purplerain
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giovedì 5 dicembre 2013
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nascondete la verità!!!!
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The bay è un film documentario che ci dimostra, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, di quanto noi, gente comune, valiamo pochissimo per le persone che detengono il potere, relegandoci al ruolo di semplice “numero”: Difatti la maggioranza dei film che tratta argomenti simili, attacchi di virus, zombi, squali eccetera, non fa altro che confermare che la cosa importante è che tutto venga negato e sia tenuto nascosto, perché gli affari devono continuare e la morte di persone “normali” non è così importante da bloccare la macchina del busines. In questa pellicola il regista, già conosciuto e apprezzato per altri notevoli film, si avvale di un modo di girare che negli ultimi tempi sta andando molto di moda, la presa diretta: una sorta di film nel film per raccontare ciò che i cittadini del Maryland hanno vissuto in prima persona: l’attacco di un virus che ha ucciso migliaia di persone.
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The bay è un film documentario che ci dimostra, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, di quanto noi, gente comune, valiamo pochissimo per le persone che detengono il potere, relegandoci al ruolo di semplice “numero”: Difatti la maggioranza dei film che tratta argomenti simili, attacchi di virus, zombi, squali eccetera, non fa altro che confermare che la cosa importante è che tutto venga negato e sia tenuto nascosto, perché gli affari devono continuare e la morte di persone “normali” non è così importante da bloccare la macchina del busines. In questa pellicola il regista, già conosciuto e apprezzato per altri notevoli film, si avvale di un modo di girare che negli ultimi tempi sta andando molto di moda, la presa diretta: una sorta di film nel film per raccontare ciò che i cittadini del Maryland hanno vissuto in prima persona: l’attacco di un virus che ha ucciso migliaia di persone. Da cosa è generato il virus? Da qui parte la campagna del regista contro l’inquinamento globale, contro i potenti che per affari non si fanno scrupoli a gettare i rifiuti delle loro aziende da per tutto e da qui ciò che succede oggi nell’Italia del sud si capisce che il messaggio è globale. Lo stesso sindaco non fa altro che rilasciare dichiarazioni di facciata. Il film colpisce perché la sceneggiatura è ben curata e niente sembra essere lasciata al caso soprattutto nel montaggio, con le scene che si sovrappongono e che si intersecano bene, senza lasciare né troppo spazio alla monotonia delle riprese giornalistiche né troppa suspence con le riprese degli attacchi marini. Il tutto accade sotto gli occhi delle autorità che si limitano a tenere tutto nascosto o a consigliare a qualche dottore di scappare. Unico consiglio: il silenzio!!
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fabriziosicignano93
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domenica 29 settembre 2013
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un film che ti penetra!
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Il parassitismo, l'infezione... vesciche, pustole, sangue.
Guardarlo è una sfida a non avvertire brividi sottocutanei allarmanti.
Corpi scavati, immagini urtanti di insetti nauseabondi che invadono le specie ittiche per poi proliferare sui cadaveri di ignari cittadini.
Gli insetti non saranno più simpatici al continente transatlantico, specie quelli nutritisi per anni di schifezze cagate dai polli e scorie radioattive ritenute "sicure" che finiscono inesorabilmente per contaminare gli insetti che contaminano le acque dell'Oceano.
L'acqua. La vita, che in una breve istante, diventa fonte di morte, facendo trapelare dalle labbra dello spettatore quel brivido di disgusto per ciò che attende al malcapitato che vi si immerge all'interno.
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Il parassitismo, l'infezione... vesciche, pustole, sangue.
Guardarlo è una sfida a non avvertire brividi sottocutanei allarmanti.
Corpi scavati, immagini urtanti di insetti nauseabondi che invadono le specie ittiche per poi proliferare sui cadaveri di ignari cittadini.
Gli insetti non saranno più simpatici al continente transatlantico, specie quelli nutritisi per anni di schifezze cagate dai polli e scorie radioattive ritenute "sicure" che finiscono inesorabilmente per contaminare gli insetti che contaminano le acque dell'Oceano.
