gusta le sue raffinate ostriche accoppiandole, rigorosamente, con un vino D.o.c. Sembrerebbe quasi banale Adele al cospetto di Emma. E invece, ad uno sguardo attento, si può scorgere tutt’altro: la voglia di vivere di un’adolescente che vuole strappare a morsi la vita, particolare che risalta attraverso i continui primi piani della sua bocca sempre umida e socchiusa; si scorge l’audacia e il coraggio di una ragazzina che, scoprendo le sue pulsioni omosessuali, non scappa impaurita, ma le accoglie. Così come quando, dopo la separazione da Emma, si trascina compiendo uno sforzo sovrumano per continuare a lavorare arrancando faticosamente nonostante il “lutto” della separazione le crei dentro un dolore acuto e lacerante. Una vera iniziazione alla separazione che sarà, forse, la prima di una serie nella vita. Alla fine del film, Adele si reca alla mostra della sua amata per l'ultimo tentativo di riconquistarla. Adele getta uno sguardo furtivo ai quadri dove c’è lei ritratta, la “musa ispiratrice di Emma” ma quasi non se ne cura. Non è lì per questo. È lì, ancora una volta per lei. Per vederla. Per toccarla ancora. Per poter fare ancora l’amore con lei. ma la speranza si frantuma. Quella storia potrà continuare a vivere solo dentro di loro, come la frase che le dice Emma al bar:“Per te provo una grande tenerezza che mi porterò dentro per tutta la vita”. Adele, allora, lascia la sala, camminando in solitudine dentro un abito blu, sconfitta sul piano dell’amore ma vittoriosa sul fronte della presa di coscienza di sé come donna. Il film è l’incontro tra due mondi distanti che si fondono, annullando le differenze, nell’intesa fisica e spirituale. Ma il regista, ha preferito esaltare la corporeità delle due protagoniste e lo fa senza farsi il minimo scrupolo nel catapultare lo spettatore dalla delicata e tenera scena del bacio saffico sotto il sole di una panchina ad un amplesso vivamente esplicito, lungo, disinibito, ricco di dovizie di particolari, soprattutto anatomici. Spudorato oltre misura. Forzato. La storia d’amore si svolge in un arco temporale di 4-5 anni. Ma chi se n’è accorto? Il tempo è abbozzato e messo a disposizione di qualche spettatore particolarmente attento. Resta comunque la bravura delle due attrici che, più che interpretare un personaggio, lo diventano con un’abnegazione totale che genera un tenero apprezzamento.
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