kaipy
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lunedì 4 febbraio 2013
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da vedere
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buon film.
La prima parte si muove in un futuro grigio e tragico: povertà, miseria, violenza, droga.
Il meccanismo del looper e della chiusera del looper è interessante e originale, che che ne dica la gente.
La seconda parte è certo meno originale puntando, come è giusto, non solo sull'azione ma anche sui sentimenti. Ottima l'interpretazione di Emily Blunt, profonda e sensuale. La migliore in campo dei tre, forse, perchè la meno fumettistica.
badget limitato? be' non se ne sente la mancanza. Mix di vari generi? purchè fatto con sistemicità ed equilibrio che male c'è?
consigliato.
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iron beatrix
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giovedì 7 febbraio 2013
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enter the loop
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Nel 2044, in uno scenario meravigliosamente deteriorato, agisce un giro malavitoso che uccide e fa sparire gli assassini del futuro. Le vittime, attraverso un viaggio nel tempo, vengono rispedite nel passato dove i Looper sono pronti ad eliminarli. Joe (Joseph Gordon Levitt) è il più giovane Looper, ma anche quello con meno scrupoli e con la freddezza di chi crede di far un lavoro come un altro per pagarsi un futuro migliore. La sua vita cambia quando all'appuntamento con la morte si presenta il suo loop, cioè lui stesso 30 anni dopo.
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Nel 2044, in uno scenario meravigliosamente deteriorato, agisce un giro malavitoso che uccide e fa sparire gli assassini del futuro. Le vittime, attraverso un viaggio nel tempo, vengono rispedite nel passato dove i Looper sono pronti ad eliminarli. Joe (Joseph Gordon Levitt) è il più giovane Looper, ma anche quello con meno scrupoli e con la freddezza di chi crede di far un lavoro come un altro per pagarsi un futuro migliore. La sua vita cambia quando all'appuntamento con la morte si presenta il suo loop, cioè lui stesso 30 anni dopo. Joe da grande, interpretato da Bruce Willis, vende cara la pelle e reagisce, cercando di far capire che le cose possono cambiare e si può fermare la mano assassina del terribile Sciamano, che regge i fili di tutti i loop. Joe a questo punto è braccato: dai suoi datori di lavoro che vogliono eliminarlo perchè ha mancato il suo bersaglio, ma soprattutto da se stesso e da interrogativi mai sollevati prima di quel momento. Sa che deve uccidere il se stesso del futuro per poter vivere la sua vita, ma al contempo cosa potrebbe accadere se non lo facesse? Che volto ha la donna della sua vita? Se la potesse vedere prima, cercherebbe di evitarla o il destino d'amore si compirebbe lo stesso? Che volto ha sua madre, perchè non lo ricorda? Queste e molte altre domande si dipanano nella mente di Joe, metafora dei dubbi che potrebbero sorgere in ognuno di noi allo squarciarsi del velo di Maya. Non per niente la figura scelta dal film è quella del loop, cioè del cerchio, forma ancestrale e simbolica della vita e dell'anima, dell'energia cosmica in cui tutto è destinato a fluire. Ma in questo loop che sembra a tratti predeterminato, può inserirsi il libero arbitrio. Quanto ognuno di noi può fare per cambiare il suo loop e a che prezzo? Joe è l'emblema dell'uomo della crisi, è l'apoteosi di ciò che si deve arrivare a fare quando si palesa la rottura. Una buona regia, dialoghi minimali e molto lasciato al senso e all'interpretazione dello spettatore. Azione quanto basta, violenza e sangue ma anche possibilità di pensiero e riflessione.
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[+] un plot sempre valido
(di bella bartok!)
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[+] intricato e teso
(di antonio montefalcone)
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donni romani
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lunedì 19 novembre 2012
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fantascienza e sentimenti
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Fantascienza senza astronavi o mostri alieni, fantascienza che si occupa di sentimenti, delle implicazioni future, delle responsabilità di chi agisce oggi pensando - o non pensando - a ciò che questo comporterà per ciò che saremo domani. L'azione ha inizio nel 2044 e ci fa sapere che in un futuro non troppo lontano i viaggi nel tempo saranno tanto comuni quanto proibiti, ma verranno usati dai criminali per sbarazzarsi di persone sgradite, mandandole indietro nel tempo, bendate e legate, per essere eliminate dai Loopers, killer che fanno il lavoro sporco e guadagnano lingotti d'argento.