L'acqua. La vita, che in una breve istante, diventa fonte di morte, facendo trapelare dalle labbra dello spettatore quel brivido di disgusto per ciò che attende al malcapitato che vi si immerge all'interno.
Nulla riuscirà a rimettervi in sesto dai fremiti e l'irrequietezza che questa pellicola trasmette.
Un film che vi terrà lontani dalle cose più comuni.
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noia1
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lunedì 12 maggio 2014
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un’invasione alternativa.
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Nel giorno dell’indipendenza, durante i festeggiamenti che si tengono in una piccola cittadina sul mare, avvengono alcune morti. Inizialmente si pensa a violenza domestica, successivamente ad un batterio ma solo alla fine ci si renderà conto che la causa del disastro è qualcosa di molto più pericoloso.
Perfetta costruzione di una cronaca, un film che non tiene conto dei canoni al cui genere si dovrebbe riferire perché tutto è stato montato come una gigantesca edizione speciale di un qualche telegiornale. Tutte le informazioni per spiegare la calamità che si avventa sui poveri cittadini si ottengono da sequenze, video e spezzoni raggranellati qua e là riuscendo ad appassionare senza quasi voler dimostrare l’intenzione cinematografica di intrattenere.
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Nel giorno dell’indipendenza, durante i festeggiamenti che si tengono in una piccola cittadina sul mare, avvengono alcune morti. Inizialmente si pensa a violenza domestica, successivamente ad un batterio ma solo alla fine ci si renderà conto che la causa del disastro è qualcosa di molto più pericoloso.
Perfetta costruzione di una cronaca, un film che non tiene conto dei canoni al cui genere si dovrebbe riferire perché tutto è stato montato come una gigantesca edizione speciale di un qualche telegiornale. Tutte le informazioni per spiegare la calamità che si avventa sui poveri cittadini si ottengono da sequenze, video e spezzoni raggranellati qua e là riuscendo ad appassionare senza quasi voler dimostrare l’intenzione cinematografica di intrattenere. Tutto è perfetto, la ricostruzione della naturalità delle persone insieme alle varie reazioni, tutto sembra reale, sembra tutt’altro che un film tanto che a tratti ci si chiede se ciò che è mostrato non sia successo realmente.
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cinemalove
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giovedì 9 aprile 2015
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ghost town
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A tutti gli effetti un documentario horror (da un mattatore della commedia americana come Levinson) ben riuscito e ben studiato. Zero riprese fisse ma tutte realizzate tramite videocamere in mano a protagonisti, telecamere di sorveglianza di ospedali, locali o volanti della polizia. Il primo e forse l'unico regista ad aver utilizzato al meglio questo tipo di regia, senza abusarne ed eccederne nei movimenti ma rendendo realistico al 100% il racconto. Il finale un pò frettoloso ma allo stesso tempo senza possibilità di fraintendimento. Niente male
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ennio
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venerdì 20 dicembre 2019
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horror scientifico-apocalittico abbastanza tosto
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"The bay" merita un bel voto per un semplice motivo: è ben fatto. L'unico difetto, già visto in altre pellicole del genere, è quello di basarsi su fondamenta scientifiche inesistenti, come quelle della rapidissima riproduzione di organismi viventi nocivi a causa dell'inquinamento. Ma del resto, appartiene appunto al genere fantascienza.
Per il resto , la tecnica delle riprese con videocamera è più che mai azzeccata per una storia ad alta tensione, "blair witch project" insegna. Le scenografie, l'intensità della narrazione che non si perde mai in divagazioni, e anche le musiche sono di ottimo livello. Consigliato quindi agli amanti del genere, con l'avvertenza di qualche scena splatter non proprio digeribile da anime delicate.
