Il cavaliere oscuro - Il ritorno |
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Un film di Christopher Nolan.
Con Christian Bale, Gary Oldman, Morgan Freeman, Michael Caine, Anne Hathaway.
continua»
Titolo originale The Dark Knight Rises.
Azione,
durata 164 min.
- USA, Gran Bretagna 2012.
- Warner Bros Italia
uscita mercoledì 29 agosto 2012.
MYMONETRO
Il cavaliere oscuro - Il ritorno
valutazione media:
3,76
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il Cavaliere Oscuro risorgedi RainsaintFeedback: 339 | altri commenti e recensioni di Rainsaint |
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martedì 28 agosto 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Con Il cavaliere oscuro-il ritorno, l’acclamato regista britannico Christopher Nolan fa scorrere i titoli di coda su un’epopea che ha accompagnato gli appassionati del genere e il grande pubblico fin dal 2005. Milioni di dollari di incasso e due precedenti capitoli che sono due capolavori del cinema di genere e non solo, non potevano non far crescere il desiderio di un’epica conclusione della trilogia che ha rivoluzionato il cinecomics e il cinema in generale. Il cavaliere oscuro-il ritorno, conoscendo i suoi "precedenti", essendo abituati ai virtuosismi dei suoi autori in fatto di sceneggiature originali e sorprendenti, rimanendo sempre stupiti dall’abilità alla regia del suo creatore, non poteva non rivelarsi un film imponente, permeato in toto da un vibrante realismo e dai toni cupi che solo i film di Nolan possiedono. Invece, difficile a credersi, Il cavaliere oscuro non risorge, semmai si alza in piedi a fatica. Molti purtroppo sono i difetti di un film che aveva tutte le carte in regola per affermarsi e far gridare al capolavoro. Sono passati otto anni dalla sconfitta del Joker e dalla morte del procuratore distrettuale di Gotham Harvey Dent. Gotham vive un periodo di pace sociale grazie al decreto Dent, un provvedimento che ha di fatto sconfitto la criminalità organizzata della città. Batman (Christian Bale) è scomparso nel buio prendendosi sulle spalle la colpa per gli omicidi di Harvey/Due Facce e il commissario Gordon (Gary Oldman) regge il gioco e la menzogna a fin di bene. Bruce Wayne vive isolato e preso dagli acciacchi in un’ala secondaria di Wayne Manor ricostruita, ospitando feste commemorative in onore del defunto procuratore. Tutto questo finchè non si presenta una nuova minaccia a turbare i sonni degli abitanti di Gotham: si tratta di Bane (Tom Hardy), un violento mercenario affiliato alla Setta delle Ombre le cui intenzioni sono quelle di distruggere la città e realizzare i piani di dominio del mondo del suo vecchio mentore Ra's al Ghul (Liam Neeson). Il film risulta lento nei primissimi minuti, ma mai pesante, in quanto i dialoghi sono ben calibrati e ogni personaggio si impone a modo suo sullo schermo ogni volta che vi compare rivelando egregiamente la sua psicologia. Molte sono le frasi "d'effetto" che danno al film quel tocco epico di cui necessita. Davvero ben ideate e realizzate le lunghe e articolate, nonché altamente spettacolari, scene d’azione, nelle quali il regista mostra il meglio di sé pur non avendo grande esperienza realizzativa come altri suoi illustri colleghi. Gli effetti speciali e visivi appagano pienamente, benchè il montaggio risulti un tantino scattoso e insicuro. I personaggi risultano caratterizzati e presentati alla perfezione, in modo particolare Bane per quanto riguarda il suo passato da recluso e le motivazioni che lo spingono ad agire. Infine la colonna sonora, realizzata dal maestro Hans Zimmer, è in grado di catapultare lo spettatore nel vivo dell’azione grazie al suo alto tasso di epicità e violenza espressiva. Che cosa c’è, dunque, che non funziona? Sono numerosi piccoli dettagli che, pur apparendo insignificanti, presi insieme fanno crollare paurosamente il livello generale del film. L’aggiunta di nuovi personaggi (Blake, Selina, Miranda Tate, Foley ecc...) non è brillante, anzi non rende giustizia ai protagonisti e all’antagonista, che si vedono derubati di minuti preziosi di comparsa sulla scena. Il giovane poliziotto Blake (Joseph Gordon Levitt)è davvero troppo presente sulla scena in rapporto al suo effettivo coinvolgimento e alla sua importanza nella storia, escludendo il finale del film in cui a diritto assume il ruolo che gli spetta. Selina Kyle (Anne Hathaway) fatica molto ad inserirsi nella storia. Miranda Tate/Talia al Ghul (Marion Cotillard) d’altro canto si ritrova per troppo tempo ai margini della vicenda per poi assumere a pochi minuti dall’epilogo un ruolo predominante, tanto