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Fantascienza senza astronavi o mostri alieni, fantascienza che si occupa di sentimenti, delle implicazioni future, delle responsabilità di chi agisce oggi pensando - o non pensando - a ciò che questo comporterà per ciò che saremo domani. L'azione ha inizio nel 2044 e ci fa sapere che in un futuro non troppo lontano i viaggi nel tempo saranno tanto comuni quanto proibiti, ma verranno usati dai criminali per sbarazzarsi di persone sgradite, mandandole indietro nel tempo, bendate e legate, per essere eliminate dai Loopers, killer che fanno il lavoro sporco e guadagnano lingotti d'argento. Joe è uno di questi killer, uno fra i più giovani, fa una vita piuttosto disordinata fra donne e droghe senza farsi scrupoli di nessun genere - neanche a tradire un amico che non ha avuto il coraggio di uccidere il suo viaggiatore nel tempo quando si è accorto di essere lui stesso dopo trent'anni - fin quando non si troverà nella stessa situazione, occhi negli occhi con un se stesso invecchiato ma molto più ricco di esperienza e di umanità. L'uomo è tornato al 2044 per eliminare un bambino che dopo trent'anni sarà il responsabile dell'uccisione dell'adorata moglie e chiede al giovane se stesso di aiutarlo, di cambiare, di capire. La seconda parte del film è estremamente emozionante, meno d'azione e più di riflessione, fatta di incontri e confronti, di dialoghi e rivelazioni, fino ad un colpo di scena finale davvero ben orchestrato. Il pensiero non può non andare al"Esercito delle dodici scimmie" e a quel tipo di fantascienza capace di coniugare il futuro e le sue aberrazioni con le spire dei sentimenti che legano i protagonisti in un gioco di specchi e di rimandi, in cui solo liberandosi di un passato sbagliato si può avere un futuro. Bruce Willis e Joseph Gordon-Levitt (truccato per assomigliare al suo older ater ego) sono perfetti nell'interpretare le inquietudini di chi deve combattere contro se stesso oltre che contro nemici reali, e la presenza femminile, al contrario di ciò che spesso accade in pellicole del genere, ha un peso specifico importante, determinante quasi. Ritmo da film d'azione, emozioni da pellicola psicologica, un bel mix di tensione e rimpianti fanno di "Looper" un perfetto esempio di come un film di fantascienza possa fare spettacolo anche non facendo invadere le città da mostri alieni, perchè le emozioni dell'animo umano sono molto più misteriose e insondabili di qualunque creatura extraterrestre.
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[+] perché solo tre stelle allora?
(di pax93)
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caribe1999
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giovedì 7 febbraio 2013
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buona l'idea, ma la trama non regge il ritmo
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Le storie sui viaggi a ritroso nel tempo sono ormai parte integrante della fantascienza contemporanea. I paradossi che possono nascere da tali eventi sono già stati raccontati in vari modi, ma Looper riesce a inventare almeno uno scopo nuovo (criminalità transtemporale) e sfrutta il concetto non troppo abusato del "paradosso in diretta". Peccato che poi la vicenda vada in realtà a parare da tutt'altra parte.
In realtà si parte bene venendo catapultati in un futuro degli eccessi e dalla morale assente, poi si finisce in mezzo alla campagna dove si cerca un senso per propria vita. Ma soprattutto si passa da un iniziale ritmo incalzante a una storia che sembra trascinarsi fino al finale che da un senso al tutto e che serve a risvegliare lo spettatore.
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Le storie sui viaggi a ritroso nel tempo sono ormai parte integrante della fantascienza contemporanea. I paradossi che possono nascere da tali eventi sono già stati raccontati in vari modi, ma Looper riesce a inventare almeno uno scopo nuovo (criminalità transtemporale) e sfrutta il concetto non troppo abusato del "paradosso in diretta". Peccato che poi la vicenda vada in realtà a parare da tutt'altra parte.