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elgatoloco
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mercoledì 20 ottobre 2021
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found-foutage sf d''effetto
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"The Bay"/Barry Lavinson, autore del sogggetto con Micheal Wallach, autore della sceneggiatura, 2012)parla di una baia.playa, a Claridge, nel Maryland, dove una terribile epidemia mortale, nel 2009, nei giorni dell'"Independence Day"avrebbe interrotto le festose celebrazioni. Causa del tutto sarebbe stata un parassita-saprofita, detto Cymothoa exigua, che avrebbe indotto fenomeni persino di cannibalismo in qualche persona. IL tutto viene raccontato da una gironalista TV, ex-reginetta di bellezza e all'epoca giornalista dilettante per una trasmissione studentesca, che ripercorre il tutto, a partire dai suoi reportages, censurati all'epoca. Dove si scoprono omertà e timori immotivati, titubanze e censure prodottesi senza alcuna ragione o meglio per tutelare una zona turisticamente"in"nel pieno della stagione balneare, con in più la celebrazione della festa nazionale.
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"The Bay"/Barry Lavinson, autore del sogggetto con Micheal Wallach, autore della sceneggiatura, 2012)parla di una baia.playa, a Claridge, nel Maryland, dove una terribile epidemia mortale, nel 2009, nei giorni dell'"Independence Day"avrebbe interrotto le festose celebrazioni. Causa del tutto sarebbe stata un parassita-saprofita, detto Cymothoa exigua, che avrebbe indotto fenomeni persino di cannibalismo in qualche persona. IL tutto viene raccontato da una gironalista TV, ex-reginetta di bellezza e all'epoca giornalista dilettante per una trasmissione studentesca, che ripercorre il tutto, a partire dai suoi reportages, censurati all'epoca. Dove si scoprono omertà e timori immotivati, titubanze e censure prodottesi senza alcuna ragione o meglio per tutelare una zona turisticamente"in"nel pieno della stagione balneare, con in più la celebrazione della festa nazionale. La tecnica para(o meglo pseudo-.)documentaristica , stavolta usata da Barry Levinson, all'epoca tornato a dirigiere un film dopo quasi un lusro di assenza, riesce deicsamente superiore a tentativi analoghi di film horror prodotti quasi contemporanemente, dove la chiara visione registica dell'autore, che sa come calibrare climax e anticlimax del terrore, spaventando mostrando, anzi non mostrando(e in altri casi invece mostrando)il parossismo del terrore, di un corpo che si decompone o della morte provocata dal terribile virus, emerge decisamente. Se all'inizio del film la tecnica usata può essere considerata noiosa, ripetitiva, scarsamente efficace, nel proseguo del film essa appare invece molto ben finalizzata a quanto si vuol dimostrare, dove Levinson sa molto bene a che cosa mira e come vuole arrivarci. Keteher Donohue, protagonista nella parte della giornalista TV Donna Thompson, è decisamente efficace nella sua parte, come peratlro gli/le altri/le interpreti dlela storia narrata, appunto, dalla giornalista. Levinson intercetta efficacamente quantto si muove tra il "vero", il"falso"e la loro rappresentazione, mostrando come tutto possa essere "orchestrato"in maniera ben diversa dalla rozzezza di tentativi consimili, che però hanno ben poco a che vedere con l'intelligenza registica di un autore come, appunto, sa essere Levinson. El Gato
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cincinnatimose
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domenica 31 gennaio 2016
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svelto... se ti sfruttano corri per divertimento.
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questo film evidenzia bene la storia, parliamo di
parassiti... da 5 stelline è il film in conformità cmq
con tutte le altre aspettative che un film interessante
deve fornire per la riuscita, ci saranno 18 mi pare film che
parlano di cose simili, non tutte però hanno
queste se il termine è consentito possibilità di
rendere altrettanto inattaccabile la pellicola, perchè,
se i giovani attingono da pellicole simili, forse non sanno
che se non hanno effetti speciali... nei 18 mi pare films
o anche di più, non hanno e neanche trovano in
realtà alcune prospettiva di sopravvivenza mi
pare, e direi, nella memoria di un buon cinefilo,
dunque rinpinguare e proteggere quanto
recepito da tale film e così tante altre persone, senza
abolirne un bel niente.
