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I ricordi sono fantasmi
di Cristina Piccino Il Manifesto
Il regista thailandese compone una ballata malinconica sulle rive del fiume che scorre in mezzo alla Storia di paesi in conflitto
Mekong Hotel ha il suono malinconico di una ballata sussurrata alla chitarra con dolcezza, di cui nel tempo si è persa qualche nota. Il regista, Apichatpong Weerasethakul, parla davanti al fiume con un vecchio amico musicista, che cerca quella melodia, l'ha in mente ma non riesce a catturarla, anche se, come dice, l'ha scritta lui stesso. Dalla prima immagine Mekong Hotel dichiara la sua duplice (molteplice) natura, una messinscena della realtà che percorre vie impreviste e imprevedibili. [...]
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