Anno | 2012 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 82 minuti |
Regia di | Toni D'Angelo |
Attori | Chiara Conti, Alberto Gimignani, Luca Lionello, Rosanna Gentili, Irena Goloubeva Giulio Beranek, Roberto Rondelli. |
Uscita | giovedì 13 dicembre 2012 |
Tag | Da vedere 2012 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
MYmonetro | 3,10 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 17 dicembre 2012
Un noir, un triangolo "rosso" di sensualità ed emozioni, scandito dai tempi sospesi di una cittadina formale e perbene.
CONSIGLIATO SÌ
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Cresciuti in Lunigiana, Maurizio e Giovanni sono amici nella vita e nella caccia, che praticano con passione. Imprenditore e scultore, condividono il marmo e un quotidiano tranquillo interrotto da Clara, una giovane donna che innamora Maurizio. Giovanni, sposato e annoiato, scolpisce madonne e desidera Clara, che sposa Maurizio ed è amante di Marco, un cantautore locale. Tra una battuta di caccia e un bicchiere di vino, arriva l’inverno che congela la campagna ma accende i cuori, avviando passioni e ossessioni. Clara, schiacciata dai silenzi e trascurata da Maurizio, cerca attenzione e premure tra le braccia di Giovanni, che tollera di condividerla con l’amico ma non con Marco. La sua gelosia innescherà una reazione a catena e una caccia all’uomo.
Sul confine, ideale e geografico (tra Toscana e Liguria), è appeso il noir di Toni D’Angelo, abitato da personaggi che vivono ambiguamente la vita, finendo per guadagnarsi l’inferno. La Lunigiana, sospesa tra due regioni e due stagioni, è l’ambiente ideale in cui rappresentare la relazione bene e male, che al fascino brutale dell’oscurità preferisce il lento affondare nella penombra. In quella penombra, la bionda dark lady di Chiara Conti si infila e si concede, esibendo un’apparente fragilità fisica piuttosto che una seduzione aggressiva. Noir ‘di provincia’, L’innocenza di Clara si muove tra la chiusura domestica e la progressiva apertura verso gli spazi esterni, scenari naturali a cui lo spettatore accede straniero come Clara. La protagonista emerge dal buio della galleria alla luce bianca dei marmi di Carrara, dove impatta la paranoia provinciale, dove incontra i suoi amanti e decide i loro destini. Un arrivo casuale il suo, una deviazione che la deposita dentro la grandiosità scenografica di una cava senza annullarne mai l’individualità fatale. Fata seduttrice, Clara è presenza attiva, creatrice, è un corpo femminile che produce storie e narrazioni, muovendo l’immobilità provinciale e orchestrando la stessa scena madre col padre, ricoverato in una casa di cura, per il piacere degli occhi di chi la guarda e l’accompagna. Dentro lo stesso abito, la protagonista vive due volte. Vive e poi rivive con gli stessi elementi, un diverso spettatore e un identico finale per chi ha deciso di (non) vedere il suo bluff.
Sofisticato e inafferrabile, alla maniera della sua femme fatale, L’innocenza di Clara testimonia l’impossibile utopia di una provincia sana in un sistema malato, da cui arriva e a cui ritorna Clara, probabilmente innocente, probabilmente colpevole, probabilmente magnifica occasione per alimentare e poi consumare un’ossessione. Lo sguardo maturo del giovane autore sulla provincia (italiana) scandisce un progressivo inoltrarsi nell’incubo, immergendo il suo noir in un’assolutezza di vita e di morte che l’abitudine alle relazioni urbane (qualche volta) stempera. Clara affonda coi suoi amanti in una dimensione primaria, che li mette a contatto con pulsioni radicali, lotte disperate e solitarie per la sopravvivenza in mezzo alla natura e ai suoi spazi estremi. Si sottrae a quella ininterrotta sospensione esistenziale la coppia dei giovanissimi amanti, su cui il regista sposta a intervalli l’attenzione. Circondati dall’ostilità degli adulti e isolati nella loro ingenuità virginale e nella purezza adolescenziale, gli innocenti sopravvivono alla caccia e ai colpi sparati per uccidere o per suicidare. Chiara Conti, piena di una bellezza vertiginosa, è ‘desiderata’ da Alberto Gimignani, Luca Lionello e Bobo Rondelli, volti e ‘voci’ che fanno scolorire e scomparire i ‘bravi ragazzi’ del cinema italiano.
