donni romani
|
domenica 8 luglio 2012
|
sopravvivere alle tragedie della vita
|
|
|
|
Trionfatore degli incassi nel primo weekend di uscita negli Stati Uniti il nuovo film d'avventura interpretato da Liam Neeson si annunciava come uno dei tanti disaster movie, visto che narra le vicende di un gruppo di uomini sopravvissuti ad un incidente aereo in Alaska. E invece fin dalla prime scene si capisce che si tratta di ben altro, o almeno di molto di più. Perchè ci troviamo in una piattaforma petrolifera in Alaska e uno dei dipendenti esce nella bufera di neve, fucile in spalla per suicidarsi (e sapremo solo nel finale il motivo) salvo poi ripensarci e salire sull'aereo insieme ai compagni per tornare dopo mesi di isolamento alla civiltà.
[+]
Trionfatore degli incassi nel primo weekend di uscita negli Stati Uniti il nuovo film d'avventura interpretato da Liam Neeson si annunciava come uno dei tanti disaster movie, visto che narra le vicende di un gruppo di uomini sopravvissuti ad un incidente aereo in Alaska. E invece fin dalla prime scene si capisce che si tratta di ben altro, o almeno di molto di più. Perchè ci troviamo in una piattaforma petrolifera in Alaska e uno dei dipendenti esce nella bufera di neve, fucile in spalla per suicidarsi (e sapremo solo nel finale il motivo) salvo poi ripensarci e salire sull'aereo insieme ai compagni per tornare dopo mesi di isolamento alla civiltà. L'incidente e la conseguente difficile lotta per la sopravvivenza fra bufere di neve, lupi e rischio di assideramento per i pochi sopravvissuti è la parte adrenalinica del film, ricca di suspence e colpi di scena, ma la scelta vincente della pellicola di Carnahan sta nel ritagliare ampi spazi in cui i pochi sopravvissuti si confrontano con le loro paure, chi palesandole, chi nascondendole dietro una aggressività primitiva. La forza del racconto è tutta nelle confidenze sempre più disperate ed intime che solo chi è consapevole di essere sull'orlo del baratro ha il coraggio di affrontare. Chi sembrava un gran burlone pieno di allegria e di goliardia si scopre improvvisamente vuoto e senza prospettive, chi aveva già deciso di abbandonare la vita scopre in se stesso la voglia di lottare e di sopravvivere. Ecco cosa fa di The Grey un film capace di aggiungere emozioni al classico percorso di avventura e di lotta contro il tempo, che tra l'altro si svolge in scenari magnifici, ovattati dalla neve e resi suggestivi dai fuochi notturni e tempeste di vento.
[-]
[+] the grey
(di baba50)
[ - ] the grey
|
|
[+] lascia un commento a donni romani »
[ - ] lascia un commento a donni romani »
|
|
d'accordo? |
|
penna rossa
|
domenica 23 dicembre 2012
|
poesia tragica
|
|
|
|
Joe Carnhan esprimere una drammatica poesia in un film tragico, feroce, terribile. Strordinaria interpretazione di Liam Neeson. La capacità di esprimere con poche ed essenziali parole il dramma, la paura controllata, il proprio personale carico di dolore esistenziale per la perdita della moglie, che gli appare nei sogni e nei ricordi e con dolcezza gli raccomanda di "non avere paura", rivela una sensibilità artistica sempre più penetrante e raffinata.
L'uomo nella sua potenza tecnologica, è mostrato in tutta la sua fragilità nei confronti della natura, rappresentata dai lupi, che si muovono spinti dalla stessa motivazione che fa muovere gli uomini: La paura.
[+]
Joe Carnhan esprimere una drammatica poesia in un film tragico, feroce, terribile. Strordinaria interpretazione di Liam Neeson. La capacità di esprimere con poche ed essenziali parole il dramma, la paura controllata, il proprio personale carico di dolore esistenziale per la perdita della moglie, che gli appare nei sogni e nei ricordi e con dolcezza gli raccomanda di "non avere paura", rivela una sensibilità artistica sempre più penetrante e raffinata.