In realtà si parte bene venendo catapultati in un futuro degli eccessi e dalla morale assente, poi si finisce in mezzo alla campagna dove si cerca un senso per propria vita. Ma soprattutto si passa da un iniziale ritmo incalzante a una storia che sembra trascinarsi fino al finale che da un senso al tutto e che serve a risvegliare lo spettatore. Succede perché tutti gli spunti interessanti della prima parte vengono messi da parte e il paradosso del doppio protagonista non viene sviluppato a dovere, lasciando invece ampio spazio al rapporto tra Joe e Sara e soprattutto al rapporto madre-figlio che diluisce inutilmente la trama. In un film di fantascienza i rapporti genitori-figli tanto cari agli americani andrebbero vietati!
A questa apparente confusione di idee si affiancano però curiosamente anche una serie di déjà vu di situazioni e attori. Willis che gira di porta in porta alla ricerca di Sara come il primo Terminator (ci mettiamo anche Garret Dillahunt - Cromartie), gente che vede morire sé stessi (L'esercito delle 12 scimmie) e così via. Peccato che però la trama della parte centrale non ruoti attorno a questi aspetti, derivati dal paradosso temporale, e anche i personaggi secondari finiscono per essere piatti (Abe) o volutamente ridicoli (Kid Blue).
Insomma fare un film di fantascienza vuol dire mettere in campo una trama con una certa tensione o affascinare con una visione, cosa che in Looper manca un po'.
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(di doc steve)
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beppe baiocchi
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sabato 4 maggio 2013
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chiudere il cerchio
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Siamo nel 2044, una trentina d'anni dopo la macchina del tempo sarà realtà, ma bandita, è in mano alla criminalità organizzata che manda i loro condannati a morte nel passato per farli uccidere da dei killer professionisti, detti Looper.
Il circolo vitale di un looper è un cerchio, infatti egli ha la consapevolezza che l'ultima persona che dovrà uccidere, prima di finire la sua carriera di killer, sarà egli stesso del futuro. La pena per non aver ucciso se stessi del futuro è condannata dall'organizzazione criminale la morte.
Joe (Joseph Gordon-Levitt) è un looper, giovane ma dal sangue freddo, che però trovandosi davanti il Joe del futuro (Bruce Willis) tituba un istante e lo fa scappare.
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Siamo nel 2044, una trentina d'anni dopo la macchina del tempo sarà realtà, ma bandita, è in mano alla criminalità organizzata che manda i loro condannati a morte nel passato per farli uccidere da dei killer professionisti, detti Looper.
Il circolo vitale di un looper è un cerchio, infatti egli ha la consapevolezza che l'ultima persona che dovrà uccidere, prima di finire la sua carriera di killer, sarà egli stesso del futuro. La pena per non aver ucciso se stessi del futuro è condannata dall'organizzazione criminale la morte.
Joe (Joseph Gordon-Levitt) è un looper, giovane ma dal sangue freddo, che però trovandosi davanti il Joe del futuro (Bruce Willis) tituba un istante e lo fa scappare. I due saranno ricercati dall'organizzazione criminale per essere uccisi. Il Joe dal futuro è tornato per uno scopo, rimediare ad una tragedia che ha colpito la sua vita. Il Joe del presente invece vuole redimersi davanti all'organizzazione criminale e vuole uccidere il suo io del futuro.
Looper scritto e diretto da Rian Johnson è un film d'azione fantascientifico con una solida sceneggiatura di fondo. Infatti oltre ai viaggi nel tempo, il tema di fondo è riducibile alle conseguenza delle azioni, alle possibilità di scelta, al libero arbitro. Temi molto interessanti trattati soprattutto nelle scene con Joseph Gordon-Levitt, truccatissimo per dargli la durezza delle fattezze di Bruce Willis. Un Joseph Gordon-Levitt che svolge bene il compitino, riuscendo a dare maggiore spessore rispetto alla sua controparte del futuo. Bruce Willis infatti non convince più di tanto, colpa anche del suo utilizzo praticamente solo per scene di azione, e sparatoria.
