Il cavaliere oscuro - Il ritorno |
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Un film di Christopher Nolan.
Con Christian Bale, Gary Oldman, Morgan Freeman, Michael Caine, Anne Hathaway.
continua»
Titolo originale The Dark Knight Rises.
Azione,
durata 164 min.
- USA, Gran Bretagna 2012.
- Warner Bros Italia
uscita mercoledì 29 agosto 2012.
MYMONETRO
Il cavaliere oscuro - Il ritorno
valutazione media:
3,76
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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The Dark Knight Rises. "Rendiamo grazie a Nolan"di ValentinaOrsiniFeedback: 444 | altri commenti e recensioni di ValentinaOrsini |
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mercoledì 22 agosto 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Per la città di Gotham Batman è oramai il fuorilegge che ha tolto la vita ad Harvey Dent. Sono passati 8 anni da allora, e nel cielo l’icona dell’uomo pipistrello è completamente sparita. Di Bruce Wayne più nulla, se non l’immagine di un uomo rinchiuso in casa come un eremita, che passa da una stanza all’altra servendosi di un bastone. Il destino però, riserva a Batman qualcosa di ben diverso… Sarà infatti l’arrivo di una bella e astuta Catwoman e di un criminale chiamato Bane, a dare a Bruce un valido motivo per indossare ancora una volta le vesti del Cavaliere Oscuro.
Era difficile immaginare un “altro” cattivo, degno del ruolo, soprattutto dopo aver lasciato Gotham City sotto l’eco del ghigno di Joker reso memorabile da Ledger. Difficile certo, ma Nolan, come dire, sembra rendere tutto così semplice, anche le sfide più complesse, come quella di prendere la storia di un uomo costretto a tatuarsi la pelle pur di ricordare cosa è accaduto di così terribile nella propria vita, e lo fa uscendo dai canoni del montaggio classico, costringendo lo spettatore a vivere le nelle stesse condizioni di spaesamento provate da Leonard Shelby .
Stavolta Batman ha di fronte un negletto, ex membro della Setta delle ombre, un uomo che porta addosso i segni di un passato sofferto e disperato, la maschera ne è l’emblema, il quale saprà mettere a dura prova, (non solo)fisica, Bruce. Il corpo e ancor di più lo sguardo di Tom Hardy, la sua voce metallica, “disumana”, inquietante, fanno di Bane un personaggio perfettamente riuscito, tanto da far dimenticare allo spettatore le infinite volte in cui è stato rimpianto il Joker di Ledger (o almeno ad attenuare la ferita…). Un corpo imponente, ma due occhi capaci, da soli, di raccontare una terribile storia. E di nuovo lo spettatore riesce a cogliere anche nel più temibile dei criminali delle sfumature psicologiche che annullano le barriere tra il bene e il male, le confondono. Negli occhi di Bane si arriverà a vedere il dolore fino a compatirlo, lo stesso che per mezzo degli stratagemmi narrativi sfoderati in momenti ben precisi portano lo stesso spettatore (solo per un attimo, ma ci riesce) dalla parte del cattivo. E questo è incredibile, è uno dei “prestigi” più sbalorditivi che solo un grande cineasta può fare. Lontano dalle caratterizzazioni prettamente fumettistiche nate in casa Marvel o Dc Comics, il Batman di Nolan è un supereroe che scende per le strade e combatte con il popolo. E’ un “uomo” affranto dalle perdite delle persone che ha amato, un uomo che ha perso la fiducia in sé stesso anche dopo aver sacrificato la propria immagine e la propria persona per la vita di un bambino (e quel bambino lo ricordiamo tra le braccia di Dent, ed era il figlio di Gordon). Un uomo.
Gotham viene innalzata a emblema del mondo intero, una città in preda al caos, nel panico. (non)Gestita da un Governo così assente, in mano a un esercito di corrotti che come niente si schiera dalla parte del terrorista. I migliori uomini sono quelli che “non” portano la divisa, come il commissario Gordon, anche il novello Joseph Gordon-Levitt nei panni di John Blake. Non è un poliziotto come gli altri Blake, è una “testa calda”, per questo diventerà non solo detective ma altro fondamentale compagno di Bruce/Batman. Rimbombano tra le note, splendide come sempre (anche di più), di Hans Zimmer, le forti riflessioni che tanto stanno a cuore al regista inglese. Non esiste politica, non c’è quel concetto di società che tuteli l’umanità. C’è solo Batman, e Gotham (il mondo), ha bisogno di lui. Di un “uomo” che torna sempre indietro dando le spalle alla strada ben spianata per salvare la sua città e la sua gente.
Nonostante i primi dieci minuti del film abbiano chiaramente urlato allo spettatore quale massacro per le orecchie e per l’anima li avrebbe travolti di lì a poco (“maledetto il doppiaggio e chi l’ha inventato!!!”), è bastata la maestria di un regista che ha fatto di una trilogia dedicata alle gesta di un supereroe un pezzo di cinema d’autore. Come? Questo non so dirvelo, bisognerebbe chiederlo a lui e in ogni caso non ve lo rivelerebbe mai. La sola cosa che so però è che, uscita dalla sala, dentro di me, nella mia testa e nel mio cuore, c’era l’immagine di un uomo,non di un eroe sovrumano. C’era l’immagine di un villain dalla maschera inquietante, solida come l’acciaio ma squarciata da una lacrima. L’immagine di una città in preda alla disperazione, spaesata, con gli occhi sempre rivolti al cielo nell’attesa del suo salvatore dal mantello oscuro. Ma Batman può essere chiunque decida di mettere una maschera, questo Gotham ancora non lo sa. Il mondo non sa, che chiunque può innalzarsi ad eroe, anche il più semplice degli uomini, quello che sente il bisogno di coprire le spalle a un bambino spaventato e infreddolito…
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