L'uomo nella sua potenza tecnologica, è mostrato in tutta la sua fragilità nei confronti della natura, rappresentata dai lupi, che si muovono spinti dalla stessa motivazione che fa muovere gli uomini: La paura. La paura accomuna gli uni agli altri. I lupi, che nella simbologia collettiva sono la rappresentazione del male, nel film, sono solo se stessi. Figli della natura selvaggia che hanno paura degli uomini e si difendono dalla loro invasione. Difendono la loro tana. Proprio dalla tana da cui Ottawey interpretato da L.Neeson cercava di allontanarsi con i propri compagni.
Nelle condizioni estreme, mentre da un lato si evidenziano le proprie difese, nello stesso tempo vengono messe in crisi fino a crollare ed a mostrarci quello che veramente siamo. Ed è nella profondità di se stessi che nasce la poesia. La poesia non è sentimentalismo. La poesia è verità, rappresenta la radice del nostro essere umani; può esssere bellissima e racchiusa in un paesaggio di boschi, fiume e montagne innevate, ed esprime l'amore per essa, che è non solo portatrice di morte, ma anche di bellezza e di vita.
Sembrerebbe un film di azione, ma il maggiore spazio è dato allo sviluppo delle dinamiche relazionali tra i vari personaggi, alla definizione delle personalità incisivamente tratteggiati in maniera essenziale, ma fortemente caratterizzanti.
In una delle scene finali, quando Ottawey, consapevole della fine ormai prossima, apre la sacca e prende i portafogli dei suoi sfortunati compagni, e, attraverso le poche cose che contengono, soprattutto fotografie, accoglie la loro intimità, le attese e le speranze che li hanno indotti a cercare un lavoro durissimo in luoghi estremi. Tutto si svolge senza parole, con gesti contenuti e gli spettatori sono catturati emotivamente costruendo dentro di sè quelle storie e quelle speranze attraverso un meccanismo empatico che genera partecipazione e commozione. Poi arriva la fine, che comincia con la vestizione delle armi: un coltello da caccia e delle bottigliette fissati alle mani con del nastro adesivo, che nella compostezza ed, oserei dire, ieracità dei gesti, hanno in sè un profondo senso epico che è la rappresentazione della dignità di fronte alla morte. "Ancora una volta in lotta, nell'ultima battaglia che conti, di cui ho mai saputo, vivere e morire in questo giorno...vivere...e morire...in questo giorno…" E' la frase di una poesia del padre che era stata incorniciata in un quadro nella casa di quando era bambino, e che era diventata un motivo fondante della sua vita.
[-]
[+] recensione perfetta
(di tostapane)
[ - ] recensione perfetta
|
|
[+] lascia un commento a penna rossa »
[ - ] lascia un commento a penna rossa »
|
|
d'accordo? |
|
cipis
|
martedì 23 aprile 2013
|
la forza della natura
|
|
|
|
Il film si distingue per la bellezza dei paesaggi innevati dell'Alaska;pianure infinite ,battute da venti turbinosi , fitti boschi imbiancati ,per lo più indistinti nel grigio amalgama di cielo e terra, che si apre alla luce nella scena in cui Diaz decide di fermarsi e morire.E' questa una scena emblematica.La natura risplende mentre un uomo muore , bellezza e crudeltà si congiungono e il lupo ne è una sintesi.Come spiega ai compagni John Ottway,interpretato da Liam Neeson,il lupo attacca per difendere il suo territorio e la sua tana come fanno gli uomini quando sono in gioco vita ed affetti.Questa lotta tra la vita e la morte accomuna ogni creatura ma l'uomo lo dimentica e si sente un dominatore quando dispone dei mezzi che la cultura gli offre; quando ne è privo ,comprende di far parte di quella natura , che dischiude ad ogni attimo la vita e la morte .