Nonostante la storia di fondo e quella del loop siano molto interessanti, la sceneggiatura però soffre di alcuni problemi, alcune situazioni razionalmente impossibili. Certo è che questo non intacca la profondità della storia, considerando poi che questo è fondamentalmente un film d'azione.
Un film discreto che se studiato meglio sarebbe potuto essere un vero cult, un must per gli appassionati della fantascienza.
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pavlov82
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venerdì 22 febbraio 2013
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si entra in un loop senza via di scampo
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Quando vedi il trailer di un film come "The Looper" la mente può iniziare ad immaginare tutto ed il contrario di tutto. Capita spesso che si guardi un trailer e si scopra almeno il 50% del film: scorrendo poi i fotogrammi della forma integrale della pellicola si scopre che tutto ciò che si immaginava, poi si materializza sullo schermo.
Così non è per Looper: un film "originale" (e già questo, considerando molte sceneggiature di questi tempi), che a tratti mi ha fatto rivivere i momenti di inquietudine già visti in Inception (Joseph Gordon-Lewitt, una garanzia...) che tengono lo spettatore assolutamente incollato al film dal primo minuto all'ultimo; un film che prima ti guida, poi ti confonde a tratti coinvolge nella confusione (positiva) tutti i personaggi.
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Quando vedi il trailer di un film come "The Looper" la mente può iniziare ad immaginare tutto ed il contrario di tutto. Capita spesso che si guardi un trailer e si scopra almeno il 50% del film: scorrendo poi i fotogrammi della forma integrale della pellicola si scopre che tutto ciò che si immaginava, poi si materializza sullo schermo.
Così non è per Looper: un film "originale" (e già questo, considerando molte sceneggiature di questi tempi), che a tratti mi ha fatto rivivere i momenti di inquietudine già visti in Inception (Joseph Gordon-Lewitt, una garanzia...) che tengono lo spettatore assolutamente incollato al film dal primo minuto all'ultimo; un film che prima ti guida, poi ti confonde a tratti coinvolge nella confusione (positiva) tutti i personaggi.
Ci sono tante possibilità oggi in Italia per fruire dei film (piccoli cinema, multisala, 2d, 3d), ma se dovessi suggerire quanto pagare per vederlo (andando da una scala da 0 Euro [aspettiamo che arrivi in tv] a 8,70 [Da Multisala, da vedere assolutamente]) credo che sarei disposto a spendere almeno 7,50 Euro per andare a vederlo.
Unico aspetto che, probabilmente, mi lascia perplesso è il mix di immagini che si susseguono, spesso, e che hanno l'effetto cinematografico di "confondere" a volte, però, esagerando e ponendo lo spettatore a chiedersi: "Ma??...Questo...ehm..."
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jaylee
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domenica 17 febbraio 2013
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spezzare il cerchio dell'esistenza
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Come ci insegnano i vari Kubrick, R. Scott, Spielberg, Truffaut, ecc.. (per tacere di scrittori come Orwell, Clarke, Dick, Asimov, e ovviamente Bradbury che in qualche modo sembra essere la principale ispirazione del film, la fantascienza può essere un potentissimo genere che accoglie metafore e ispirazioni relative alla nostra esistenza. In fin dei conti, se il tempo è la materia di cui è fatta la vita, la ricchezza è l’utilizzo del proprio al meglio di quello che ci è concesso… ma è un investimento del quale i frutti si rivelano in un domani dove non è possibile tornare indietro.
O forse sì? Rian Johnson ci racconta di Joe (Joseph Gordon-Levitt), che di mestiere fa il “Looper”, ovvero killer per conto di un’organizzazione criminale futura, che spedisce nel passato le proprie vittime affinchè scompaiano per sempre.
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Come ci insegnano i vari Kubrick, R. Scott, Spielberg, Truffaut, ecc.. (per tacere di scrittori come Orwell, Clarke, Dick, Asimov, e ovviamente Bradbury che in qualche modo sembra essere la principale ispirazione del film, la fantascienza può essere un potentissimo genere che accoglie metafore e ispirazioni relative alla nostra esistenza. In fin dei conti, se il tempo è la materia di cui è fatta la vita, la ricchezza è l’utilizzo del proprio al meglio di quello che ci è concesso… ma è un investimento del quale i frutti si rivelano in un domani dove non è possibile tornare indietro.
