La bottega dei suicidi |
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Un film di Patrice Leconte.
Con Bernard Alane, Isabelle Spade, Kacey Mottet Klein, Isabelle Giami, Jean Paul Comart.
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Titolo originale Le magasin des suicides.
Animazione,
durata 85 min.
- Francia, Canada, Belgio 2012.
- Videa
uscita venerdì 28 dicembre 2012.
MYMONETRO
La bottega dei suicidi
valutazione media:
2,32
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una bottega da dimenticare in frettadi Luca SalvettiFeedback: 100 |
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sabato 5 gennaio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ieri sera Leconte ed i suoi produttori hanno letteralmente "scippato" a me ed ai miei tre compagni di sventura - che mi pare concordano con la mia seguente stroncatura totale - la speranza di vedere un film d'animazione quantomeno decente. Purtroppo non è stato così: il film delude pesantemente su tutti i fronti. A partire dalla trattazione del soggetto che, in linea teorica, potrebbe essere anche spunto di interessanti trovate narrative. Trovate che nell'ultima opera di Leconte mancano totalmente restituendoci una narrazione confusa, contraddittoria, senza capo ne coda. A gravare pesantemente sullo sfortunato spettatore arrivano anche i testi ed il doppiaggio in italiano. Mi domando se non si sarebbe potuta mantenere la lingua originale con relativi sottotitoli almeno nelle molte - haimè melodicamente fastidiose e trasandate - parti cantate! Infine si deve sottolineare la completa assenza di una qualsivoglia minima caratterizzazione psicologica dei personaggi, emotivamente molto piatti. Psicologia che in un film come questo, dove ci si propone di trattare la tematica così scivolosa dei suicidi al tempo della crisi economica, dovrebbe essere oggetto di attenta elaborazione. A cinque minuti dall'inizio del film l'arrivo del bebè, immotivatamente felice e sorridente a prescindire, decreta la fine di qualsiasi possibilità di sviluppi interessanti per la pellicola che procede in una noiosa parata di disperati alla ricerca del modo migliore per farla finita. Si salva solo per brevi tratti - si veda la scoperta della gioia di vivire e della propria corporeità da parte della sorella del citato protagonista bambino - la grafica d'animazione. Che dire: film fortemente sconsigliato, che cercherò di dimenticare quantoprima. Magari con un film "vero", del tipo "L'uomo del treno"...Caro Patrice te lo ricodi ancora quel film splendido?
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