[+]
Il film si distingue per la bellezza dei paesaggi innevati dell'Alaska;pianure infinite ,battute da venti turbinosi , fitti boschi imbiancati ,per lo più indistinti nel grigio amalgama di cielo e terra, che si apre alla luce nella scena in cui Diaz decide di fermarsi e morire.E' questa una scena emblematica.La natura risplende mentre un uomo muore , bellezza e crudeltà si congiungono e il lupo ne è una sintesi.Come spiega ai compagni John Ottway,interpretato da Liam Neeson,il lupo attacca per difendere il suo territorio e la sua tana come fanno gli uomini quando sono in gioco vita ed affetti.Questa lotta tra la vita e la morte accomuna ogni creatura ma l'uomo lo dimentica e si sente un dominatore quando dispone dei mezzi che la cultura gli offre; quando ne è privo ,comprende di far parte di quella natura , che dischiude ad ogni attimo la vita e la morte . Sebbene la sceneggiatura del film sia prevedibile e alquanto fitta di luoghi comuni nei dialoghi e nei ruoli ,eccelle l'interpretazione di Liam Neeson ,che offre una sensibile intepretazione del suo ruolo.Memorabili alcuni primi piani che mettono in risalto le risorse di una professionalità sempre più matura.
CIPIS
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cipis »
[ - ] lascia un commento a cipis »
|
|
d'accordo? |
|
filippo catani
|
mercoledì 11 dicembre 2013
|
lo psicologo dei lupi
|
|
|
|
Dopo un terribile disastro aereo, un manipolo di uomini sopravvissuti si ritrova in mezzo a una landa desolata nel pieno di una tempesta di neve. Oltre a ciò dovranno fare anche i conti con un branco di lupi pronti a cacciarli.
Raramente ho visto una pellicola talmente oscena, banale e priva di qualsivoglia significato. Liam Neeson (che al pari di Nicolas Cage non riesce più ad azzeccare un film da anni) si mette a capo dei sopravvisuti in quanto abile cacciatore ma soprattutto fine esperto della psicologia dei lupi. Il protagonista infatti non lesina pseudo teorie sul funzionamento del branco di lupi che in pratica sarebbe una metafora di quello che sta succedendo al gruppetto di uomini.
[+]
Dopo un terribile disastro aereo, un manipolo di uomini sopravvissuti si ritrova in mezzo a una landa desolata nel pieno di una tempesta di neve. Oltre a ciò dovranno fare anche i conti con un branco di lupi pronti a cacciarli.
Raramente ho visto una pellicola talmente oscena, banale e priva di qualsivoglia significato. Liam Neeson (che al pari di Nicolas Cage non riesce più ad azzeccare un film da anni) si mette a capo dei sopravvisuti in quanto abile cacciatore ma soprattutto fine esperto della psicologia dei lupi. Il protagonista infatti non lesina pseudo teorie sul funzionamento del branco di lupi che in pratica sarebbe una metafora di quello che sta succedendo al gruppetto di uomini. Questi ovviamente hanno tutti una storia più o meno triste alle spalle ma vogliono sopravvivere. Ecco allora che Liam Neeson si trasforma in una sorta di provetto Mac Gyver mettendo pallottole sulla punta di bastoni. La scena però più ridicola di tutte è però l'attraversamento di un dirupo tramite una corda di stracci. L'ulteriore guaio di questo film è che non si limita a questo genere di scene da film d'azione trash ma nelle intenzioni del regista vorrebbe addirittura essere una riflessione più o meno spirituale sul senso della vita. Ecco allora sbocciare "profonde" discussioni teologiche a 30 gradi sottozero, le frasi rincuoranti in punto di morte, l'uomo che decide di morire davanti ad uno splendido panorama e Liam Neeson che fa la solita sparata contro Dio. Insomma un film che fa rabbrividire per bruttezza e banalità della sceneggiatura e non si riesce a capire come abbia fatto Ridley Scott a produrre una roba del genere. Da evitare come la peste.
