nicole64
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giovedì 24 maggio 2012
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film scandalo the paperboy ingiustamente criticato
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Il film secondo me è un film coraggioso con interpreti molto bravi tra i quali spicca la Kidman. Ambientato negli anni sessanta la prova di Zac Efron risulta convincente nonostante il personaggio non sia troppo caratteristico. La cosa positiva è che la pellicola segue molto bene il romanzo dal quale è tratta e quindi rispetta tutte quelle scene paradossali di cui Nicole Kidman è per la maggior parte protagonista. Lei è molto brava in queste vesti molto diverse dai personaggi interpretati prima e i vari temi che The paperboy tratta sono assolutamente ben raccontati.
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onufrio
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martedì 26 maggio 2015
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e lo sceriffo?
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Tutto nasce dall'omicidio efferato dello sceriffo di una contea in Florida nel lontano 1969; la storia viene raccontata da una donna a distanza di anni, donna che in quel periodo faceva la domestica presso la casa dei James, ed è da lì che prende vita la vicenda, ma le indagini vengono tralasciate, una donna prende il sopravvento sulla scena, Charlotte (N.Kidman), e fra scene erotiche e robe varie, le indagini sulla morte dello sceriffo vanno, prendendo una citazione di Montalbano, a "Catafottersi". In compenso però, nuove trame si intrecciano in una storia che tutto sommato male non è, ma che viene purtroppo raccontata in una maniera abbastanza deludente.
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Tutto nasce dall'omicidio efferato dello sceriffo di una contea in Florida nel lontano 1969; la storia viene raccontata da una donna a distanza di anni, donna che in quel periodo faceva la domestica presso la casa dei James, ed è da lì che prende vita la vicenda, ma le indagini vengono tralasciate, una donna prende il sopravvento sulla scena, Charlotte (N.Kidman), e fra scene erotiche e robe varie, le indagini sulla morte dello sceriffo vanno, prendendo una citazione di Montalbano, a "Catafottersi". In compenso però, nuove trame si intrecciano in una storia che tutto sommato male non è, ma che viene purtroppo raccontata in una maniera abbastanza deludente.
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nicole64
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domenica 3 giugno 2012
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nicole kidman: un ritorno ben più che gratificante
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Sono troppe cinque stelle? No non credo. E pensare che Flashdance inzialmente era stato criticato esattamente come questo film, ovviamente con giudizi diversi e quindi per contesti diversi, ma il capolavoro che ci ha fatto sognare dove una esordiente Jennifer Beals ballava in modo impeccabile "what a feeling" inizialmente fu decisamente stroncato. The paperboy non è un film orginale, o meglio non è tratto da un romanzo con una storia originale, ma sono proprio le scene, la regia, gli attori e le battute a renderlo come tale. Secondo me, molti dei critici che lo hanno giudicato non hanno nemmeno letto il libro perché se si dovesse fare il confronto non ci sarebbe nulla di diverso o di troppo eccessivo.
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Sono troppe cinque stelle? No non credo. E pensare che Flashdance inzialmente era stato criticato esattamente come questo film, ovviamente con giudizi diversi e quindi per contesti diversi, ma il capolavoro che ci ha fatto sognare dove una esordiente Jennifer Beals ballava in modo impeccabile "what a feeling" inizialmente fu decisamente stroncato. The paperboy non è un film orginale, o meglio non è tratto da un romanzo con una storia originale, ma sono proprio le scene, la regia, gli attori e le battute a renderlo come tale. Secondo me, molti dei critici che lo hanno giudicato non hanno nemmeno letto il libro perché se si dovesse fare il confronto non ci sarebbe nulla di diverso o di troppo eccessivo. Il personaggio che ovviamente spacca è quello di Nicole Kidman che ormai in ogni suo film, scadente o sorprendente, ci regala interpretazioni meravigliose degne di nota. Tra non molto capirete che questo film diventerà un CULT.
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donni romani
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sabato 26 gennaio 2013
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mix poco riuscito di erotismo e denuncia sociale
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Accolto con schiamazzi e dissensi allo scorso Festival di Cannes "The Paperboy", tratto da un romanzo di Peter Dexter ha l'ambizione di amalgamare tematiche alte come il razzismo Anni 60 in Florida con l'erotismo torbido e sensuale di una donna invaghita di un condannato a morte, con un'indagine giornalistica che ondeggia fra thriller e impegno sociale e per non tralasciare nulla inserisce anche una violenza legata all'omosessualità, all'epoca peccato imperdonabile in certi ambienti. Il tutto affidandosi ad un cast di grande spessore, che va da Nicole Kidman a Matthew Mc Conaughey, a Zac Efron a John Cusack.
