Anni felici |
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Un film di Daniele Luchetti.
Con Kim Rossi Stuart, Micaela Ramazzotti, Angélique Cavallari, Benedetta Buccellato, Martina Gedeck.
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Commedia,
durata 100 min.
- Italia, Francia 2013.
- 01 Distribution
uscita giovedì 3 ottobre 2013.
MYMONETRO
Anni felici
valutazione media:
2,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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la scoperta dell'egoismodi bruno nasutiFeedback: 100 |
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sabato 5 ottobre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
è un film profondo che attraverso le vicende private di una famiglia propone una descrizione della deriva antropologica contemporanea.oggi si vive a tratti, cercando di riempire i propri vuoti cercando una serie infinita di soddisfazioni provvisorie (il localino,il sesso qua e là, l'hobby,il viaggio, il calcetto..).ebbene la conclusione del film tratteggia proprio questo stile di vita attraverso le parole del ragazzo - narratore:non il lieto fine del 'vissero insieme felici e contenti',ma 'si continuarono a frequentare sporadicamente' cercando altrove la 'quiete' che la relazione intensa e costante della coppia tradizionale (ancora viva fino a quell'anno 1974 evocato dall'inizio,l'anno del referundum sul divorzio!) metteva in discussione.il film racconta la perdita dell'innocenza da parte delle enfatiche e generose generazioni dell'epoca.simbolicamente la sceneggiatura propone da una parte una famiglia intellettualistica (dedita alla ricerca della perfezione in ogni campo della vita,non solo -com'era evidente all'epoca -in quello della politica) caratterizzata da relazioni fredde e castranti,coi genitori gelidi tutori di modelli ideali capaci di generare un infinito senso di inadeguatezza (la ricerca del successo nel campo dell'arte con proposte improntate all'utopia modernistica del 'nuovo',della 'rivoluzione');dall'altra una famiglia di commercianti attenti ai sensi, alle cose, al presente, quindi ricca di relazioni umane e capace di densità affettiva.insomma da una parte l'utopia (identificata qui nell'arte,cioè nella sua sostanza estetica),dall'altra la realtà;da una parte il progetto che crea ansia,dall'altra l'immersione nel divenire delle cose.da una parte il padre,quindi, dall'altra la madre.e i bambini (ovvero gli adulti di oggi)a guardare e a imparare cosa si deve e cosa non si deve fare.tante scene divertenti,alcune commoventi,non fanno che guidare (per chi ha voglia e per chi ha gli 'occhiali' adatti)alla scoperta della progressiva e definitiva affermazione del cinismo.la macchina da presa del bambino vale come segno della capacità del cinema di raccontare attraverso vicende particolari situazioni generali..il film merita una partecipazione aggiore che non l'occhio specialistico e superficiale di cinefili capaci di ragionare solo in termini di inquadrature e montaggio.
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