[-]
[+] mai pensar male
(di achab50)
[ - ] mai pensar male
|
|
[+] lascia un commento a filippo catani »
[ - ] lascia un commento a filippo catani »
|
|
d'accordo? |
|
luckyellow
|
lunedì 24 giugno 2013
|
vivi e muori in questo giorno
|
|
|
|
Il lupo solitario non è l’animale fiero e orgoglioso che tutti credono, ma solo l’ultimo del branco che non ha nulla da perdere e viene speso come agnello sacrificale per il bene dello stesso branco per cui non conta più nulla. È un comportamento che ben conosce il protagonista John Ottway, che da lupo solitario all’inizio del film, si ritorva ben presto ad assumere il ruolo di capobranco di un manipolo di uomini, che immersi in una natura fredda e per nulla candidamente innevata, cercheranno di salvarsi l’un l’altro.
Il film parte in sordina, con il costante presentimento di star vedendo l’ennesimo disaster movie nei primi minuti, ma come la neve che si deposita lentamente, il film inizia ad assumere sempre più consistenza mano a mano che i minuti scorrono, riuscendo a raccontare la storia senza sfiancare lo spettatore, grazie a scene che riescono a mantener viva l’attenzione.
[+]
Il lupo solitario non è l’animale fiero e orgoglioso che tutti credono, ma solo l’ultimo del branco che non ha nulla da perdere e viene speso come agnello sacrificale per il bene dello stesso branco per cui non conta più nulla. È un comportamento che ben conosce il protagonista John Ottway, che da lupo solitario all’inizio del film, si ritorva ben presto ad assumere il ruolo di capobranco di un manipolo di uomini, che immersi in una natura fredda e per nulla candidamente innevata, cercheranno di salvarsi l’un l’altro.
Il film parte in sordina, con il costante presentimento di star vedendo l’ennesimo disaster movie nei primi minuti, ma come la neve che si deposita lentamente, il film inizia ad assumere sempre più consistenza mano a mano che i minuti scorrono, riuscendo a raccontare la storia senza sfiancare lo spettatore, grazie a scene che riescono a mantener viva l’attenzione.
La fotografia, seppur statica, ben riesce a suggerire l’idea di desolazione e di avversità in cui i protagonisti sono incappati, e proprio tale staticità si rivela funzionale in un paio d’occasioni nel far saltare lo spettatore dalla poltrona, non riuscendo però a coinvolgerlo nelle scene più action. Le musiche invece riescono ad accompagnare più armoniosamente le immagini nell’ultima parte che non nelle prime, dovuto anche ad ambientazioni e scene poco evocative all’inizio.
Non sono mai stato un grande fan di questo tipo di film, ma “The grey” mi ha convinto, forse anche grazie alle poche aspettative che vi riponevo, ma soprattutto grazie al tentativo di rispondere ad una domanda esistenziale che prima o poi tutti ci poniamo: perché ogni mattina ci svegliamo e “combattiamo” affanosamenta? La risposta è semplce: l’amore verso gli altri, che spinge anche il più solitario dei lupi a voler entrare nel branco.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luckyellow »
[ - ] lascia un commento a luckyellow »
|
|
d'accordo? |
|
lordhope
|
mercoledì 18 marzo 2015
|
la banalità fatta film
|
|
|
|
Difficile dare un commento positivo a questo film . The grey è un film decisamente mediocre sotto molti punti di vista : la trama non è per niente coinvolgente ed è alquanto rafferma , la recitazione non è delle migliori ovviamente Liam Neeson escluso ed il finale lascia l'amaro in bocca . Non è un film da vedere se si aspetta adrenalina in quanto ci saranno pochissimi momenti di tensione che in un film di azione non è per niente buono , quindi se volete perdere 1 ora e 30 della vostra vita fate pure ma poi aspettatevi un bel ''te l'avevo detto''.
