ultimoboyscout
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domenica 14 aprile 2013
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il blog diventa film.
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Dopo il buon successo di "Diverso da chi?", Umberto Carteni adatta per il grande schermo il romanzo di Federico baccomo e trasforma Fabio Volo in un avvocato ambizioso, alienato e pienissimo di se, che non ha fatto i conti con l'amore...quello vero. Il punto di vista è quello di un praticante e racconta il cinismo degli avvocati, quelli che hanno messo da parte amici, vita privata, partner e ideali per dedicarsi anima e corpo al lavoro. Fabio Volo si trasforma in maniera molto credibile nel più classico dei bulli senz'anima, una nuova maschera creatagli su misura che lo eleva a mattatore dalla prima all'ultima scena, ben spalleggiato, anche in alcuni duetti irresistibili, da Ennio Fantastichini che gigioneggia come non mai.
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Dopo il buon successo di "Diverso da chi?", Umberto Carteni adatta per il grande schermo il romanzo di Federico baccomo e trasforma Fabio Volo in un avvocato ambizioso, alienato e pienissimo di se, che non ha fatto i conti con l'amore...quello vero. Il punto di vista è quello di un praticante e racconta il cinismo degli avvocati, quelli che hanno messo da parte amici, vita privata, partner e ideali per dedicarsi anima e corpo al lavoro. Fabio Volo si trasforma in maniera molto credibile nel più classico dei bulli senz'anima, una nuova maschera creatagli su misura che lo eleva a mattatore dalla prima all'ultima scena, ben spalleggiato, anche in alcuni duetti irresistibili, da Ennio Fantastichini che gigioneggia come non mai. Il film è carico di ironia nonostante racconti di vite ai limiti, folli e stressanti, nelle quali potrebbero rispecchiarsi anche non addetti ai lavori. Baccomo, che pubblica con lo pseudonimo di Duchesne, racconta di reali (dis)avventure da lui stesso vissute in una Milano in cui contano solo le apparenze e il design di estrema avanguardia. Il film ha un registro un pò incerto (ma il passo spedito) e manca di un pizzico di cattiveria ma Carteni mescola con una certa intelligenza romaqnticismo e il mondo degli squali incravattati, smontando certezze e qualche luogo comune, dando un tocco rosa a una storia prevalentemente a tinte nere o grigie. Buona la confezione, particolare la fotografia, più che interessante la sceneggiatura che però Carteni non sfrutta a dovere, non sviluppando alcuni spunti e centrando solo l'obiettivo su Volo che lo ha ben ripagato ma che, di contro, rischia di rimanere prigioniero di ruoli troppo simili che sanno di già visto. Film divertente, in bilico tra dolce e amaro ma decisamente troppo poco ambizioso.
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renato volpone
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venerdì 8 febbraio 2013
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ricercata raffinatezza
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Umberto Carteni, dopo "Diverso da chi?" ci propone un'interessante commedia collocata nel mondo degli studi legali. In una società abitata da uomini in giacca e cravatta, conformati all'etichetta e all'immagine, si svolge quella che è la storia di colpi bassi nelle trattative legali, ma che è anche una storia d'amore. Le inquadrature del regista con ricercata raffinatezza sono sottilmente studiate e ogni immagine ha un suo significato che va ben oltre la banalità della storia. Bellissima, ad esempio, l'inquadratura delle finestre con il musicista che ha sullo fondo una vecchissima carta da parati e a fianco il nostro rampante avvocato "Volo" che ha sullo sfondo una fila di camicie da perfetto yuppy.