O forse sì? Rian Johnson ci racconta di Joe (Joseph Gordon-Levitt), che di mestiere fa il “Looper”, ovvero killer per conto di un’organizzazione criminale futura, che spedisce nel passato le proprie vittime affinchè scompaiano per sempre. L’ultima vittima di ogni Looper è se stesso, quando di fatto termina la propria utilità all’organizzazione, ma un se stesso più vecchio di circa 30 anni, che viene spedito nel passato proprio come tutti gli altri…. Ovvero incassa la buonuscita e chiude il Loop (ovvero il “cerchio”), godendosi i 30 anni che lo attendono. Cosa succede se però il tuo io futuro ti sfugge?
Questa è la storia del film di Johnson con il “vecchio Joe del futuro” (un bellissimo paradosso interpretato da Bruce Willis) che tenta di cambiare il proprio passato al fine di salvare l’amore che gli ha cambiato la vita; si scontrerà con il Joe del presente, che vuole rimettere le cose al proprio posto ed ovviamente l’organizzazione criminale che a questo punto vuole eliminare entrambi… la storia si complica quando il piano del vecchio Joe si concentra sull’eliminazione del futuro capo dell’Organizzazione, il potentissimo e misterioso Sciamano, oggi un bambino di dieci anni.
Looper attinge a piene mani da tutto un genere fantascientifico distopico (Blade Runner, L’Esercito delle 12 Scimmie, Matrix, Terminator…), ma innestando elementi originali di riflessione filosofica molto interessanti, che molto a che fare hanno con la cosiddetta Teoria del Caos o Effetto Farfalla (che prende il nome da un racconto di Bradbury, dove in una remota epoca preistorica un escursionista del futuro calpesta una farfalla e questo fatto provoca una catena di allucinanti conseguenze per la storia umana…), ma in un’ottica quasi da filosofia orientale: tutto quello che fai incide sul mondo e sul futuro, ma l’unica cosa che puoi fare per cambiarlo significativamente è agire su te stesso: essere consapevole che sei parte di un cerchio, e “spezzarlo”. È impossibile rimettere le cose al posto giusto, ogni creatura lotta nel qui e nell’ora ciecamente per la sua esistenza ed il proprio futuro (in spirito di sopravvivenza) e dunque appena abbiamo la consapevolezza di questo eterno rincorrersi, per raggiungere la pace con noi stessi non resta che (per parafrasare Gandhi) diventare “il cambiamento che vuoi vedere ne mondo”.
In definitiva, Looper pur non essendo un capolavoro (soprattutto nella parte centrale), mette insieme due ore di intrattenimento intelligente, da prodotto di qualità nascosto in una scatola a volte anche furba; e grazie alle buone interpretazioni di Gordon-Levitt e Willis, nonché alle ottime scenografie para-apocalittiche del film rese ancor più interessanti da alcuni particolari acronistici come spingarde e revolver, sicuramente non deluderà gli amanti del genere, che cercano qualcosa in più rispetto a pistole laser e mostri alieni… Evocativo. (www.versionekowalski.it)
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xxseldonxx
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lunedì 4 febbraio 2013
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quando terminator incontra x-men
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Il 2044 è ormai divenuto presente. Ancora non esistono macchine del tempo ma da lì a trent'anni le inventeranno, diverranno illegali e il loro unico uso sarà quello di mandare, legate ed incappucciate, le persone sgradite alle organizzazioni criminali nel passato, dove ad attenderle c'è un Looper, un assassino che con un rapido colpo della letale "spingarda" li fredda, intasca la ricompensa e si gode la vita tra droghe e donne. Finché dura. Perché ogni looper sa che prima o poi dovrà uccidere sé stesso proveniente dal futuro e "chiudere il Loop".