|
|
[+] lascia un commento a lordhope »
[ - ] lascia un commento a lordhope »
|
|
d'accordo? |
|
onufrio
|
venerdì 21 agosto 2015
|
attenti al lupo
|
|
|
|
Che Liam Neeson negli ultimi tempi non faccia caso al genere di film ed al copione che gli si presenti davanti l'avevamo intuito, purtroppo stavolta il noto attore incappa in una pellicola abbastanza deludente in cui rimane lui da solo a tenere in piedi una trama scarna e deludente, ma ciò non basta per dare a questo film la sufficienza.
|
|
[+] lascia un commento a onufrio »
[ - ] lascia un commento a onufrio »
|
|
d'accordo? |
|
tonysamperi
|
mercoledì 12 dicembre 2012
|
sopravvivere con i lupi
|
|
|
|
SULLA SCENOGRAFIA :
Dopo un disastro aereo un gruppo di sopravvissuti deve lottare per la sopravvivenza, contro le condizioni climatiche estreme ed un branco di lupi affamati più di morte che di carne.
John già dall’inizio prende in mano la situazione e, con la sicurezza che ha contraddistinto Liam Neeson nei precedenti film, cerca di guidare il gruppo alla salvezza, grazie a quanto imparato sui lupi durante la sua carriera. Catapultato in una situazione estrema, abbandona il desiderio di morte che ha all’inizio del film e lascia vincere l’istinto di sopravvivenza, guidato dalle due figure di moglie e padre. Da un lato la moglie torna più volte ripetendo “Non aver paura”, ma più che non della morte, non aver paura di lottare e di continuare a vivere anche senza di lei; dall’altro il buono del padre viene riassunto in alcuni versi poetici di cui riporto “Vivi e muori in questo giorno”.
[+]
SULLA SCENOGRAFIA :
Dopo un disastro aereo un gruppo di sopravvissuti deve lottare per la sopravvivenza, contro le condizioni climatiche estreme ed un branco di lupi affamati più di morte che di carne.
John già dall’inizio prende in mano la situazione e, con la sicurezza che ha contraddistinto Liam Neeson nei precedenti film, cerca di guidare il gruppo alla salvezza, grazie a quanto imparato sui lupi durante la sua carriera. Catapultato in una situazione estrema, abbandona il desiderio di morte che ha all’inizio del film e lascia vincere l’istinto di sopravvivenza, guidato dalle due figure di moglie e padre. Da un lato la moglie torna più volte ripetendo “Non aver paura”, ma più che non della morte, non aver paura di lottare e di continuare a vivere anche senza di lei; dall’altro il buono del padre viene riassunto in alcuni versi poetici di cui riporto “Vivi e muori in questo giorno”. John risulta quindi un personaggio attaccato al suo passato, nostalgico e malinconico: fino alla fine si porta dietro un foglietto con una poesia dedicata alla moglie scomparsa. Il passato infelice ha staccato John dalla religione: in modo molto concreto sa che dovrà fare da sé per riuscire a salvarsi. Solo dopo essere rimasto l’ultimo supersite John si abbandona ad una richiesta di aiuto a Dio, in preda ad un attimo di disperazione, ma viene deluso, così si spegne anche l’ultimo barlume di fede.
La psicologia dei restanti personaggi non è curata allo stesso modo, forse a causa della durata del film, ma ognuno ha una risposta differente alla paura.
Abbiamo un Hendrick (Dallas Robert) che vede un segno divino nell’essere sopravvissuto al disastro aereo per cui è colui che prega per i morti e affinché sia garantita la sopravvivenza.
Spicca il personaggio Diaz (Frank Grillo) che incarna inizialmente la testa calda del gruppo ma che piuttosto velocemente cambia radicalmente, diventando anche l’unico che decide di arrendersi al suo destino.
Concretamente sulla storia invece c’è da parlare dei bastoni appuntiti, che vengono usati una sola volta, ma non si capisce il perché. E non si capisce il perché inizialmente ci siano più lupi e man mano che ci si avvicina alla tana sembrano diminuire prima di finire nella tana stessa.
