eusebio abbondanza
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venerdì 4 gennaio 2013
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l'amore è...
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...una bufala.
Noiosa commedia sentimentale, sempre prevedibile e piuttosto banale, dove succede esattamente tutto quello che ti aspetti. Visto il trailer si è già visto tutto.
La Bier è indubbiamente una regista di talento, ma non ha nessuna predisposizione per questo tipo di commedia, che invece, dispiace ammetterlo, gli americani sanno fare molto meglio (vedi "Mamma Mia").
Non la aiutano i dialoghi da soap e la recitazione al di sotto degli standard minimi del genere.
E alla fine inzeppare il film di tramonti e paesaggi da cartolina è solo un espediente piccolo e ruffiano, fumo negli occhi degli spettatori meno smaliziati.
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...una bufala.
Noiosa commedia sentimentale, sempre prevedibile e piuttosto banale, dove succede esattamente tutto quello che ti aspetti. Visto il trailer si è già visto tutto.
La Bier è indubbiamente una regista di talento, ma non ha nessuna predisposizione per questo tipo di commedia, che invece, dispiace ammetterlo, gli americani sanno fare molto meglio (vedi "Mamma Mia").
Non la aiutano i dialoghi da soap e la recitazione al di sotto degli standard minimi del genere.
E alla fine inzeppare il film di tramonti e paesaggi da cartolina è solo un espediente piccolo e ruffiano, fumo negli occhi degli spettatori meno smaliziati.
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[+] inguardabile
(di dottis)
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renato volpone
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domenica 23 dicembre 2012
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l'amore che ti fa bene
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Un film sull’amore, sulle sue diverse forme, nel bene e nel male: chi si dona completamente all’altro, chi se ne approfitta, invece, per trarne dei vantaggi, e poi l’essere se stesso al di là delle convenzioni e avere il coraggio di ammetterlo. La regista, con garbo e delicatezza tocca tutte le sfumature dell’amore, lo fa senza mai cadere nel banale e se anche si sa già come andrà a finire è l’emozione, il sentire quello che c’è dietro che conta. Ida si trova ad affrontare una separazione, un marito che la tradisce proprio nel momento peggiore della sua vita, quando un tumore la costringe a togliere un seno. La sua storia si intreccia con quella della figlia Astrid, che si sposa in Italia con un ragazzo delicato e sensibile.
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Un film sull’amore, sulle sue diverse forme, nel bene e nel male: chi si dona completamente all’altro, chi se ne approfitta, invece, per trarne dei vantaggi, e poi l’essere se stesso al di là delle convenzioni e avere il coraggio di ammetterlo. La regista, con garbo e delicatezza tocca tutte le sfumature dell’amore, lo fa senza mai cadere nel banale e se anche si sa già come andrà a finire è l’emozione, il sentire quello che c’è dietro che conta. Ida si trova ad affrontare una separazione, un marito che la tradisce proprio nel momento peggiore della sua vita, quando un tumore la costringe a togliere un seno. La sua storia si intreccia con quella della figlia Astrid, che si sposa in Italia con un ragazzo delicato e sensibile. Le cose, però, non andranno come avevano preventivato e il caldo sole di Sorrento cambierà la vita di tutti. I ritmi del racconto sono perfetti, mai troppo lenti, ma graduati sulla necessità dello spettatore di capire e di digerire il “possibile”. Se ne esce con un senso di benessere e di giustizia forse. Davvero un bel film.
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angelo umana
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lunedì 24 dicembre 2012
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l'amore ci insegue dappertutto (nei film di più)
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I danesi si divertono a Sorrento, eccome!, nella tenuta di sette ettari coltivati a limoni, dell’imprenditore di frutta e verdura Philip. Susanne Bier ama particolarmente quelle coste, i loro tramonti e le albe, il mare e le rocce, che contrasto con alcuni freddi paesaggi danesi, invero molto pochi.
L’amore ci insegue e prima o poi ci trova, nei film succede sempre, perché è “l’unica cosa che diamo e riceviamo in dosi scarse”. Così succede a Ida, reduce da un anno pesante per la chemioterapia e per aver scovato il marito far l’amore nel divano di casa, con una splendida ragazza dell’età dei loro figli, cosa accettata con molta compostezza.
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I danesi si divertono a Sorrento, eccome!, nella tenuta di sette ettari coltivati a limoni, dell’imprenditore di frutta e verdura Philip. Susanne Bier ama particolarmente quelle coste, i loro tramonti e le albe, il mare e le rocce, che contrasto con alcuni freddi paesaggi danesi, invero molto pochi.
L’amore ci insegue e prima o poi ci trova, nei film succede sempre, perché è “l’unica cosa che diamo e riceviamo in dosi scarse”. Così succede a Ida, reduce da un anno pesante per la chemioterapia e per aver scovato il marito far l’amore nel divano di casa, con una splendida ragazza dell’età dei loro figli, cosa accettata con molta compostezza. Così succede al piacente ed elegante Phillip, “cattivo” negli affari e schivo, senza concessioni al tempo libero da quando – tanti anni fa – rimase vedovo. Egli ritiene di “aver già ballato tutti i tango che poteva ballare” e trova insopportabile le lacrime di chiunque, a lui gli affari riempiono la vita e “i ravanelli sono la priorità”, ma non solo, non può farsi sfuggire “80000€ di cetrioli rumeni”.