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Accolto con schiamazzi e dissensi allo scorso Festival di Cannes "The Paperboy", tratto da un romanzo di Peter Dexter ha l'ambizione di amalgamare tematiche alte come il razzismo Anni 60 in Florida con l'erotismo torbido e sensuale di una donna invaghita di un condannato a morte, con un'indagine giornalistica che ondeggia fra thriller e impegno sociale e per non tralasciare nulla inserisce anche una violenza legata all'omosessualità, all'epoca peccato imperdonabile in certi ambienti. Il tutto affidandosi ad un cast di grande spessore, che va da Nicole Kidman a Matthew Mc Conaughey, a Zac Efron a John Cusack. Il risultato è "tanto rumore per nulla", perchè l'ambientazione torbida e languida in alcune scene risulta addirittura imbarazzante, perchè l'indagine giornalistica è solo un pretesto per porgere alle star qualche scena madre e perchè la questione razziale viene risolta con battute fiacche e stereotipate. La voce fuori campo che racconta gli eventi che si svolsero nel 1969 è quella di una donna di colore, Anita, all'epoca dei fatti domestica in casa Jansen e spettatrice di ciò che avvenne. In una torrida estate il giovane Jack Jensen aiuta il fratello Ward, giornalista tornato da Miami con il collega Yardley, a fare luce sulla condanna a morte di Hillary Van Wetter, accusato di aver ucciso lo sceriffo della cittadina e condannato in gran fretta, senza verificare alibi e prove. A dar loro man forte arriva Charlotte Bless, bambola bionda un po' ninfomane un po' grafomane, che intrattiene rapporti epistolari con vari ergastolani, fra cui Hillary, di cui si è innamorata e che vuole scagionare. Ci vuole pochissimo perchè Jack si innamori della donna e perchè si incammini in un percorso che lo porterà a perdere molte certezze. Discontinuo e incapace di catturare il film del regista di "Precious" cerca di giocare la carta hot di Nicole Kidman che si masturba in carcere davanti al fidanzato ergastolano, indifferente alla presenza di Jack, Ward e Yardley, ma il risultato è davvero di scarsissima sensualità, accentuata dai tratti talmente siliconati dell'ex bellissima australiana da farla risultare inespressiva. L'inchiesta giornalistica naturalmente soccombe sotto la precisa volontà di scandalizzare con la "pioggia d'oro" o con un ballo sotto il diluvio che sottolinea come sensualità non faccia quasi mai rima con bellezza. Non c'è infatti erotismo nei gesti della barbie di Daniels, che forse colto da un sussulto di coscienza cinematografica fa comparire in mano a Jack una copia di Lolita, quello sì vero simbolo erotico degli Anni 60, altro che collant strappato dall'attempata Charlotte. Le scene finali del film sono decisamente le migliori, più controllate e più centrate, ma è troppo poco per salvare una pellicola che parte con carte cinematografiche grandiose (razzismo, giornalismo d'assalto, erotismo, passione giovanile, omicidio e processi farsa) ma si perde in un groviglio di scene e sceneggiate pressochè inutili. Il cast fa quello che può ma non c'è feeeling, non c'è tensione o urgenza, nè disperazione sincera sui loro volti sempre un po' spaesati.
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(di tongues)
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giandrewe
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sabato 30 novembre 2013
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perchè l'hai fatto, lee daniels?
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Dopo aver amato follemente quel gioiellino di "Precious" ho voluto recuperare "The Paperboy", film stroncatissimo mai arrivato da noi. Ora capisco perché: noioso a livelli indescrivibili a causa di una sceneggiatura insulsa che tratta di una storia che non prende dal primo secondo. Il film come inizia, prosegue e finisce senza picchi. Il cast non offre, poi, performance degne di nota ad eccezione di una sempre meravigliosa Nicole Kidman negli inediti panni di una ninfomane e di un John Cusack sempre all'altezza della situazione.