Bello il colpo di scena che vede l’ultimo sopravvissuto finire nella tana dei lupi.
Non ho apprezzato la scelta di mettere gli ultimi secondi che permettono allo spettatore di capire veramente il finale dopo tutti i titoli di coda.
SULLA FOTOGRAFIA:
Non so se è stato fatto di proposito, ma inizialmente la bufera crea una fitta coltre, che rende difficile capire l’ambiente circostante (non ci sono infatti panoramiche, che sarebbero comunque inutili), forse con l’idea di rendere più pauroso il faccia a faccia con i lupi.
Migliora notevolmente il meteo e con esso la fotografia al raggiungimento del fiume, dove ci sono permesse ampie vedute del paesaggio.
Le riprese sono molto statiche non c’è mai ripresa in prima persona tranne per la caduta di Talget (Dermot Mulroney), e pochissimo uso di handycam: questo non consente di immedesimarsi abbastanza nel film.
SUL CAST:
Il cast mi è sembrato molto buono nonostante non ne conoscessi la maggioranza.
Liam Neeson è alla stregua di “Io vi troverò” e Carnahan lo sa bene avendolo già visto sul set di “A-Team”.
SUL DOPPIAGGIO:
Come sempre Alessandro Rossi torna al doppiaggio di Neeson, e ho riconosciuto Angelo Maggi (doppiatore di Robert Downey Jr. nei diversi episodi targati Marvel) al doppiaggio di Jerome Talget
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tonysamperi »
[ - ] lascia un commento a tonysamperi »
|
|
d'accordo? |
|
muttley72
|
venerdì 7 dicembre 2012
|
film metaforico sul lottare (nella vita dura)
|
|
|
|
Chi si accinga a vedere "The grey" pensando che si tratti del tipico film di avventura improntato solo sulla "sopravvivenza pura" in ambiente ostile, sbaglia. Questo film ha uno scopo (o velleità) che è quello di affrontare il tema del resistere alle avversità della vita (non solo a quelle del freddo Alaska)e di lottare e continuare a (desiderare di) vivere anche quando la vita bella non è.
Nel film, infatti, frenquenti "deja-vu" del protagonista o sogni che egli ha (quando è svenuto o dorme), ci svelano che (presumibilmente) egli ha perso la moglie (forse per una malattia?) o che comunque lei è lontana e che questo evento, unito all'ambiente di lavoro "estremo" ed al poco amato lavoro che egli svolge (presumibilmente solo per necessità economiche) ed alla gente che è costretto afrequentare (tutti disgraziati che fanno un lavoro duro) lo hanno portato alla depressione.
[+]
Chi si accinga a vedere "The grey" pensando che si tratti del tipico film di avventura improntato solo sulla "sopravvivenza pura" in ambiente ostile, sbaglia. Questo film ha uno scopo (o velleità) che è quello di affrontare il tema del resistere alle avversità della vita (non solo a quelle del freddo Alaska)e di lottare e continuare a (desiderare di) vivere anche quando la vita bella non è.
Nel film, infatti, frenquenti "deja-vu" del protagonista o sogni che egli ha (quando è svenuto o dorme), ci svelano che (presumibilmente) egli ha perso la moglie (forse per una malattia?) o che comunque lei è lontana e che questo evento, unito all'ambiente di lavoro "estremo" ed al poco amato lavoro che egli svolge (presumibilmente solo per necessità economiche) ed alla gente che è costretto afrequentare (tutti disgraziati che fanno un lavoro duro) lo hanno portato alla depressione. La depressione infatti spinge il protagonista ad tentativo di suicidio (con ripensamento all'ultimo momento).
Dopo lo schianto dell'aereo che riporta un gruppo di lavoratori in città, inizia il film vero e proprio (a cui la prima parte ha fatto solo da preambolo introduttivo) che vede un piccolo gruppo di sopravvissuti intenti a sopravvivere alle intemperie ed ai lupi.
