Com'è bello far l'amore

Fino a poco più di metà del film lo spettatore viene investito da scene di grande comicità, per quanto di estrema volgarità, dove le risate non mancano, dove c'è una profonda, e forse studiata, comicità della situazione, dove le capacità di comico di Fabio De Luigi ti fanno quasi apprezzare la visione; poi il tracollo. Nel vano tentativo di tirare le fila della storia e trarre una conclusione delle due vicende principali del "film" (quella dei genitori e quella del figlio) si assiste ad una serie di tragicomiche situazioni di cui il sesso e le relazioni interpersonali, come se fossero strettamente ed unicamente collegati, sono l'unico trainante. Risultato una comicità che non fa più ridere, una storia irreale che neanche l'aggiunta di di qualche escamotage, come la profanazione del classico "Tempo delle mele", riesce a far decollare ed un finale che inabissa ancor più questa triste narrazione. Forse solo le ultimissime scene, tra i titoli di coda, riescono a far tornare un leggero sorriso allo spettatore ormai annoiato e rivelare che un lungometraggio non è semplicemente il collage di una serie di corti/sketch, per quanti buffi e simpatici.