Tutto tutto niente niente |
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Un film di Giulio Manfredonia.
Con Antonio Albanese, Lorenza Indovina, Nicola Rignanese, Davide Giordano, Lunetta Savino.
continua»
Commedia,
durata 90 min.
- Italia 2012.
- 01 Distribution
uscita giovedì 13 dicembre 2012.
MYMONETRO
Tutto tutto niente niente
valutazione media:
2,74
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Serve a poco il cinepanettone "di sinsitra"
di Paolo D'Agostini La Repubblica
quella di un panorama troppo seriamente problematico per affrontarlo a suon di caricature. È banale ma le cose stanno così. E quello che di originale, efficace e riuscito c'era, soprattutto come messa in scena, nel precedente Qualunquemente, sotto la regia dello stesso Giulio Manfredonia, qui in Tutto tutto niente niente va perduto. Che non è una sotto-valutazione tout court dell'Albanese cinematografico, il quale fuori dai "suoi" personaggi ci ha consegnato prove da attore eccellenti come in Questione di cuore di Archibugi o Giorni e nuvole di Soldini per dire solo delle più recenti.
In campo scendono Cetto La Qualunque politico meridionale ultra compromesso con la criminalità organizzata, Frengo Stoppato estimatore di qualsiasi sostanza stupefacente e impegnato nella corsa a farsi dichiarare beato in vita, e Rodolfo Favaretto che predica la secessione e l'annessione del suo paese all'Austria. Tutti e tre finiti in galera-Favaretto perché traffica in manodopera clandestina e ha creduto di cavarsela dopo un incidente sul lavoro buttando il cadavere in laguna- torneranno utili al sottosegretario Fabrizio Bentivoglio e al suo governo bisognoso di voti: rimessi in libertà e portati in Parlamento.
Ma la formula della farsa alla Totò, e del "è tutto un magna magna", lascia pienamente insoddisfatti. Anche se l'intenzione "alta" è quella di inchiodare alla sua pochezza la politica "con la p minuscola", anche se c'è la nobile denuncia della donna oggetto. Anche se le occasioni comiche non mancano e anche se (meno che in Qualunquemente comunque) c'è un'idea di costruzione di un look grottesco che è poi l'estensione delle idee originarie di Albanese supportata da scenografia, costumi e fotografia. Dispiace dirlo ma è comunque una scorciatoia, che serve poco a qualsiasi causa si voglia servire, sia quella di un cinema satirico denso e vigoroso, sia quella di una società- e l'uscita del film casca proprio in un bel momento-che non ha bisogno di macchiette consolatorie. Né di cinepanettoni "di sinistra".
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