Paura 3D |
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Un film di Antonio Manetti, Marco Manetti.
Con Peppe Servillo, Lorenzo Pedrotti, Domenico Diele, Claudio Di Biagio, Francesca Cuttica
Horror,
- Italia 2012.
- Medusa
uscita venerdì 15 giugno 2012.
- VM 14 -
MYMONETRO
Paura 3D
valutazione media:
2,23
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La paura è ben altra cosa!di ultimoboyscoutFeedback: 89748 | altri commenti e recensioni di ultimoboyscout |
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sabato 18 agosto 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Rimpiango i primi Manetti Bros, tra gli ultimi onesti artigiani del cinema low cost nostrano. Credo che questo sia il loro peggior film in assoluto, non solo per la pochezza (nulla) generale ma proprio perchè c'entra poco (sempre nulla) con il loro cinema e il loro stile. Si tratta di una sorta di minestrone psycho-thriller-sado-horror poverissimo se non miserto che vive di un paio di di colpi di scena piuttosto annunciati e qualche buon trucco. Tutto tende al nero, comprese le interpretazioni dei tre scapestrati Diele-Pedrotti-DiBiagio, meglio Francesca Cuttica, sottoposta a un tour de force poichè quasi sempre nuda e spesso incatenata, depilata nelle parti intime che vengono generosamente inquadrate a rappresentare il alto morboso e feticista. Ancora meglio (ma non benissimo) Peppe Servillo, il padrone di casa coi segreti in cantina, che appare ben impostato per il ruolo nonostante la sua immagine cozzi con quella del mostro. La storia si ispira in maniera evidente a quella di Natascha Kampusch, la donna austriaca rimasta prigionera del suo aguzzino per 3096 giorni, ma per quanto mostruosamente barbare, cruda e terribile, il film non genera terrore o paura, ma solo un minimo di tensione, forse ansia o un senso di claustrofobia, sicuramente qualche risata per le interpretazioni all'acqua di rose e perchè tutto va proprio nella direzione che si immagina e si intuisce due attimi prima che accada. Nonostante un'accettabile prova regista di Antonio e Marco, mancano coerenza e qualità oltre alle fondamenta, cioè una sceneggiatura degna di questo nome. Non mancano, invece, una certa ingenuità e un accumulo esagerato di carne al fuoco che ne fa bruciare la maggior parte, impedendo ai fratelli registi il salto di qualità a cuochi di prim'ordine. Non so se si possa definire horror, è però un horror all'italiana dei nostri tempi (quelli andati, dei nostri grandi horror, purtroppo non torneranno), che esaspera un'inutile tridimensionalità e che vanta più che discreti effetti speciali che nelle scene di violenza mostrano, ostendandola, ripugnanza più che orrore puro.
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