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Umberto Carteni, dopo "Diverso da chi?" ci propone un'interessante commedia collocata nel mondo degli studi legali. In una società abitata da uomini in giacca e cravatta, conformati all'etichetta e all'immagine, si svolge quella che è la storia di colpi bassi nelle trattative legali, ma che è anche una storia d'amore. Le inquadrature del regista con ricercata raffinatezza sono sottilmente studiate e ogni immagine ha un suo significato che va ben oltre la banalità della storia. Bellissima, ad esempio, l'inquadratura delle finestre con il musicista che ha sullo fondo una vecchissima carta da parati e a fianco il nostro rampante avvocato "Volo" che ha sullo sfondo una fila di camicie da perfetto yuppy. Travolgente la colonna sonora. Che dire poi degli attori: Fabio Volo interpreta Andrea, un cattivo ragazzo che fa l'avvocato e che si innamora della bellissima Zoé Felix avvocato della controparte, per tutto il film pare non essere nel personaggio e, anche se riesce bene ad interpretare il ruolo, in verità non ne viene fuori l'anima e tende ad ammosciare anche la storia d'amore. Il ruolo dei protagonisti, infatti, è il solito di molte commedie di questo genere, niente di che, bellissimi sono invece i caratteri dei personaggi minori magistralmente interpretati e magicamente diretti dal regista: sembra di entrare in un album a fumetti d'altri tempi, fanno la differenza e risollevano le sorti del film. Grandiose la madre e la zia del protagonista, l'impiegata oca, bravissimo il nuovo assunto, ma anche il "capo" è davvero bravo. Non si ride a crepapelle, ma è un film che si lascia guardare.
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flyanto
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lunedì 11 febbraio 2013
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come si esce da un mondo di squali
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Film tratto dall'omonimo romanzo di Federico Baccomo in cui si racconta del quotidiano operato di alcuni cinici avvocati milanesi, tra cui Fabio Volo, molto interessati a guadagnare denaro ed agi personali piuttosto che optare per una scelta di vita in cui le relazioni interpersonali ed i valori morali ed umani contano di più. Ma proprio al personaggio di FABIO Volo toccherà rivedere la propria posizione in seguito all'incontro con una bello ed affascinante avvocato donna della contro parte di egli cui si innamorerà. Una commedia leggera, senza alcuna pretesa, ma molto garbata nello stile e pertanto assai piacevole a seguirsi. Fabio Volo riesce , come sempre, ad apparire simpatico, nonostante all'inizio si pensi il contrario in quanto da personaggio single ed un pò cinico si trasforma poi in un uomo con dei sentimenti veri e pertanto decisamente più apprezzabile.
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Film tratto dall'omonimo romanzo di Federico Baccomo in cui si racconta del quotidiano operato di alcuni cinici avvocati milanesi, tra cui Fabio Volo, molto interessati a guadagnare denaro ed agi personali piuttosto che optare per una scelta di vita in cui le relazioni interpersonali ed i valori morali ed umani contano di più. Ma proprio al personaggio di FABIO Volo toccherà rivedere la propria posizione in seguito all'incontro con una bello ed affascinante avvocato donna della contro parte di egli cui si innamorerà. Una commedia leggera, senza alcuna pretesa, ma molto garbata nello stile e pertanto assai piacevole a seguirsi. Fabio Volo riesce , come sempre, ad apparire simpatico, nonostante all'inizio si pensi il contrario in quanto da personaggio single ed un pò cinico si trasforma poi in un uomo con dei sentimenti veri e pertanto decisamente più apprezzabile. Anche il resto del cast che interpreta il gruppo dei suoi colleghi avvocati totalmente privi di scrupoli risulta altamente credibile: convincente, seppure, forse, un pò sopra le righe, Ennio Fantastichini nel ruolo del superiore di Fabio Volo. Molto bella, affascinante e seducente Zoé Felix nel ruolo del bell'avvocato della parte avversa, anch'ella sufficientemente spietata carrieristicamente parlando. Insomma, caldamente da consigliare come film di evasione.
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daniele frantellizzi
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lunedì 11 febbraio 2013
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la ricerca del successo
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A distanza di quattro anni dalla sua opera prima, il nostrano Umberto Carteni torna ad imbracciare la macchina da presa e lo fa per dirigere questo “Studio illegale”, prodotto abbastanza scialbo e prevedibile.