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Dopo aver amato follemente quel gioiellino di "Precious" ho voluto recuperare "The Paperboy", film stroncatissimo mai arrivato da noi. Ora capisco perché: noioso a livelli indescrivibili a causa di una sceneggiatura insulsa che tratta di una storia che non prende dal primo secondo. Il film come inizia, prosegue e finisce senza picchi. Il cast non offre, poi, performance degne di nota ad eccezione di una sempre meravigliosa Nicole Kidman negli inediti panni di una ninfomane e di un John Cusack sempre all'altezza della situazione. Zac Efron non è all'altezza del ruolo, McConaughey senza infamia e senza lode e Macy Gray alquanto inutile come attrice. Bella, comunque, la regia che si fa notare in poche scene (su tutte quella di Efron con le meduse), ma purtroppo non è efficace come in "Precious".
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alexander 1986
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martedì 6 maggio 2014
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il fascino retrò dello scandalo gratuito
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Florida, fine anni '60. Bifolco locale (John Cusack) rischia la pena di morte per l'accusa dell'omicidio di uno sceriffo, ma a parte la camicia e il machete sporchi di sangue non ci sono prove schiaccianti. Ha manie da psicopatico, ma riesce ad avere successo in amore: intrattiene un rapporto epistolare con Charlotte (Nicole Kidman), una quarantenne svampita e parecchio disinibita. Nel frattempo, due cacciatori di notizie, Ward (Mattew McConaughey) e Yardley (David Oyelowo), si recano sul posto annusando l'odore dell'ingiustizia. Le loro indagini coinvolgeranno la suddetta Charlotte e il fratello minore di Ward, Jack (Zac Efron), generando un cortocircuito pericolosissimo.
Lee Daniel, regista che non conoscevo ma che si dice narratore di storie difficili e reduce da un paio di pellicole interessanti (Shadowboxer, 2005; Precious, 2009), cerca di realizzare qualcosa di ambizioso.
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Florida, fine anni '60. Bifolco locale (John Cusack) rischia la pena di morte per l'accusa dell'omicidio di uno sceriffo, ma a parte la camicia e il machete sporchi di sangue non ci sono prove schiaccianti. Ha manie da psicopatico, ma riesce ad avere successo in amore: intrattiene un rapporto epistolare con Charlotte (Nicole Kidman), una quarantenne svampita e parecchio disinibita. Nel frattempo, due cacciatori di notizie, Ward (Mattew McConaughey) e Yardley (David Oyelowo), si recano sul posto annusando l'odore dell'ingiustizia. Le loro indagini coinvolgeranno la suddetta Charlotte e il fratello minore di Ward, Jack (Zac Efron), generando un cortocircuito pericolosissimo.
Lee Daniel, regista che non conoscevo ma che si dice narratore di storie difficili e reduce da un paio di pellicole interessanti (Shadowboxer, 2005; Precious, 2009), cerca di realizzare qualcosa di ambizioso. L'ambientazione fra spiagge, sole e paludi affascina. Gli attori sono famosi e belli, talmente belli da catalizzare tutta l'attenzione della camera da presa. L'idolo delle ragazzine Zac Efron, peraltro bravo, è continuamente in primo piano nelle sue pose migliori. La patina, insomma, c'è tutta ed è splendida. Il problema, come sempre, è quello che c'è sotto: la trama va sfaldandosi progressivamente dalla metà del film in poi, non realizzando nessuna delle strade suggerite nel suo corso. C'è un po' di thriller, un po' di tematica sociale, un po' di romanzo di formazione; ma nessuna delle prospettive arriva a un compimento, in modo tale da ridurre il racconto a un minestrone informe. A tenere unito l'insieme (e ad alzare una tensione altrimenti bassissima) sono solo le sensazioni forti del sangue e del sesso. Componenti che, unite al divismo, finiscono per ridurre a un prodotto commerciale anche un film ben confezionato come questo.
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r.a.f.
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giovedì 12 settembre 2019
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kidman a luci rosse
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La trama, che in realtà sembra interessare poco al regista, è semplice e non molto originale: un carcerato in attesa di essere giustiziato per omicidio dichiara la propria innocenza ad una donna che gli scrive in prigione e si proclama innamorata di lui, senza averlo mai visto. La donna, sognando di poterlo sposare, contatta due cronisti mostrando le lettere in suo possesso. I giornalisti, sentendo odore di scoop, e anche con l’apprezzabile intento di salvare un innocente, indagano, e scoprono che il condannato ha un alibi di ferro. Riescono a scagionarlo e a ottenere la grazia dal governatore, ma… C’è un “ma” grande come le paludi della Florida.
