Il film ruota dietro un assunto fondamentale:
Le maschere che ognuno di noi porta nella comunità in cui vive e che rappresentano un gioco di ruoli tra le parti.
Lucas maestro, uomo modello, stimato, amico sincero, dolce con i bambini, delicato nei rapporti interpersonali con le donne.
Kara una bambina con difficoltà, lasciata un po' a se stessa. I genitori litigano per accompagnarla, la trascurano e Lucas da amico di famiglia, come un padrino la tiene sotto la sua ala protettiva.
Da qui una serie di eventi che ribaltano il ruolo di Lucas, ora non più uomo modello, ma psicopatico, pedofilo, feccia, bestia da umiliare e calpestare.
E così l'uomo che tutti amavano è la bestia a cui dare la caccia.
La falsità della comunità è asfissiante, impermea il film . Un uomo che la legge riconosce innocente, viene invece condannato per facciata dal popolo. "Non puoi fare la spesa qui, ci vengono altre persone" così i diritti vengono soppressi in favore di una maschera, della facciata.
E così Lucas viene sbranato dalle vere belve, i lupi della comunità, che si dimostrano bestie feroci quando ripetono "i bambini non possono dire bugie" per giustificare le proprie crudeltà.
La loro falsità e meschinità si scopre quando la bambina che prima aveva accusato Lucas ritorna sui suoi passi, dichiara che tutto ciò che ha detto era una finzione, ma nessuno le crede.
Ma i bambini non dicevano sempre la verità?
L'unico modo da cui si viene fuori da questo film è il disgusto e l'amara constatazione che ciò che rappresenta è vero.
Ultima considerazione, nel finale Lucas, dopo il tentato omicidio, si rialza con fierezza, non urla, non tenta di sparare al suo aggressore, ma accetta con fierezza il suo destino. Ormai rappresenta l'uomo che sta al di sopra, il super uomo, non ha più legami con chi lo circonda, ha scoperto le maschere di coloro che lo circondano e per questo sa che sarà sempre braccato.
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