Allacciate le cinture

Vivere, ridere, piangere: il mondo di Oz(petek) è al capolinea

Il mondo di Oz(petek) ha quel disincanto sociale idealizzato che si compone di un ripetitivo agglomerato di personaggi, come in una grande famiglia, che vivono, amano, si ammalano, muoiono, spesso tra fantasmi e passato, nostalgie e chiacchiere. In questo il cammino del regista italo-turco è esemplarmente lineare, in un intreccio che si appoggia sulla commedia, con incursioni, spesso sbandate, su melò e noir, con spruzzate kitsch e pittorescamente queer. In quest'ultimo "Allacciate le cinture", abbandonati i cascami vintage di "Magnifica presenza" non solo il titolo è generico: è una storia semplice a dispetto delle apparenze (amori, tradimenti, amicizie, follie, malattie, bambini petulanti, gay placidamente tormentati), che si svolge sotto il sole leccese, con Kasia Smutniak che per mezzo film ha una recitazione impalpabile e per l'altro si sforza invano di apparire disperata e fisicamente a pezzi; e Francesco Arca, attore completamente a vuoto, che espone appena può il suo corpo esuberante, da macho che sa di officina e sesso, totalmente omofobo e abbastanza idiota, che non ti puoi non innamorare (almeno così succede nel film). [...]

di Adriano De Grandis, articolo completo (2245 caratteri spazi inclusi) su Il Gazzettino 7 marzo 2014