Hunger Games |
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Un film di Gary Ross.
Con Lenny Kravitz, Jennifer Lawrence, Elizabeth Banks, Woody Harrelson, Bruce Bundy.
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Titolo originale The Hunger Games.
Avventura,
Ratings: Kids+13,
durata 117 min.
- USA 2012.
- Warner Bros Italia
uscita martedì 1 maggio 2012.
MYMONETRO
Hunger Games
valutazione media:
3,26
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il grande fratello per dominare le masse.di ANDREA GIOSTRAFeedback: 14689 | altri commenti e recensioni di ANDREA GIOSTRA |
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martedì 11 dicembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La spettacolarizzazione della violenza estrema in un reality futurista, potente strumento di controllo delle masse in un futuro post-apocalittico in cui una minoranza borghese e opulenta, che vive nel lusso e nello spreco, domina su un popolo sottomesso e affamato di pane e di emozioni. Lo strumento del potere non è più lo sport (vedi il calcio in Italia), le telenovele, o i reality con “artisti” dimenticati o “già comete” che vengono opportunamente riesumati ed incipriati per attirare e monopolizzare l’attenzione dei Peeping Tom televisivi che aspettano impazienti e spasmodici di piazzarsi eccitati davanti alla TV per sperimentare emozioni mediate e vissuti di protagonisti addestrati allo show. Un popolo, secondo questa prospettiva, ridimensionato ad essere semplice voyeurista catturato e sbalordito da pirotecnici e violenti imprevisti centellinati da un occulto Big Brother ,come profeticamente anticipato dal grande George Orwell nel 1950 con il famoso best seller “1984”. Nella società futurista rappresentata da Gary Ross, il controllo avviene attraverso un reality in cui la violenza, il sangue, l’omicidio, la sopraffazione, la cattiveria, la prepotenza, diventano strumento efficace di controllo e di potere. Il regista e sceneggiatore Ross, nella costruzione e nella scenografia è certamente influenzato dai più noti e originali “The Thruman Show” (1998) di Peter Weir, “Battle Royale” (2000) di Kinji Fukasaku, “Mindhunters” (2005) di Renny Harlin, “The Condemned” (2007) di Scott Wiper, “Predators” (2010) di Nimród Antal. Non è un gran film, ma, per l’importanza del tema sociale trattato, vale la pena vederlo.
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