Il Sospetto |
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Un film di Thomas Vinterberg.
Con Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Susse Wold, Annika Wedderkopp, Lasse Fogelstrøm, Anne Louise Hassing.
continua»
Titolo originale Jagten.
Drammatico,
durata 115 min.
- Danimarca 2012.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 22 novembre 2012.
MYMONETRO
Il Sospetto
valutazione media:
3,67
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Magnificodi Ilaria PasquaFeedback: 3637 | altri commenti e recensioni di Ilaria Pasqua |
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lunedì 20 gennaio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ne Il sospetto di Thomas Vinterberg, candidato agli Oscar come miglior film straniero, il protagonista è Lucas, maestro divorziato che lavora in un asilo di un piccolo paese del nord. Un giorno viene ingiustamente accusato di molestie da una bambina di nome Klara, figlia di un amico fraterno. Giusto una piccola vendetta da parte della bambina, una bugia che diventa sempre più radicata scatenando un vero e proprio allarmismo collettivo tra i genitori dell’asilo e poi in tutta la cittadina. L’uomo viene man mano allontanato e diviene vittima a sua volta di molestie, picchiato, cacciato, braccato, isolato sempre più.
Il postulato è che un bambino non dice mai bugie. Come si può non dare retta a un bambino? I bambini sono puri, innocenti, ma a volte anche loro posso mentire. La piccola lo fa, poi si pente ma ormai la catena di eventi che ha preso piede non può più tirar fuori Lucas dai guai, è irrimediabilmente compromesso. Gli adulti non ascoltano, e la bambina finisce solo per diventare più confusa, il peso della bugia raccontata acquista sostanza grazie alla forza con cui i genitori non la negano.
Il sospetto non è un thriller, noi spettatori sappiamo che Lucas non è colpevole. Lo sappiamo sin da subito e questa è una mossa vincente del regista, fa immedesimare nel personaggio all’istante, crea un’empatia che non è mai stata così facile e fa seguire la storia con un’angoscia e un crescendo d’ansia che quasi non fa respirare.
È un film sconvolgente, non solo i bambini vengono mostrati come esseri umani che possono mentire come qualsiasi altro adulto (si vedrà l’allarmismo a cosa porterà durante il film… denunce che sbucano come funghi e bugie che si susseguono) ma quanto sia rapido il cambiamento, il rovesciamento di una vita. Lucas è inserito, ha un gruppo d’amici con cui si ritrova la sera a bere un bicchierino, ha una ragazza che sta iniziando a frequentare, i bambini lo adorano e lui adora loro. È una persona pura, buona, benvoluta, tutti lo conoscono così bene… eppure di colpo nessuno gli crede più e comincia la discesa all’inferno.
L’uomo inizialmente è ignaro, non si difende, non parla quasi per quanto è sconvolto, e questo viene subito considerato un segno di colpevolezza. Poi, di fronte al muro che si è innalzato, la sua dignità lo porterà a una forte ribellione, ciò che colpisce è proprio questo: l’evoluzione del suo comportamento di fronte a questo dramma. Nonostante la terribile situazione Lucas non abbasserà mai la testa, andrà avanti con dignità, senza cedere alle minacce, senza darla vinta a nessuno, in un certo senso senza punire nemmeno chi ha raccontato la bugia.
Ho apprezzato molto il film perché non si sofferma su morbosità, su pietismi, va avanti per la sua strada parlando di un’ingiustizia, di come le bugie possano ingigantirsi in pochissimo tempo arrivando a distruggere del tutto la vita di un uomo. Lo fa con forza, con una sceneggiatura praticamente perfetta, fatta di dialoghi incisivi e scene esatte, non una di troppo, non una in meno. E con dei personaggi di una caratterizzazione sottile, su tutti l’amico Theo, interpretato magistralmente. Un film di un’atmosfera cupa (non a caso Vinterberg è stato il fondatore, insieme a Lars Von Trier, del movimento Dogma 95 e si vede) che regala delle sequenze indimenticabili.
Due scene in particolare fanno venire i brividi: quella del supermercato e quella della Chiesa, le scene del cambiamento, della ribalta del personaggio, di un’intensità che non capita spesso. Insieme alla visita che il figlio di Lucas fa a Theo…
Mads Mikkelsen è stato incredibile in questo ruolo scomodo, è intenso e l’empatia è subito forte. Devo dire che il film mi ha scossa per il suo forte realismo, l’ho seguito con un groppo in gola e un nodo allo stomaco, e nonostante tutto la colpa riesco a darla solo agli adulti e non a quella bambina dal volto angelico. Può una responsabilità così grande ricadere sulla testa di una bambina pur colpevole? Vedo anche negli adulti i colpevoli, incapaci di ascoltare con attenzione, di approfondire, di svelare la bugia, dovrebbe essere loro il compito di capire dov’è la verità e dove la menzogna. E Lucas sembra pensarla nella stessa maniera, ce l’ha con gli adulti, con gli amici di sempre che dovrebbero saper giudicare, e passato il terribile momento neanche più con loro.
Il film poteva finire due scene prima, forse anche tre, sarebbe andata bene, e io ogni volta ho atteso i titoli di coda, convintissima, ma arrivata all’ultima…
Dopo un anno di tutto quello che è accaduto che ne resta? Bugia cancellata, equilibrio ristabilito, vita tornata forse normale? Ma il marchio sull’uomo innocente non si cancella, l'incubo continuerà a inseguirlo, per sempre.
Recensione pubblicata originariamente su: www.ilariapasqua.net
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