12 anni schiavo |
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Un film di Steve McQueen (II).
Con Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Benedict Cumberbatch, Paul Dano, Paul Giamatti.
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Titolo originale 12 Years a Slave.
Biografico,
durata 134 min.
- USA 2013.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 20 febbraio 2014.
MYMONETRO
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La scelta di Solomon "12 anni schiavo"
di MAURIDALFeedback: 16436 | altri commenti e recensioni di MAURIDAL |
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sabato 8 marzo 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
quando un giovane artista inglese, colto ed intellettuale come steve mc queen, di formazione molto britisch ,studi in college a londra, ha poi una svolta newyorkese , riscopre le sue origini nere e inizia il lavoro di regista cinematografico, allora riusciamo a comprendere meglio, le sue scelte nella riscoperta della tematica dello schiavismo americano nel 1840 , al tempo della seccessione nord sud ante Lincoln e nel pieno della formazione culturale americana, della separazione razziale tra bianchi e neri .Dunque comprendiamo, approvandola, la scelta di realizzare un film per raccontare la storia vera di un uomo nero ,libero cittadino di New York Solomon Northup ,violinista , che diventerà per l’inganno degli amici bianchi , schiavo negro comprato e segregato da ricchi bianchi proprietari delle piantagioni di cotone degli stati del sud. Dunque una vicenda pienamente americana che riguarda la formazione politica e culturale di quelli che poi di lì a poco saranno gli Stati Uniti d’America , potenza economica e militare del mondo. Tuttavia il regista coglie e propone oggi, una contraddizione e una ferita, sì rimarginata nel corpo degli americani ma ancora bruciante come il razzismo e la relativa tendenza a ripercorrere vecchie strade di schiavismo e separazione. In forme differenti, certo, non essendovi oggi in America schiavi, neri o americani di colore , segregati, fisicamente, pur essendoci grosse differenze tra ricchi e miserabili . La forma di razzismo cambia e si tramuta in separazione economica, in mancato sviluppo e marginalità sociale. Il film racconta di come quest’uomo nero , Solomon, forte di animo e di principi di giustizia, rimane incrollabile di fronte le torture sadiche inflittegli dai padroni bianchi per lunghi 12 anni, ma sempre in attesa del riscatto finale e della libertà che in fondo lui cerca e sa di trovare nelle leggi e nella giustizia americana. Solomon , non è un ribelle rivoluzionario, anzi , si piega alla schiavitù rimanendo un uomo libero nella sua mente e nella sua arte di musicista. La scelta di Solomon , agli occhi dei neri contemporanei d’America forse è discutibile, ma il giovane regista Mc Qeen la rispetta, e la ripropone a tutta l’America democratica per ribadire che il popolo nero ha conquistato a duro prezzo la Libertà , e che difficilmente tornerà indietro. Un film di buon cinema narrativo, ben interpretato da tutti i protagonisti, che lo spettatore anche nelle scene più cruenti, vuole condividere, per la definitiva condanna del razzismo e della schiavitù vere piaghe del genere umano. mauriziodalessio
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