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questo film evidenzia bene la storia, parliamo di
parassiti... da 5 stelline è il film in conformità cmq
con tutte le altre aspettative che un film interessante
deve fornire per la riuscita, ci saranno 18 mi pare film che
parlano di cose simili, non tutte però hanno
queste se il termine è consentito possibilità di
rendere altrettanto inattaccabile la pellicola, perchè,
se i giovani attingono da pellicole simili, forse non sanno
che se non hanno effetti speciali... nei 18 mi pare films
o anche di più, non hanno e neanche trovano in
realtà alcune prospettiva di sopravvivenza mi
pare, e direi, nella memoria di un buon cinefilo,
dunque rinpinguare e proteggere quanto
recepito da tale film e così tante altre persone, senza
abolirne un bel niente... ove fosse caso, sarebbe come
svuotare un mare, la fatica soltanto a pensarci si
percepirebbe ovunque 'disinfettandone' l'idea
malsana di chiunque sia, limitiamoci a ritenerlo
e apprezzarlo come un film d'interesse popolare
volendo però anche come la scaletta reale a
picche... e diamone il valore altrettanto di orgoglio, in
realtà... per chi concepisce un senso, è meglio,
per chiunque ricco riccone samaritano
di qualunque specie e natura, è un film che vuole messo lì
nella cineteca personale come il
cane a cuccia..., di divertimento cui
futile dire altre cose per poi non
rovinarvi le aspettative..., anche se, non è come
perdere una sbadilata di miliardi in
borse e chissà cosa però salta comunque qualcosa
diremmo all'attenzione che potrebbe farvi anche
dire, è pur sempre un buon film
da vedere se non avete niente da fare più,
sottoponendovi a un momento di intrattenimento.
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stelio
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mercoledì 12 giugno 2013
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cronaca di una strage
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Levinson si incammina in una via a lui nuova, quella del genere horror: il premio oscar per “Rain Man - L'uomo della pioggia“ gira un finto documentario horror su un batterio che divora dall'interno gli abitanti di Claridge il 4 luglio del 2003. Il soggetto non ci è nuovo e le produzioni su virus letali che sterminano migliaia di persone sono ormai molto comuni. Ottima invece la scelta di ricostruire la storia attraverso video di diversi personaggi, che documentano le 24 ore entro le quali si svolge la vicenda. Tutte le testimonianze sono tenute insieme dall'unico personaggio che sappiamo per certo essere sopravvissuto a quel contagio, la giornalista Donna Thompson, reporter dei tragici eventi.
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Levinson si incammina in una via a lui nuova, quella del genere horror: il premio oscar per “Rain Man - L'uomo della pioggia“ gira un finto documentario horror su un batterio che divora dall'interno gli abitanti di Claridge il 4 luglio del 2003. Il soggetto non ci è nuovo e le produzioni su virus letali che sterminano migliaia di persone sono ormai molto comuni. Ottima invece la scelta di ricostruire la storia attraverso video di diversi personaggi, che documentano le 24 ore entro le quali si svolge la vicenda. Tutte le testimonianze sono tenute insieme dall'unico personaggio che sappiamo per certo essere sopravvissuto a quel contagio, la giornalista Donna Thompson, reporter dei tragici eventi. Sentiamo anche la forte influenza dei produttori, gli stessi di una delle saghe horror più seguite al mondo, “Paranormal activity”, sopratutto per quanto riguarda la presa diretta. Non disturba nemmeno questa organizzazione frammentaria delle testimonianze, che vengono presentate continuamente in modo alternato, di modo che riusciamo a seguire parallelamente l'accaduto da più punti di vista,come se lo stessimo vivendo in diretta durante un telegiornale. Un film che oltre a terrorizzare, fa riflettere sugli abusi umani nei confronti della natura e sul suo sfruttamento che può rivelarsi, come ben sappiamo, un'arma a doppio taglio per l'umanità. Consigliato per chi ama il genere e sopratutto la costruzione in presa diretta, determinante in questo caso per la riuscita del film.
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[+] condivido! e' un levinson inedito ma accettabile.
(di antonio montefalcone)
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[+] recensione perfetta, ma una precisazione
(di kar22)
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