The Silver Linings Playbook e' un film assolutamente adorabile. Costantemente in bilico tra dramma e commedia romantica, e' un film che racconta la storia di due persone emarginate, due persone ''al limite''. Ed e' proprio per questo che lo spettatore sin da subito simpatizza e si identifica anche nei protagonisti, Pat e Tiffany. Proprio perche' non sono i comuni protagonisti delle classiche commedie, ma sono persone che molti di noi, hanno vissuto esperienze traumatiche e le circostanze li hanno fatti crollare psicologicamente. Infatti Pat e Tiffany non rappresentano altro che le due facce della stessa medaglia, rappresentano la fragilita' umana che molto spesso ci bussa la porta sotto forma di disturbi psichici che ci spingono oltre il nostro limite: La depressione, la mancanza di autocontrollo, il disturbo bipolare, l'esaurimento nervoso. Tutti insidiosi disturbi con i quali tutti -prima o poi- veniamo a contatto nella vita.
E proprio quelli che caratterizzano le personalita' problematiche di Pat e Tiffany. Pat, e' uscito dopo 8 mesi da un ospedale psichiatrico per aver massacrato di botte l'amante della moglie, e successivamente essergli stato diagnosticato il disturbo bipolare. Tornato a casa dei suoi genitori, Pat continua il suo percorso verso la guarigione cercando di restare ottimista e vedere il silver lining, il risvolto positivo in ogni cosa. Anche se in realta' la sua vita continua ad andare a rotoli: gli e' vietato avvicinarsi alla moglie grazie ad un mandato restrittivo, ha perso il suo lavoro come insegnate di liceo e la sua ex casa. Insieme a tutto cio' c'e' il fatto che Pat si fissa con l'idea di tornare con la moglie Nikki, un'idea che ben presto si trasforma in un' ossessione grazie alla quale si iniziera a correre (per rimettersi in forma e piacere a Nikki ma anche-metaforicamente- per corerre lontano dai propri errori commessi, dal proprio passato problematico).
Cosi, cerca sin da subito di riallacciare i rapporti con gli amici comuni con la speranza di riavvicinarsi a Nikki prima possibile, ma specialmente andra' in contro a molte crisi depressive. Come se non bastasse Pat e' asfissiato dai genitori, e specialmente dal padre (De Niro) il quale e' ossessionato dal football e la sua squadra del cuore, gli Eagles. Grazie a questa ennesima ossessione (parallela a quella per i telecomandi) perdera' il lavoro e la pensione e si giochera' tutti i risparmi in stupide scommesse che mettono a rischio la sua attivita' come proprietario di un ristorante.
Ma Pat cerca di non perdere mai l'obbiettivo e guarda sempre in avanti. Excelsior (positivita') e' del resto il suo mantra, e cosi prosegue la sua vita fallimentare, tra crisi, incontri settimanali con lo psicologo, e tanto jogging. Fino a quando non s'imbatte in lui Tiffany, anche lei giovane vedova problematica e dal passato disturbato, segnato da dipendenze dal sesso e dagli psicofarmaci, dopo la morte improvvisa del marito. I due all'inizio sembrano uno l'esatto opposto dell'altra ma in realta' condividono stati d'animo ed esperienze molto simili. Il motivo del loro avvicinamento e' scaturito grazie ad una lettera. Una lettera che Pat scrive a Nikki ma che non ha altro mezzo per fargliela avere sino a quando Tiffany si offre di farlo in cambio di un favore: partecipare insieme a lei ad un concorso di ballo.
A quel punto inizia la vera conoscenza dei due anti-eroi i quali grazie alla danza scoprono un lato diverso di loro stessi e riscoprono il lato postivo della vita, la quale sino ad allora li aveva schiacciati.
La costanza e l'impegno col quale si dedicano ad un progetto in fin dei conti banale, come appunto prepararsi ad un contesto di ballo, mette in evidenza come entrambi hanno bisogno di un piccolo pretesto (come il ballo) per provare cose nuove, dare una spinta diversa alla propria vita, e cambiare la prospettiva con la quale affrontano il mondo. Ed e' grazie a questo cambiamento che si scopriranno innamorati e Pat riuscira' finalmente a liberarsi dall'ossessione per l'ex moglie che lo perseguitava ovunque.
Tiffany e Pat all'inizio si scontrano ma man mano che la loro conoscenza procede scoprono di potersi aiutare a vicenda e superare insieme i traumi e le difficolta' che hanno vissuto in passato, facendo si che nasca tra loro una intesa forte e un legame altrettanto intenso.
The silver linings playbook e' un film assolutamente brillante, che riesce a conciliare perfettamente il genere drammatico insieme a quello della piu' classica commedia romantica, ma senza mai cadere in banali e ultra-conosciuti sentimentalismi o luoghi comuni. Nessun elemento di melo' nel film di O'Russel ma tanta voglia di portare freschezza sullo schermo, sia in termini di una storia fuori dal comune, di personalita' problematiche e borderline, sia in termini dei protagonisti emergenti (e quindi freschi). Strepitosi gli attori, ma su tutti Bradley Cooper il quale finalmente si lascia andare in un personaggio non stereotipato che ti resta impresso nella mente. A volte esplosivo, a volte iroso, poi melanconico ma anche divertente; riesce a dare al personaggio di Pat spessore e intensita'. Si tratta di un personaggio al quale, nel bene o nel male, ci si affeziona e lo si simpatizza immediatamente. Brava anche la Lawrence, convincente nell'interpretare un personaggio complicato e fa emergere il suo talento recitativo.
Regia e sceneggiatura solida ed efficace che convince ed appassiona gli spettatori con una storia sentimentale fuori dagli schemi. Un film che parla di disturbi i quali affliggono sempre piu' spesso gran parte della popolazione ma soprattuto della voglia di riscatto, di trovare il lato positivo delle cose (e della vita) in un mondo e in una societa' troppo difficile e spietata da affrontare, pronta ad emarginarci e ferirci anziche' sostenerci. Imperdibile.
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