Addio mia Regina

A pochi anni di distanza dalla regina pop di Sofia Coppola, uno sguardo inedito su Maria Antonietta la mostra più matura e consapevole nonché innamorata di una donna aristocratica ed oggetto di amore ed ammirazione da parte della sua giovane lettrice Sidonie, finché la giovane non sarà costretta a scontrarsi con la propria condizione sociale così com'è percepita dall'aristocrazia e con il proprio ruolo di essere inferiore e sacrificabile.
Il film si svolge su un arco di quattro giorni a partire dal 14 luglio 1789, mostrando il progressivo ed inevitabile collasso dell'assolutismo francese attraverso lo sguardo spaventato e confuso della giovane Sidonie che si divide tra le stanze protette di Versailles e le notizie che trapelano sui tumulti parigini, assistendo alla poco nobile fuga dell'aristocrazia ed al crollo psicologico della sovrana interpretata da un'intensa Diane Kruger, che ha il pregio di oscurare la vezzosa regina della Coppola mostrando le difficoltà di una donna incapace di affrontare i cambiamenti della storia abbandonando le concezioni classiste di un mondo in disfacimento; la richiesta di sacrificio posta alla sua lettrice per garantire la salvezza della propria amata determina l'addio della giovane alla visione adolescenziale e romantica della sovrana, svelandone l'intima ed immutabile natura.
In questo senso la figura della regina racchiude in sé lo spirito di un'epoca, relegandola a simbolo irremovibile delle iniquità sociali del tempo al pari delle lussuose stanze della reggia di fronte alle quali sovente pare sparire, avvolta da ricchi abiti degli stessi colori del palazzo. 
In questo panorama già ricco di spunti c'è spazio per una breve rivalutazione storica di Luigi XVI, che in un momento privato in compagnia della moglie le comunica la propria presa di responsabilità nei confronti del popolo, determinando l'innesco del piano letale congegnato dalla sovrana.