Immagini ravvicinate, brevi riprese, musica intensa per calarsi nella realtà del mondo di provincia. Tony D'Angelo, con grande bravura riesce a far esprimere i suoi attori al meglio rendendo la storia verosimile ed emozionante. Storia di uomini e donne e dei loro problemi: la famiglia, solitudine delle donne, gli amori, le gelosie, i tradimenti.
Si,si può essere ancora stregati,ammaliati,direi sedotti dalle riflessioni che induce e suscita un film quale “L'innocenza di Clara” (Italia 2012) del regista Toni D'Angelo.Il film s'impone, poco alla volta nell'incanto, per la sua forza e bellezza. Una domanda - o più domande - che si formula e non si svela nella sintassi del tempo e dello spazio della sceneggiatura e che attende dallo spettatore [...] Vai alla recensione »
D'Angelo si conferma un vero autore. Sguardo lucido e sicuro, ogni movimento di macchina ti sorprende e finalmenre qualcuno che sa raccontare una storia senza scadere in dialoghi inutili e irritanti. Un vero autore che mi auguro presto diventerà un grande autore.
Ho visto "L'innocenza di Clara " qualche giorno fa... E' il secondo film del regista Toni D'Angelo che mi capita di vedere e confermo le impressioni che ho ricevuto guardando "Una notte": una regia elegante, sobria, che accompagna lo spettatore pian piano negli intrecci della storia, senza bisogno di dialoghi troppo serrati e pieni di parole.
Clara è una donna speciale, soprattutto se confrontata con le altre del luogo; bellissima, ma per niente "libera": dipende in modo assoluto dall'amore e dalle attenzioni di chi la circonda e riesce a farsi amare e desiderare, nemmeno lei cosciente delle possibili conseguenze del suo agire. E' un film che lascia spazio alle domande, alle supposizioni di chi lo guarda.
E' un capolavoro. la narrazione di un luogo e fuori fuoco si muovono i personaggi incoscienti e inconsapevoli della pericolosità della bionda che col suo fascino assassino scompiglia gli equilibri prestabiliti da anni di rancori. una regia glaciale di rara bellezza e maturità per il nostro panorama. complimenti, film da vedere assolutamente, al cinema!
Questa volta non è una la provincia Trevigiana ma un piccolo centro della Toscana. La noia sembra aver contaminato tutti i nostri personaggi. Il protagonista scadenza la sua nevrosi con una sigaretta dopo l'altra. Carla alla ricerca del sogno d'amore dove ripete le stesse movenze e le stesse frasi di fronte a un padre mentalmente assente. Scoperta dichiara di avere la capacità di distruggere la felicità. [...] Vai alla recensione »
In una Toscana simile alla provincia americana dello scrittore noir James M. Cain, e introdotta dalle parole di Silvano Agosti (le gabbie degli uomini hanno sbarre invalicabili; Agosti è anche consulente al montaggio), arriva Clara: biondissima femme fatale in grado di sconvolgere la vita di vari uomini. Il futuro marito perbene (Alberto Gimignani), il suo turbolento migliore amico (un Luca Lionello [...] Vai alla recensione »
Dai Poeti indagati da Toni D'Angelo alle inesplicabili realtà della cronaca: dallo stesso stupore razionale nei confronti della pura irrazionalità nasce L'innocenza di Clara, da un fatto di cronaca, dall'incontro con la vera protagonista degli eventi. Tiene conto in maniera del tutto originale della forma consolidata di due generi consolidati: il giallo letterario e cinematografico (Chabrol in particolare, [...] Vai alla recensione »
Quando la bionda Clara arriva in un villaggio toscano per vivere assieme a Giovanni, proprietario di una cava di marmo, nessuno sa ancora di quanti danni possa essere causa la sua latente sensualità. La giovane donna non ha rinunciato a un amante, che vede di nascosto; frattanto, suscita i desideri del migliore amico di Giovanni, lo scultore Maurizio.