Come un tuono |
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Un film di Derek Cianfrance.
Con Ryan Gosling, Bradley Cooper, Eva Mendes, Dane DeHaan, Emory Cohen.
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Titolo originale The Place Beyond the Pines.
Thriller,
durata 140 min.
- USA 2012.
- Lucky Red
uscita giovedì 4 aprile 2013.
MYMONETRO
Come un tuono
valutazione media:
3,11
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Tuono e fuga al cinema del pronomedi M. Di NapoliFeedback: |
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martedì 28 maggio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mancava qualcosa nel cinema, anche se spensierato di un pomeriggio isterico. Andare al cinema al posto di ammalarsi, ci sono malattie paragonabili ad immagini, immagini\ricordo che si fanno volto e che non tornano. Un volto pompato, un volto\fuga con un misto di disperazione e forza interiore silenziosa dove percepiamo l’infelicità solo perché usiamo la terza persona singolare, in quanto come insegna Blanchot parlando di Kafka: Non mi basta scrivere “io sono infelice”, finché non scrivo altro sono troppo vicino a me perché questa infelicità diventi davvero mia. Erano anni che ci si perdeva in eroi abili con le parole, eroi dell’”io”, scaltri, mancava forse un gesto (inserire una pistola in bocca, spaccare un occhio al compagno della propria moglie senza perdersi in chiacchiere, e tante altre scene del film), mancava l’”egli”. Ebbene sembra che Luke nel film in questione abbia tracciato una linea di fuga. Si era già visto qualcosa in Drive, dove alla regia c’era Nicolas Winding Refn, altro regista del silenzio che lo fa muovere bene, il silenzio, in Valhalla Rising dove il protagonista non pronuncia mai una parola. Cianfrance è un documentarista della telecamera, non si perde in fronzoli, non ci annoia con le retoriche alla Troy, o alla 300. Con quelle noiosissime voci fuori campo di commento all’azione, ci mostra lo scontro di un corpo con una caduta, con un proiettile. Ci fa sentire di nuovo il suono, si sentono i suoni stranamente in questo film, il cinema ci ha disabituato a sentire i suoni, li si ricorda in un condamné à mort s'est échappé di Bresson, il suono: suono-oggetto, suono immagine. Ma anche il suono altro non è che una via di fuga in motocicletta, luogo-comune stra utilizzato, stancato, stirato, ma che ritorna nella figura dell’ ”egli”. Quella terza persona che diventa la privazione di poter dire “io”. Se dico “io” ho ancora qualcosa, sono in possesso di un “io” infelice. Combinazioni sbagliate in un cinema di frammenti, di qualcosa? Un motociclista che si perde nel montaggio tra alberi, che si fonde con le foglie su rami che si muovono come fulmini verdi lungo la strada, se ne risente qull'odore, di terra, di erba, minerale.
Dove resta il segno del padre. Che cosa sia un padre, per Joyce solo una finzione legale, un rapporto con un padre, con il padre, essere padre – Sono padre se lo fossi. Ogni rapporto reso effettuale da qualcosa costituisce la forma di un individuo esistente, ma non vi è rapporto che non si componga con un altro buco nero per formare, in un terzo rapporto, un individuo in diversità, in questa immanenza di movimento e quiete, una forma individuo come facies totius universi la quale nella sua variazione stessa rimane la medesima. Come un rapporto protagonista\moto, un volto\macchia, un primo piano che scioglie il volto. Ma il destino di un corpo\carne è quello di incontrare altri corpi che non si compongono, fino a quando si incontrano corpi il cui rapporto sarà distruttivo: corpi\immagine, corpi movimento, ancora un corpo moto in moto, combinazione della carne con chi? Con una storia che non vuole esserci, ma solo fuggire, senso di colpa, assassinio e fuga ancora, mancanza, perché fin quando abbiamo un “io” infelice siamo ancora troppo vicini…
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