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Il 2044 è ormai divenuto presente. Ancora non esistono macchine del tempo ma da lì a trent'anni le inventeranno, diverranno illegali e il loro unico uso sarà quello di mandare, legate ed incappucciate, le persone sgradite alle organizzazioni criminali nel passato, dove ad attenderle c'è un Looper, un assassino che con un rapido colpo della letale "spingarda" li fredda, intasca la ricompensa e si gode la vita tra droghe e donne. Finché dura. Perché ogni looper sa che prima o poi dovrà uccidere sé stesso proveniente dal futuro e "chiudere il Loop". Riceverà una cospicua buonuscita e passerà il resto della vita con la coscienza di avere un appuntamento certo con la morte: "Il nostro non è un lavoro per chi ha progetti a lungo termine". Joe (Joseph Gordon-Levitt) è appunto un Looper e svolge con fredda disinvoltura e noiosa routine il proprio lavoro, fino al giorno in cui il Joe del futuro (Bruce Willis) torna volontariamente nel 2044 per trovare e uccidere il bambino che trent'anni dopo sarebbe diventato lo "Sciamano", spietato dittatore e responsabile della morte della moglie di Joe.
Il tema del viaggio del tempo è senz'altro uno dei più saccheggiati dal cinema fantascientifico, con risultati a volte buoni, a volte cattivi. "Looper" attinge a piene mani da questi film e non solo: lampante è l'analogia con "Terminator" con cui condivide l'idea del killer dal futuro, del bersaglio bambino e della madre forte. Il futuro che ci si presenta davanti agli occhi è un futuro molto simile a quello di "Blade Runner" o "Matrix": sporco, cupo, caratterizzato da una profonda divisione sociale tra poveri e ricchi e dotato di una tecnologia ben distante dall'aulica perfezione degli strumenti come quelli di "Star Wars". Perfino la telecinesi, potere riservato a pochi, si rivela essere più un piccolo passatempo che un grande potere: il futuro di "Looper" è un futuro deludente.
Come anche la società, anche la morale delle persone è andata peggiorando: Joe è spietato, egoista e perennemente drogato (anche se questo aspetto viene abbandonato a metà film); non esita a vendere i propri amici e a uccidere. Eppure non si compiace di quella vita: studia il francese perché vuole andarsene in Francia, una sorta di Terra Promessa che non esiste più, corrotta anch'essa dalla povertà. Il suo vero problema arriva quando scopre di essere il proprio peggior nemico; il Joe di Bruce Willis è ancora più freddo e motivato: deve salvare sua moglie e liberare il mondo del futuro dalla tirannia.
Proprio a questo punto entrano in scena due personaggi che cambieranno notevolmente le carte in gioco. Se fino a questo momento il film trovava il suo punto di forza nell'ottima descrizione della vita e dell'etica di questi Loopers, ora, con l'arrivo del piccolo Cid, futuro dittatore ed innocente bambino, e di sua madre Sara (no, non Connor), la narrazione cambia completamente. Questi vivono in una piccola fattoria lontano dalla città e proprio il contesto rurale permette finalmente allo spettatore di prendere una boccata d'aria, dopo il pesante grigio smog cittadino. Qui, Joe (quello giovane) trova finalmente un motivo per vivere che non sia l'utopistica fuga in Francia: difendere quella famiglia problematica da sé stesso.
Sara (interpretata da una fantastica Emily Blunt) è probabilmente il miglior personaggio del film: madre ripudiata dal proprio bambino, vive per difendere suo figlio dimostrando una forza d'animo simile a quella della Sarah Connor di "Terminator". Dal canto suo, invece il piccolo Cid non ha bisogno di nessuna protezione: dimostra di avere dei poteri telecinetici decisamente sviluppati e purtroppo questo aspetto porta il film a scadere nel finale dimostrando una certa gratuità di situazioni surreali dovute ai poteri del bimbo, la cui figura è una neanche troppo celata unione della Fenice di "X-men: conflitto finale", del Danny di "Shining" e del Neo di "Matrix". In ogni caso, il suo personaggio pone allo spettatore un interrogativo non indifferente: è giusto uccidere un innocente per qualcosa che ancora non ha fatto? Sarebbe stato giusto, per esempio uccidere Adolf Hitler nella culla? Purtroppo il film non prende una posizione decisa su questo aspetto così cruciale e questo, insieme alla presenza dei poteri del bambino fanno inevitabilmente calare la qualità del film verso la fine.
