After Earth - Dopo la fine del mondo

Se potessi assegnare il premio per il film più banale degli ultimi 12 mesi, lo assegnerei a After Earth. Mai l'avrei aspettato così prevedibile e "piatto", la trama prometteva infatti bene: L'umanità si è rifugiata su pianeti lontani dopo aver sostanzialmente perso una guerra contro gli alieni invasori. La Terra è dunque rimasta inabitata per mille anni e l'intero panorama vegetale e animale si è evoluto in chiave anti-essere umano. ( Sorvoliamo sul fatto che nessun essere o vegetale si evolve in mille anni ). Gli spunti per creare un bel mix di azione e avventura ci sono tutti. Il regista ha inoltre la rara possibilità di presentare un pianeta Terra visto da un'unica prospettiva; selvaggio e libero dal giogo opprimente del genere umano. Quello a cui assistiamo invece, è una corsa di pochi chilometri nella giungla da parte del giovane Kitai. Tutto quello che il regista sa offrirci sono: una sanguisuga letale, un maxi volatile, tigri dai denti a sciabola ( !? ) e maxi scimmie assassine. Il combattimento finale tra Kitai e l'alieno ci ricorda che stiamo assistendo ad un film di fantascienza e non ad una versione moderna di Mowgli. Con l'uccisione del mostro lo spettatore si rende conto che il film è davvero terminato, che no, non vedremo combattimenti epici, nulla di più. La fine del film mi ha personalmente lasciato di stucco, in quanto convinto che il meglio dovesse ancora arrivare. Anche ipotizzando che il regista volesse regalarci un "trattato sulla paura", After Earth rimane un autentico flop. "Vedi, la paura è solo un'illusione, non fraintendermi... Il dolore è reale, la paura è solo una scelta". Questa frase di Will Smith, e la scena finale, dove Kitai domina le proprie emozioni, non sono a mio avviso abbastanza per poter parlare di "trattato sulla paura". After Earth non è molto altro se non una disperata corsa in una giungla impazzita, tra scimmie e alieni che sanno sanno paradossalmente di troppo.