È difficile dire dove finisce Tolkien e comincia Peter Jackson, e viceversa. Lo scrittore britannico e il regista neozelandese, pur non essendo contemporanei, sono oramai fusi e indivisibili. Entrambi hanno contribuito alla creazione di un mondo fantastico pregno di magia, di orchi, di troll, di stregoni, di elfi e di tutto il campionario fantasy che abbiamo potuto ammirare ne Il signore degli anelli, sia come film che come romanzo.
Lo hobbit narra di un viaggio inaspettato che ha per protagonista il giovane Bilbo. Dopo un’iniziale titubanza, lo zio di Frodo non riesce a resistere al richiamo dell’avventura con tutte le incognite che questa comporta: pericoli ma anche storie da poter in seguito raccontare. E anche noi partiamo insieme a lui, alla scoperta di paesaggi incantati e incantevoli con la consapevolezza che, alla fine del cammino, proprio come Bilbo, non saremo più gli stessi.
Il film di Peter Jackson è una pellicola avvincente, da contemplare estasiati. Le musiche epiche e solenni accompagnano le peripezie dei protagonisti, tra battaglie contro le forze del male e momenti più intensi in cui sono messi a nudo i sentimenti di sincera amicizia che si istaurano tra i personaggi.
Il regista, inoltre, sa dosare la carica di tensione: il drago Smaug, infatti, non viene mai mostrato ma, ugualmente, è possibile percepire la sua malvagia presenza che come un’ombra aleggia lungo tutto il prologo. La figura di Gandalf il Grigio, invece, con la voce dell’impareggiabile Gigi Proietti, dispensa come al solito perle di saggezza, usando i suoi poteri di stregone per tenere a bada l’oscurità e proteggere i suoi piccoli amici.
Ancora una volta troviamo il personaggio di Gollum, la strana creatura dalla doppia personalità nonchè vero movente di tutta la vecchia e la nuova trilogia: è lui infatti, che detiene l’anello bramato da Sauron ma che passerà prima dalle mani di Bilbo e poi da quelle di Frodo.
Immancabile lo humor che, come per Il signore degli anelli, alleggerisce e spezza la narrazione, facendoci familiarizzare con i protagonisti. Una novità rispetto alla precedente trilogia, è costituita dall’introduzione di alcune canzoni cantate dai nani: in queste sequenze si respira un’atmosfera quasi disneyniana. Una scena in particolare, infatti, in cui i nani sparecchiano e accumulano piatti su piatti, ricorda l’incantesimo analogo del mago Merlino ne La spada della roccia.
Il film, però, essendo l’inizio di una nuova trilogia, non è concluso, cioè non presenta un finale, lasciando tutti con il fiato sospeso in attesa del prossimo capitolo che approderà nei cinema nel dicembre 2013. Per i più curiosi, consiglio di procurarsi il romanzo di Tolkien e di divorarlo pagina dopo pagina. Non so voi, ma io non riuscirò a resistere a questa tentazione.
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