"Looper" è dunque un collage dei più famosi film di fantascienza, condito, soprattutto nella prima parte, da un bel pizzico di originalità; si perde un po' nel finale ma rimane comunque uno dei pochissimi film di fantascienza recenti dotato di anima, di personalità e di un messaggio (anche se non totalmente approfondito) non banale.
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gabriele.vertullo
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giovedì 31 gennaio 2013
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riflessione morale in un'america disperata
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Il teatro di Looper è l’America del domani. Una nazione costituita nella sua maggioranza da un’indistinta massa urbana indigente e criminale, disseminata tra squallidi edifici e vie malsane: uno scenario ammorbante e derelitto. I loopers, i sicari dei criminali del domani, rappresentano la classe degli arricchiti, che conducono un’esistenza disincantata e allucinata, immersi nella vacua e disperata ciclicità quotidiana, sintetizzata in quel sospeso e anonimo sparo.
Nel 2074 i viaggi nel tempo saranno possibili, ma istantaneamente dichiarati illegali e sanzionati con la pena di morte. I trasgressori verranno spediti nel 2044 e giustiziati da un membro della squadra dei loopers.
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Il teatro di Looper è l’America del domani. Una nazione costituita nella sua maggioranza da un’indistinta massa urbana indigente e criminale, disseminata tra squallidi edifici e vie malsane: uno scenario ammorbante e derelitto. I loopers, i sicari dei criminali del domani, rappresentano la classe degli arricchiti, che conducono un’esistenza disincantata e allucinata, immersi nella vacua e disperata ciclicità quotidiana, sintetizzata in quel sospeso e anonimo sparo.
Nel 2074 i viaggi nel tempo saranno possibili, ma istantaneamente dichiarati illegali e sanzionati con la pena di morte. I trasgressori verranno spediti nel 2044 e giustiziati da un membro della squadra dei loopers. Joe Simmons (Joseph Gordon-Levitt) trascorre le sue giornate assolvendo il suo incarico e svagandosi nel night club-base centrale. La sua vita avrà una brusca sterzata nell’istante in cui vedrà materializzarsi la sua vittima futura, il suo “io” adulto (Bruce Willis).
Dopo l’esperienza onirica di Inception Joseph Gordon-Levitt torna a viaggiare in una storia verticale e multilaterale, scaglionata e stratificata; un raffronto tra dislivelli spazio-temporali in una sequenza di corrispondenze e divergenze, non solo fisiche e dinamiche, ma soprattutto caratteriali e comportamentali. Looper non si accontenta di mostrarci solo il lato attivo ed esplosivo di una simile vicenda, ma si evolve in un percorso d’indagine ed esplorazione dell’essere umano. Si inserisce ed è richiesta una costante riflessione antropologica dei personaggi, configurati secondo le categorie valutative della basilare filosofia morale: individualismo, egoismo, avidità, rimorso; fino a travalicare ogni barriera e riserva toccando punte di assoluto relativismo etico. I due fuochi tematici e ideologici sono rappresentati dal giovane Joe, giustiziere freddo e dal viso pulito, e il Joe adulto, duro e determinato; in un perpetuo distendersi e contrarsi, incontro e scontro, fino all’emozionante risoluzione finale.
Sebbene sia spalmato nel futuro, Looper è figlio del suo tempo. Una storia (quasi) totalmente percorsa dall’assenza dell’innocenza, un’ affacciarsi su un lontano orizzonte di speranza, a tratti corrosivo e spietatamente lucido sul nostro presente e sul nostro futuro. Un film decisamente pregnante e sostanzioso, che spazia anche tra i generi cinematografici: dall’ impianto sci-fi action alle atmosfere noir, con pennellate romantiche e drammatiche.