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La trama, che in realtà sembra interessare poco al regista, è semplice e non molto originale: un carcerato in attesa di essere giustiziato per omicidio dichiara la propria innocenza ad una donna che gli scrive in prigione e si proclama innamorata di lui, senza averlo mai visto. La donna, sognando di poterlo sposare, contatta due cronisti mostrando le lettere in suo possesso. I giornalisti, sentendo odore di scoop, e anche con l’apprezzabile intento di salvare un innocente, indagano, e scoprono che il condannato ha un alibi di ferro. Riescono a scagionarlo e a ottenere la grazia dal governatore, ma… C’è un “ma” grande come le paludi della Florida. Anzi, ce n’è più di uno, e verranno a galla solo sul finale, risollevando negli ultimi fotogrammi un film troppo lento per essere avvincente. L’epilogo, che lascia decisamente la bocca amara, è a suo modo un lieto fine, perché giustizia sarà fatta, anche se a caro prezzo. E’ un film che va visto per gli attori, perché tutti sono ugualmente protagonisti e tutti bravissimi, ed è a questo che si devono le 3 stelle: la Kidman recita probabilmente il ruolo più difficile della sua carriera, e lo fa splendidamente, riuscendo a non essere volgare nemmeno nelle scene più imbarazzanti; Cusack lascia i panni abituali di bravo ragazzo e si fa imbruttire, per interpretare un carcerato antipatico e disgustoso, sia moralmente che fisicamente, per il quale non si è portati a tifare nemmeno per un attimo; McConaughey veste per una volta i panni dell’anti-eroe, alcolizzato e omosessuale, deturpato nel volto e nell’anima da cicatrici profonde; Zac Efron, liberatosi finalmente da High School Musical, si mette alla prova in un ruolo drammatico, in cui sembra essere perfettamente a suo agio. Purtroppo il regista sembra più intento a girare primi piani degli attori, che a sviluppare la storia, così come tutte le tematiche sociali, quali razzismo e omosessualità, che avrebbero potuto essere maggiormente approfondite. Da segnalare anche un certo compiacimento del regista, assolutamente fuori luogo, su particolari morbosi e non essenziali per la storia, con scene che scadono in una volgarità sgradevole e del tutto gratuita, nonostante l’innegabile classe della Kidman e di McConaughey.
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preston
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domenica 23 aprile 2017
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una splendida charlotte
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La trama è nota siamo in Florida negli anni '60 e due cronisti cercano di riaprire un caso di un condannato a morte Van Vetter interpretato (bene) da John Cusak, l'indagine è stata riaperta da una donna Charlotte interpretata da una splendida Nicole Kidman una ragazza anticonformista che aveva preso a scrivere ai carcerati e si era presa a cuore il caso innamorandosi del detenuto. Uno dei due cronisti ha un fratello minore Jack che affianca il fratello nelle ricerche e frequentando Charlotte si innamora di lei che gli concede di fare sesso e alla fine malgrado le opposizioni dello sceriffo e della gente del posto si scopre che Van Vetter è innocente.
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La trama è nota siamo in Florida negli anni '60 e due cronisti cercano di riaprire un caso di un condannato a morte Van Vetter interpretato (bene) da John Cusak, l'indagine è stata riaperta da una donna Charlotte interpretata da una splendida Nicole Kidman una ragazza anticonformista che aveva preso a scrivere ai carcerati e si era presa a cuore il caso innamorandosi del detenuto. Uno dei due cronisti ha un fratello minore Jack che affianca il fratello nelle ricerche e frequentando Charlotte si innamora di lei che gli concede di fare sesso e alla fine malgrado le opposizioni dello sceriffo e della gente del posto si scopre che Van Vetter è innocente. Il finale è drammatico con il carcerato liberato che in pratica costringe Charlotte a vivere con lui nelle paludi, jack con il fratello cronista cerca di liberareche rimane uccisa insieme al cronista da Van Vetter che poi sarà giustiziato. Jack ricorderà sempre nel cuore Charlotte. Direi che il tema centrale è la figura di una donna libera e appassionata. Splendide alcune scene: quando Charlotte in carcere nel parlatorio presenti i due cronisti e Jack si masturba davanti a Van Vetter, quando inizia al sesso Jack dicendogli che è la cosa più naturale come mangiare oppure quando viene scopata "alla pecorina" in modo violento da Van Vetter, appena liberato, sopra una lavatrice. Nicole Kidman con la sua spregiudicatezza e la sua capcità professionale rende in modo splendido Charlotte, quando ha girato il film aveva 45 anni ma il corpo magnifico di una ventenne.
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