Titolo originale | Scorie in libertà |
Anno | 2012 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 73 minuti |
Regia di | Gianfranco Pannone |
Attori | Roberto Lessio, Giovanni Martellozzi, Cesare Di Nunno, Armando Macani, Antonio Taormina Luca Pannozzo, Francesco Pannone, Giuseppe Pannone, Claudio Mercuri, Gabriella Pessone, Augusto Muraro. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 8 ottobre 2012
Il documentarista Gianfranco Pannone getta luce sulla vicenda della costruzione di una centrale nucleare a Borgo Sabotino, nei pressi di Latina, nel 1963.
CONSIGLIATO N.D.
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A Borgo Sabotino, nei pressi di Latina, nel 1963, in pieno boom economico, fu costruita una centrale nucleare su progetto inglese. Allora si trattava della centrale più grande d'Europa, accolta da tutti con grande entusiasmo. Il documentarista Gianfranco Pannone racconta questo pezzo di storia italiana, forte del suo passato di studente universitario impegnato in un comitato antinuclearista locale, mobilitato per il referendum contro il nucleare in seguito alla tragedia di Chernobyl. Una storia, quella del nucleare, che il regista definisce di odio e amore, fatta di entusiasmi, rinunce, battaglie ideali, colpi bassi e ritorni inattesi, come non è mai avvenuto in un altro paese d'Europa.
Il regista cresciuto a Latina - la "palude redenta" voluta da Mussolini - rivede gli amici di un tempo e indaga sulla storia del nucleare nella sua città, che ha visto, tra l'altro, nei primi anni Ottanta la costruzione di un secondo reattore sperimentale, tutto italiano, mai andato in funzione, il Cirene. Pannone si sofferma soprattutto sulle tante scorie, materiali e morali, che sono rimaste nel territorio intorno alla centrale e che non scompariranno a breve termine. Ad aiutarlo sono un amico ambientalista che si occupa di agricoltura biologica e il proprietario di uno stabilimento balneare, distante dal reattore solo un chilometro. E poi un fisico fuori dal coro, un pittore "profeta", un giovane biologo, uno zio operaio e contadino e il fratello impegnato politicamente sul territorio. Il viaggio si consuma in un clima acceso dal dibattito seguito alla decisione di Silvio Berlusconi di attivare con i francesi un nuovo piano nucleare, a distanza di ventiquattro anni dal referendum che ne ha sancito la fine, nel 1987. L'incidente nucleare di Fukushima ridà fiato alla protesta degli ambientalisti e un nuovo referendum popolare proclama il secondo stop del nucleare italiano.
Il documentario si gioca su tre livelli: quello locale, incentrato sul ritorno del regista nella città dove, in gioventù, ha condotto la sua battaglia antinuclearista; il livello nazionale, che è tutto nell'illusione di un paese che ha creduto nel nucleare come panacea di tanti mali, senza fare i conti con i problemi che lo stesso porta con sé; infine, il piano internazionale, con il dubbio che l'Italia sia stata controllata dai paesi vincitori della guerra, Stati Uniti e Gran Bretagna, per impedire che diventasse una potenza energetica, e il sospetto che, in occasione del referendum dell'87, anche gli ambientalisti siano stati usati a tale scopo.