da far scuotere la testa allo spettatore che vede Bane farsi soffiare il ruolo di antagonista principale. E ancora, poco Gordon, costretto su un letto d’ ospedale per buona parte del film; poco Lucius Fox (Morgan Freeman); poco Alfred (Michael Caine), che inspiegabilmente a metà film abbandona il suo padrone e protetto; e soprattutto poco Batman: difficile spiegare esattamente il perché, ma alla fine del film si ha come la sensazione di non averlo visto abbastanza, nella fiumana di personaggi che fanno capolino davanti alla telecamera del regista. Infine una nota di amarezza merita di essere spesa per Bane: a fatica si guadagna il rispetto che si confà ad un vero antagonista e, non appena riesce a farsi temere, viene liquidato bruscamente con una morte tutt'altro che gloriosa e tutt'altro che degna di un villain che si rispetti, per lasciare spazio a Talia in un finale che di fatto, come portata epica, non le appartiene. La trama è ben congegnata, la storia è auto conclusa e risponde a tutti i quesiti che apre, anche se in alcuni momenti non brilla per originalità. I dialoghi risultano meno incisivi di quelli de Il cavaliere oscuro, risultando talvolta troppo articolati e poco fluidi nel ricercare a tutti i costi la frase o il concetto memorabile. Alcune scelte di sceneggiatura tuttavia risultano difficili da accettare e viene così a mancare leggermente, ma inesorabilmente, quel connotato realistico e originale che ha contraddistinto i precedenti due film: Blake che scopre l’identità segreta di Batman attraverso uno sguardo risulta davvero poco credibile e banale; Alfred che, raccontando le sue vacanze in Italia nel periodo in cui Bruce vagava eremita per il mondo, arriva a nominare l’amaro Fernet Branca, cosa perfettamente evitabile che suscita anche un riso amaro quanto il liquore; tutti i poliziotti di un’intera città bloccati nelle gallerie della metro non è credibile; Bruce Wayne pieno di acciacchi ricorre a un tutore per camminare e successivamente, pur non avendolo, ritorna ad essere meglio di prima. Il cavaliere oscuro-il ritorno non brilla di originalità e perde in realismo, ma guadagna a tutti gli effetti in contenuto. Dopo aver avuto a che fare con la paura nel primo capitolo e con la follia nel secondo, in questo terzo capitolo Batman deve affrontare il peggiore fra gli elementi che compongono l’animo umano: la violenza, e non solo quella fisica, ma anche quella sociale. Bane si manifesta non solo come "male assoluto", ma anche come sobillatore delle masse, incitandole a soverchiare le autorità. È qui che l’originalità dei Nolan tocca il suo apice: per la prima volta si arriva quasi a parteggiare per il "cattivo" che promette di cambiare il sistema radicalmente, e si arriva a non comprendere del tutto un eroe che si ostina a difendere coloro che non meritano di essere difesi, funzionari corrotti e indifferenti ai bisogni della cittadinanza. Ma ecco che si accende prontamente la spia che ci avvisa di tornare nei ranghi: l’idea è quella giusta, i mezzi non lo sono. È questo il messaggio intrinseco del film, il quale sembra impersonare il bisogno della società in cui viviamo di poter contare su un eroe che, lasciata da parte la sua natura corruttibile di uomo, si possa ergere a simbolo della comunità, esattamente come accade nell epilogo del film. Il finale tuttavia non esalta al massimo lo spettatore: avrebbe potuto essere diverso e avrebbe potuto lasciare quel poco o quel qualcosa in sospeso come solo i finali di Nolan riescono a fare, ma probabilmente la necessità (non oserei dire fretta) e la voglia di concludere hanno fatto optare per un epilogo più semplicistico, scelta in fin dei conti comprensibile e accettabile con riserva. Il cavaliere oscuro-il ritorno è indubbiamente un film possente, coinvolgente, epico e squillante nelle sue sequenze più vive, una degna conclusione di una silloge di film che, pur essendo "oscura", è fra le più brillanti degli ultimi anni. Purtroppo però il film lascia insoddisfatti. Si poteva fare non di più, 164 minuti sono adeguati per un film di questa portata e importanza, ma meglio. Forse a causa dell’imponenza stessa del film, o forse della sua indubbia difficoltà realizzativa, o delle elevate aspettative a riguardo, o ancora della difficoltà a misurarsi con l’ indubbiamente straordinario Il cavaliere oscuro, Il cavaliere oscuro-il ritorno conclude degnamente questo capitolo di storia del cinema, ma lascia un certo sapore di amaro in bocca all’uscita della sala che non ha affatto il gusto di un bicchierino di Fernet Branca.
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