Tango Libre

Questo film per essere apprezzato ha bisogno di due cose. Aver ballato il tango (cosa diversa dall'aver fatto un corso per rimorchiare...) e non voler vedere il solito finto film mezzo documentario su quanto sia fico il tango, oh mio dio quanto è passionale. Questo NON è un film sul tango, ma un film con il tango. E finalmente. Il protagonista, impacciato uomo solitario, al limite della psicopatìa, incontra ad un corso di tango un'affascinante ragazza. Colpo di fulmine. Ma il ballo passa subito in secondo piano, nel momento in cui il secondino innamorato si avvede del fatto che la sua bella va a trovare non uno ma ben due detenuti all'interno del carcere dove lavora. La comprensione del menage risulta difficile e consente di tenere il film su di un filo, in bilico tra racconto reale e surreale. Quando uno dei due amanti della donna viene a sapere che il secondino fa lo stesso corso di ballo, decide di rivolgersi a dei detenuti argentini per potrer imparare, onde dimostrare alla propria amata quanto tiene a lei. Indi il tango torna protagonista, ma mai come unico interprete della pellicola. L'iniziale diniego del boss della plata diviene corso collettivo, nel momento in cui egli dimostra tutto il fastidio possibile verso il dileggio riservato da colleghi carcerati e secondini verso il ballo. La trama degli intrecci tra le persone rimane così in evidenza, mai soppiantata dal comune smielare verso la passionale danza, che a sua volta sostiene le azioni dei protagonisti. Finale possibile solo grazie ai vari eccessi di cui è costituito il film, che concede alla pellicola il possibile status di favola.