Già da un primo sguardo alla locandina, infatti, si può intuire il plot di base: l’avvocato Andrea Campi, personaggio che non avrebbe sfigurato nella “ricerca della felicità” di Mucciniana memoria, ovvero un vero stakanovista dalla vita consacrata al lavoro ed alla ostinata ricerca del successo economico, interpretato da un Fabio Volo dotato di inediti baffetti - forse pensati per conferirgli più cinismo - che, dopo una serie di peripezie legali, tra un comma ed un cavillo, finirà per cedere al fascino dell’amore, del sentimento, e di una vita finalmente più vera.
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A distanza di quattro anni dalla sua opera prima, il nostrano Umberto Carteni torna ad imbracciare la macchina da presa e lo fa per dirigere questo “Studio illegale”, prodotto abbastanza scialbo e prevedibile.
Già da un primo sguardo alla locandina, infatti, si può intuire il plot di base: l’avvocato Andrea Campi, personaggio che non avrebbe sfigurato nella “ricerca della felicità” di Mucciniana memoria, ovvero un vero stakanovista dalla vita consacrata al lavoro ed alla ostinata ricerca del successo economico, interpretato da un Fabio Volo dotato di inediti baffetti - forse pensati per conferirgli più cinismo - che, dopo una serie di peripezie legali, tra un comma ed un cavillo, finirà per cedere al fascino dell’amore, del sentimento, e di una vita finalmente più vera.
Nonostante questa banalità di fondo, gli aspetti positivi non mancano: primo tra tutti, la colonna sonora, davvero ben selezionata e assolutamente in linea con gli umori che il film vuole proporre.
Si prosegue con la volontà di porre l’accento sull’inutilità di una vita condotta solamente in nome del lavoro e del successo: giacca, cravatta e macchina pulita regalano sensazioni piacevoli e un minimo di auto gratificazione, ma cedono del tutto il passo quando ci si rende conto della propria solitudine e del proprio vuoto interiore. Il film vuole mettere in evidenza come la società odierna, incredibilmente omologatrice di stili, ci proponga degli standard sociali che tendono pericolosamente a renderci tutti uguali: smartphone, videofonini, abbigliamento, auricolare all’orecchio... ci fanno forse sentire belli e soddisfatti, ma quella che ne deriva è vera felicità? La pellicola è ostinata nel proporci scene di persone identiche: sul pullman, per strada, alla stazione, in ufficio: ad un primo colpo d’occhio si fatica a cogliere delle differenze sostanziali, salvo poi scoprire l’infelicità che regna in ciascun personaggio: il suicidio mostrato all’inizio del film, dell’avvocato che sulla scrivania teneva la foto di una pubblicità a colmare l’assenza di una vera famiglia, vuole comunicarci proprio questo. Così come il sorriso che compare sui volti di Andrea ed Emilie, avvocati anche loro in rampa di lancio verso il successo professionale ma emotivamente aridi, quando si immergono nella quotidianità di Gallarate e passano un pomeriggio a giocare a bocce con un gruppo di anziani del posto. Il senso è chiaro: la vera felicità può derivare solo da emozioni autentiche, non replicate da un modello sociale che ci viene proposto, sicuramente esteticamente attraente ma freddo ed artificiale.
Terzo aspetto valido del film, le interpretazioni di Fabio Volo, sempre più a suo agio davanti alla macchina da presa, e soprattutto di un brillante Ennio Fantastichini, il vero valore aggiunto della pellicola. Nota di merito anche per il giovane Nicola Nocella, che si conferma a suo agio nel vestire i panni del giovane un po’ impacciato (si pensi al Figlio più piccolo di Pupi Avati).
Infine, la volontà di proporre un finale abbastanza “aperto”: il penetrante sguardo di Volo - alias Campi - in macchina da presa, verso lo spettatore, che insinua il dubbio: sarà davvero “ravveduto”, o la vita lo ricondurrà sulla strada del cinismo?
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