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catcarlo
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martedì 12 febbraio 2013
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looper
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Nel 2044 i ricchi sono ricchi e i poveri si arrangiano servendoli. I primi vivono nei grattacieli di una città che ricorda vagamente ‘Blade runner’ (ma senza le pubblicità), i secondi abitano in caseggiati popolari davanti ai quali parcheggiano le loro macchine rappezzate. Il risultato è una società violenta e infiltrata dalla malavita: in più, rispetto ai giorni nostri, ci sono i loopers, assassini prezzolati che uccidono le vittime della mafia che vengono loro spedite da trent’anni nel futuro. Un lavoro pulito, pagato con i lingotti recapitati sulla schiena del malcapitato, che però può incepparsi quando a tornare è il te stesso invecchiato.
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Nel 2044 i ricchi sono ricchi e i poveri si arrangiano servendoli. I primi vivono nei grattacieli di una città che ricorda vagamente ‘Blade runner’ (ma senza le pubblicità), i secondi abitano in caseggiati popolari davanti ai quali parcheggiano le loro macchine rappezzate. Il risultato è una società violenta e infiltrata dalla malavita: in più, rispetto ai giorni nostri, ci sono i loopers, assassini prezzolati che uccidono le vittime della mafia che vengono loro spedite da trent’anni nel futuro. Un lavoro pulito, pagato con i lingotti recapitati sulla schiena del malcapitato, che però può incepparsi quando a tornare è il te stesso invecchiato. Dopo tanti altri, capita anche a Joe (per la seconda volta in pochi mesi ecco un killer di nome Joe): il problema è che il passare degli anni lo ha fatto diventare Bruce Willis che, in cerca di vendetta, non ha nessuna voglia di farsi ammazzare. A partire da questo momento, ‘Looper’ si trasforma da buon thriller fantascientifico con qualche eccesso di violenza e manierismo ad opera di valore assoluto grazie a una seconda ora che, giocando tra i contrastanti sentimenti umani e i paradossi del viaggio nel tempo, affascina senza possibilità di scampo fino all’efficacissimo finale. E’ vero che, forse, sarebbe stato di ancor maggior effetto ribaltare la conclusione, ma questo è un film, non un romanzo di Dick e allo spettatore fa piacere alleggerire un po’ l’animo dopo tanta cupezza e tensione: il giovane Joe decide di spezzare il cerchio (il loop che sarebbe stato meglio tradurre con circolo o anello) ed è un bel cambiamento da parte di un tossico capace di sacrificare il suo miglior amico – chi non elimina il proprio loop non ha scampo - per salvare i lingotti accuratamente risparmiati sognando una fuga in Francia. Alla trasformazione, contribuisce non poco vedere come è diventato il vecchio Joe: Willis interpreta senza battere ciglio, ormai se lo può permettere, un assassino di bambini – incluso quello di una sua vecchia fiamma - guidato solo dall’amore perduto e da un odio che lo illude di poter cambiare il futuro in cui il misterioso Sciamano (in originale Rainmaker, da cui gli svariati riferimenti a nuvole e pioggia) sta cercando di eliminare tutti i looper. Al confronto dell’attempato leone, al quale l’esperienza ha insegnato a dare qualche sfumatura alla granitica presenza, Gordon-Levitt dimostra di dover ancora percorrere parecchia strada, malgrado l’assidua presenza sugli schermi negli ultimi tempi: la sua interpretazione cresce però con il passare dei minuti, forse perché non ha proprio la faccia da killer e funziona meglio quando, in fuga, abbandona la città per rifugiarsi nella fattoria presidiata, è il caso di dirlo, da una combattiva Emily Blunt. Proprio tra campi di frumento e strade sterrate si arriva alla conclusione, dopo che Willis ha fatto fuori un numero imprecisato, ma certamente alto, di mafiosi (compreso il plenipotenziario venuto dal futuro ben interpretato da Jeff Daniels) armato di due mitragliette, una per mano – uniche armi non vintage, essendo le altre intonate ai gusti ‘passatisti’ del giovane Joe. E’ il culmine di sessanta minuti di grande cinema, capace di far pensare ed emozionare allo stesso tempo grazie a una qualità che, se la prima parte fosse allo stesso livello, porterebbe il film dallo status di ottima pellicola con un futuro di culto a quello di molto vicino al capolavoro, seppur di genere.
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