I due sono casualmente consuoceri, si conoscono nel parcheggio dell’aeroporto di Copenhagen da cui stanno partendo per l’Italia, al matrimonio – che non si celebrerà - dei rispettivi figli. L’inizio del film è un profluvio di baci di innamorati o di “oggi sposi” al suono di “That’s ammore”, la Bier inquadra perfino un’ape che insemina un fiore.
I due, Ida e Philip, sono i predestinati a innamorarsi. E’ una commedia degli equivoci che nel dipanarsi finisce per mettere tutte le pedine al loro posto e svelarci verità nascoste. Non troppo banale e non malaccio pur con una trama esile, risate e lucciconi in dosi moderate. Due piccoli richiami ad altri film: anche qui, dato che c’è l’amore, un telefonino viene buttato via, come ne “ Le invasioni barbariche”, e rivediamo lo spilungone Ciro Petrone che avevamo visto in “Gomorra”, degno di proseguire la carriera. Il film – dicono i titoli di coda – ha usufruito del credito d’imposta (toh!) ed è stato giudicato opera di interesse culturale: non esageriamo! Sarà perché si faceva la pubblicità a Fiat e al Franciacorta.
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zafferano
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domenica 30 dicembre 2012
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la farfalla che esce dal bozzolo
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Bello e gradevole film, con regia danese abbastanza sorprendente.
A volte l’interpretazione degli attori, un po’ rigidi in alcune scene, lascia un po’ perplessi, ma bisogna dire che la sceneggiatura dà modo di calarsi nei vari personaggi, fino a emozionare davvero.
Un Pierce Brosnan forse non al suo massimo, ma una Trine Dyrholm (che non conoscevo) che passa con disinvoltura dai momenti tristi a quelli felici, mostrando una eccezionale espressività.
Bello il canovaccio basato sul personaggio femminile interpretato dalla Dyrholm (Ida), donna reduce dalla chemio, che si incrocia via via con le vite degli altri personaggi.
Ida ha dovuto incassare la mazzata del tumore che l’ha colpita, ma nelle prime scene è mostrata come una donna forte, che conduce però una vita ordinaria e priva di emozioni.
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Bello e gradevole film, con regia danese abbastanza sorprendente.
A volte l’interpretazione degli attori, un po’ rigidi in alcune scene, lascia un po’ perplessi, ma bisogna dire che la sceneggiatura dà modo di calarsi nei vari personaggi, fino a emozionare davvero.
Un Pierce Brosnan forse non al suo massimo, ma una Trine Dyrholm (che non conoscevo) che passa con disinvoltura dai momenti tristi a quelli felici, mostrando una eccezionale espressività.
Bello il canovaccio basato sul personaggio femminile interpretato dalla Dyrholm (Ida), donna reduce dalla chemio, che si incrocia via via con le vite degli altri personaggi.
Ida ha dovuto incassare la mazzata del tumore che l’ha colpita, ma nelle prime scene è mostrata come una donna forte, che conduce però una vita ordinaria e priva di emozioni. Ecco che, all’improvviso, il suo mondo è sconvolto con una serie di avvenimenti che la mettono a dura prova. Ed è qui che si nota la bravura della Dyrholm, abile nel mostrarsi fragile ma, nella propria debolezza, anche dolce e affascinante. Dolcezza che le si rifletterà sul volto alla fine del film, in cui il sole di Sorrento le illumina quel viso delizioso che era incupito dalle grigie location danesi di inizio pellicola. In alcune scene, soprattutto nell’orto dei limoni, sembra quasi di sentire in sala il profumo dell’attrice :-)
Sconsigliato a tutti coloro a cui manca anche solo un briciolo di romanticismo nel cuore...
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marinabelinda
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sabato 5 gennaio 2013
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la dolcezza del limone
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Bel film. Mi è davvero piaciuto. Sono andata spinta dalla curiosità senza sapere che il film fosse della stessa regista -Susanne Bier- del bellissimo Dopo il matrimonio.
Ed è stata una conferma. Evidentemente, anche in questo film si trovano le tematiche care alla regista (il matrimonio, la famiglia, la malattia, il tradimento), che portano ad un inevitabile confronto tra i due film, confronto dal quale, peraltro, i film escono entrambi vincitori.
Leggero, nel senso di soave, non banale, anche nelle parti che possono sembrare prevedibili, impegnativo se ci si vuole soffermare su quali siano le nostre aspirazioni e su quale indirizzo dare alla nostra vita.
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Bel film. Mi è davvero piaciuto. Sono andata spinta dalla curiosità senza sapere che il film fosse della stessa regista -Susanne Bier- del bellissimo Dopo il matrimonio.
Ed è stata una conferma. Evidentemente, anche in questo film si trovano le tematiche care alla regista (il matrimonio, la famiglia, la malattia, il tradimento), che portano ad un inevitabile confronto tra i due film, confronto dal quale, peraltro, i film escono entrambi vincitori.
Leggero, nel senso di soave, non banale, anche nelle parti che possono sembrare prevedibili, impegnativo se ci si vuole soffermare su quali siano le nostre aspirazioni e su quale indirizzo dare alla nostra vita.
Attori bravissimi e davvero autentici.
Memorabile, secondo me, la scena del bagno di Ida nuda, in tutti i sensi: si è mostrata nella sua forma contigente, dolorosa e speranzosa insieme, all'uomo che le sta per cambiare la vita.
Bellissima la lenta trasformazione (come quella delle arance in limoni) di Pierce Brosnam che, a tratti, mi ha fatto pensare a Cary Grant: il silenzo (e lo sguardo) vale più di mille parole. Proprio come dice Philip, confidandosi con Ida.
Ci si commuove, ci si diverte, si pensa.
Da vedere.
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