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E' un film leggero che si fa vedere perchè l'evasione non proprio banalissima, di questi tempi non guasta.
Il concentrare il tutto sul concentrato della cucina salva un filmetto con delle "protuberanze" scontatissime. E' tutto già stra-visto; stra-sentito ma è sempre affascinante il trattare una passione ( in questo caso la cucina) fino ai suoi estremi inventando un cocktail che ha le punte dell'ironia che una passione assoluta puo presentare quando si vive in un contesto non proprio favorevole. Lo svolgimento è magico..tutto finisce bene. Simpatico l'episodio dei due chef travestiti da giapponesi in cerca dei segreti della cucina molecolare. Detto ciò, va detto che il cinema francese è in forte depressione. Non inventa più niente; non allarga lo sguardo in una descrizione di un ambiente ma rimane confinato in "trovatine" stantie. Diciamo che vive di riserva. E che come ho detto prima offre la medicina dell'evasione, in modo assaporabile...sintomo di tempi molto amari. Dove l'individualità della cultura nazionale è inglobata nella globalizzazione culturale di massa. Peccato!
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