Avviso per i patitti del genere: non si aspettino di vedere una sequela di trucchi/tecniche di sopravvivenza (cha avrebbero forse arricchito il film, a mio parere), ma solo una campo "base" provvisorio tra i relitti dell'aereo e poi (fino alla fine del film) una marcia con attacchi (dei lupi) e uccisioni del singolo malcapitato che assottiglia via via il gruppetto. Durante il film si tenta anche una sommaria descrizione "intimistica" dei singoli uomini e dei loro rispettivi trascorsi. Quello che viene fuori dal film è la constatazione che la vita è dura (per alcuni può essere puù dura di altri), può presentare difficoltà tremende e ognuno deve trovare dentro se stesso la voglia di vivere e lottare: se la voglia di lottare è inferiore a quella di sopravvivere (magari ad una vita che piace vivere) ci si ferma, ci si "siede" e si muore (nel film si muore sbranati dai lupi, ma è una metafora che si estende a tutti gli ambienti ed a tutte le difficoltà della vita).
Dio o i soccorsi scordateveli: qui si è e si rimane soli contro le avversità...
Bei paesaggi artici (Alaska), recitazione dignitosa e credibile, ritmo incalzante (tipico dei film in cui lo spettatore sa che succederà un disastro a cui nel si dovrà reagire). A mio avviso il film avrebbe preso punti se avesse unito qualche tecnicismo di sopravvivenza in più (a cui molti spettatori patiti del genere sono affezionati). Voto: "tra le 2 e le 3 stelle"...
N.B. chi volesse vedere il finale del film deve sorbirsi tutti i titoli di cosa per poi vedere i fotogrammi finali...che comunqe sono inutili ai fini della morale a cui il film sottende ad a cui arriva già prima...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a muttley72 »
[ - ] lascia un commento a muttley72 »
|
|
d'accordo? |
|
christo77
|
lunedì 24 novembre 2014
|
allegoria
|
|
|
|
Beh...il film è bello. Tratta tematiche forti e affascinanti. Al di là degli slanci hollywoodiani e delle scelte insensate dei protagonisti. Le riprese, i caratteri, la profondità delle riflessioni che sicuramente quei luoghi e quelle condizioni ispirano, sono ottimi. Avrei evitato di calcare la mano sulla ferocia del lupo, pur giustificandone la valenza allegorica nella lotta della civiltà e ragione contro l'istinto e la ferocia. I lupi non attaccano gli uomini adulti, mi è dato sapere, men che meno se in gruppo e in salute. Non mi sarei accanito sullo stereotipo di lupo cattivo già da troppo tempo abusato. Avrei forse usato la natura tutta con la sua immensa potenza nell'aggressione agli uomini, perché no qualche orso, lince e quant'altro.
[+]
Beh...il film è bello. Tratta tematiche forti e affascinanti. Al di là degli slanci hollywoodiani e delle scelte insensate dei protagonisti. Le riprese, i caratteri, la profondità delle riflessioni che sicuramente quei luoghi e quelle condizioni ispirano, sono ottimi. Avrei evitato di calcare la mano sulla ferocia del lupo, pur giustificandone la valenza allegorica nella lotta della civiltà e ragione contro l'istinto e la ferocia. I lupi non attaccano gli uomini adulti, mi è dato sapere, men che meno se in gruppo e in salute. Non mi sarei accanito sullo stereotipo di lupo cattivo già da troppo tempo abusato. Avrei forse usato la natura tutta con la sua immensa potenza nell'aggressione agli uomini, perché no qualche orso, lince e quant'altro. Ma i poveri lupi qui diventano( anche in virtù degli effetti computerizzati) dei giganteschi mostri ben più grossi dei loro 30/40 kg(poi il capobranco nero!!!), insomma l'incubo di cappuccetto rosso. Ma, oltre la sfiga di tutti i componenti, resta una bella riflessione sulla divina provvidenza e il rapporto uomo natura.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a christo77 »
[ - ] lascia un commento a christo77 »
|
|
d'accordo? |
|
|